Dopo la quarantena crisi di coppia e calo del desiderio


Per il 27%  degli italiani è crisi di coppia dopo la fine della quarantena: responsabile principale è il calo del desiderio secondo uno studio di Guidapsicologi

Per il 27%  degli italiani è crisi di coppia dopo la fine della quarantena: responsabile principale è il calo del desiderio secondo uno studio di Guidapsicologi

La quarantena si è finalmente conclusa nella sua fase più restrittiva. Ora si può uscire con le dovute precauzioni e avviarci verso uno stato di nuova normalità. Ciò che si è vissuto durante questi mesi al limite tra il reale e l’assurdo ha lasciato un segno profondo nelle vite degli italiani. Secondo uno studio svolto dagli esperti di Guidapsicologi.it, le conseguenze di questo lungo periodo di isolamento sono molteplici. Al primo posto ci sono vari disagi personali, come ansia, problemi di autostima e il desiderio di conoscere se stessi, seguono i problemi di coppia, relazionati soprattutto a un calo del desiderio importante e alla volontà di riaccendere la passione, poi i rapporti poco sani e dinamiche difficili all’interno del contesto familiare e infine l’ex che ritorna al centro dei nostri pensieri e, attenzione, dei nostri sogni.

Le conseguenze di stare tutto il giorno in casa

Dall’analisi dei dati del portale, emerge chiaramente la preoccupazione da parte degli utenti di passare intere giornate chiusi in casa. Il 34% manifesta infatti un certo timore rispetto a ciò che significa non uscire per un periodo così lungo e come questo possa ripercuotersi, molto spesso negativamente, sulla psiche. Sempre in linea con questo tipo di preoccupazioni, il 20% ricerca come praticare esercizi per rilassarsi attraverso la respirazione e abbassare i livelli d’ansia, mentre il 15% si interroga sul perché abbiamo paura a stare in casa, che spesso si trova a coincidere con la paura di trovarsi per troppo tempo faccia a faccia con se stessi.

Interessante il dato che riguarda processi di introspezione: 3 italiani su 10 si dedicano ad approfondire la conoscenza di se stessi e delle proprie debolezze, prendendo in esame fobie e cercando di migliorare il livello di autostima. Tra gli effetti secondari di questo periodo di isolamento vi è l’emergere di paure legate sia alla situazione attuale che al passato, che trovano spazio proprio a causa dello stato di generale inquietudine e precarietà. L’insicurezza economica, il distanziamento sociale e il rischio ancora presente di contagio, sono terreno fertile per lo sviluppo di fobie.

Crisi di coppia. Quando il sesso viene meno

La convivenza forzata e prolungata si è rivelata in molti casi una condanna per il rapporto di coppia, soprattutto dal punto di vista sessuale: il 27% si trova infatti ad affrontare un momento di crisi all’interno della propria relazione, che solo il tempo potrà dire se si tratta di un fenomeno passeggero, o se porterà con sé drastiche decisioni.

Le preoccupazioni relative alla coppia sono principalmente date dall’essere innamorati di un’altra persona (31%), non provare desiderio sessuale per il proprio partner (27%), domandarsi se è possibile stare bene in coppia anche senza praticare sesso (24%) e infine la ricerca di metodi e soluzioni per ravvivare la relazione (18%).

Le ricerche legate all’innamorarsi di un altro triplicano rispetto all’anno scorso, dato che sembrerebbe confermare l’incidenza della quarantena nella crisi della coppia.

Analisi degli affetti

Il periodo di isolamento ci ha portati a svolgere un’analisi su noi stessi, sulla coppia e in generale sulle relazioni e su come queste abbiano il potere di influire sul nostro benessere interiore. A valutare attivamente lo stato dei propri legami affettivi e a rimettere eventualmente in discussione equilibri e dinamiche da tempo sedimentate è il 21% degli utenti.

Il motivo principale di riflessione riguarda la dipendenza affettiva e come combatterla (29%), seguito a pari merito dall’analisi dei segnali per riconoscere se si è vittime di violenza psicologica e sui rischi che comporta avere una famiglia tossica (24%) e infine sul silenzio come forma di aggressività (23%).

Mettendo a confronto i dati della quarantena con quelli dello stesso periodo del 2019, si può osservare un aumento del 65% nelle ricerche finalizzate a scoprire quali sono i segnali per riconoscere se si è vittima violenza psicologica.

Il ritorno dell’ex

Un dato che sorprende ma non troppo, a due mesi dall’inizio del lockdown, è il grande ritorno degli ex, nei pensieri e soprattutto nei sogni: un utente su dieci si trova a pensare agli amori passati e a interrogarsi sul perché.

Se vi è chi si ritrova a pensare al proprio ex in modo attivo nei momenti di veglia, con nostalgia e magari a seguito della situazione sentimentale attuale poco soddisfacente, c’è chi invece viene sorpreso dall’ex quando abbassa le difese, ovvero nella fase onirica. È interessante notare come siano in molti a dichiarare di fare sogni molto strani durante la quarantena, spesso popolati da figure del passato. Di per sé non si tratta di un fatto allarmante, sognare l’ex è piuttosto comune. Certo è che se dovesse trasformarsi in sogno ricorrente, potrebbe esserci ancora qualcosa di irrisolto, che è bene affrontare quanto prima!