Gotta negli anziani aumenta rischi per il cuore


Il rischio di insufficienza cardiaca in presenza di gotta si impenna negli over 65: lo rivela uno studio pubblicato su Arthritis Research & Therapy

Il rischio di insufficienza cardiaca in presenza di gotta si impenna negli over 65: lo rivela uno studio pubblicato su Arthritis Research & Therapy

La gotta si associa ad un innalzamento del rischio di insufficienza cardiaca (ma non di cardiopatia ischemica) nei pazienti di età uguale o superiore a 65,5 anni. Questo il responso di uno studio pubblicato su Arthritis Research & Therapy.

Razionale e disegno dello studio

In letteratura esistono da tempo studi che suggeriscono che la gotta si associa ad un innalzamento del rischio di malattia CV aterosclerotica (coronaropatia ischemica e ictus), ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio. E’ altrettanto noto che molti fattori di rischio di coronaropatia ischemica e ictus (ipertensione, diabete, fumo di sigaretta ed obesità sono associati anche ad un innalzamento del rischio di scompenso cardiaco.
Pertanto, se la gotta fosse associata ad un innalzamento del rischio di scompenso, tale osservazione dovrebbe suffragare la messa a punto di interventi per prevenirne l’insorgenza in questa popolazione.

L’obiettivo di questo studio, pertanto, è stato quello di determinare il rischio di incidenza di insufficienza cardiaca associabile a gotta in una coorte di popolazione costituita da individui adulti di etnia diversa (Caucasica o Afro-americana) reclutati nello studio REGARDS (the REasons for Geographic And Racial Differences in Stroke study).

Inoltre, si è voluta esaminare l’associazione tra la gotta e l’incidenza di coronaropatia ischemica, ictus e mortalità per tutte le cause, replicando l’analisi in un campione randomizzato di beneficiari del programma di assistenza sanitaria pubblica Usa Medicare per verificare se le associazioni sopra rilevate nello studio REGARDS potessero valere anche per un campione di uno studio indipendente.

I ricercatori hanno analizzato i dati relativi a 5.713 individui, aventi un’età pari o superiore a 65,5 anni, con copertura Medicare e assenza di storia pregressa di scompenso cardiaco, coronaropatia o ictus al basale (periodo di analisi: 2003-2007). L’età media dei partecipanti allo studio era di 72,6 anni, con un 44,9% di individui di sesso maschile, un 31,4% di individui di etnia Afro-Americana e un 3,3% di individui affetti da gotta.
La condizione di gotta nello studio era definita dal riscontro di almeno un’ospedalizzazione o di due visite mediche per malattia, diagnosticata con codice apposito.

Tutti i partecipanti dello studio REGARDS sono stati seguiti per ospedalizzazione da scompenso cardiaco, coronatopatia, ictus e mortalità per tutte le cause fino alla fine del 2016. Inoltre, la  replicazione dell’analisi è stata effettuata su un campione randomizzato di 839.059 pazienti di età pari almeno a 65,5 anni (coperti dal programma Medicare Usa) tra il 2008 e il 2015, sottoposto a follow-up fino alla fine del 2017.

Risultati principali
Durante un follow-up della durata mediana pari a 10 anni, è emerso che i tassi di incidenza per 1.000 persone-anno relativi a soggetti affetti o meno da gotta sono stati pari rispettivamente a:
– 13,1 e 4,4 per l’insufficienza cardica
– 16 e 9,3 per la coronaropatia ischemica
– 9,3 e 8,2 per ictus
– 55 e 37,1 per la mortalità per tutte le cause.

Dopo aggiustamento dei dati in base ad alcune variabili sociodemografiche e fattori di rischio CV, è emerso che gli hazard ratio che hanno messo a confronti individui affetti da gotta o non affetti da malattia erano pari a:
– 1,97 (IC95%: 1,22-3,19) per l’ospedalizzazione da scompenso cardicao
– 1,21 (IC95%: 0,79-1,84) per la coronaropatia ischemica
– 1,08 (IC95%: 0,86-1,35) per la mortalità per tutte le cause

Riassumendo
“Nel complesso, dal confronto di individui adulti anziani affetti o meno da gotta non sono emerse differenze in termini di rischio di attacco cardiaco o ictus – scrivono i ricercatori nelle conclusioni del lavoro -. E’ stato rilevato, invece, un maggior rischio di scompenso negli individui affetti da gotta rispetto a quelli non affetti da questo artropatia da cristalli. Nello specifico, l’aumento del rischio è stato rilevato indipendentemente dall’etnia e dal sesso di appartenenza”.

“Sulla base di questi risultati – concludono gli autori – è importante che le persone con gotta in età avanzata ricevano adeguate informazioni in merito al rischio di scompenso e di come ridurre questo rischio. Inoltre, sarebbe opportuno che i clinici monitorassero con maggiore attenzione i loro pazienti gottosi più anziani per la presenza dei segni iniziali di insufficienza cardiaca, dal momento che potrebbero necessitare di trattamento medico”.

Un ruolo per IL-1, insulino-resistenza e iperuricemia nella maggiore suscettibilità al rischio di scompenso cardiaco in presenza di gotta?
Nella discussione del lavoro, I ricercatori hanno ricordato come, in base ad alcune osservazioni, sia stata documentata l’esistenza di un’associazione tra la sovraespressione di IL-1 con lo sviluppo di scompenso con frazione di eiezione ventricolare sinistra preservata e come un trial clinico (CANTOS: the Canakinumab Anti-Inflammatory Thrombosis Outcomes Study) abbia dimostrato una riduzione dose-dipendente del rischio di ospedalizzazione da scompenso, a seguito del blocco IL-1, individui con infarto pregresso del miocardio e livelli elevati di CRP.

Non solo: anche l’insulinoresistenza sarebbe associata ad un innalzamento del rischio di incidenza di scompenso cardiaco, indipendentemente da diabete ed obesità. Inoltre, questa condizione è stata associata sia a scompenso cardiaco con frazione di eiezione ventricolare preservata e ridotta.

Da ultimo, l’iperuricemia è risultata associata ad un innalzamento del rischio di scompenso nel Cardiovascular Health Study.

Tali risultati suggeriscono la necessità di condurre nuovi studi che confermino se il blocco di IL-1, la sensibilizzazione farmacologica all’insulina o il ricorso alla terapia ipouricemizzante siano veramente efficaci nel ridurre il rischio di scompenso in pazienti adulti affetti da gotta.