Alla Federico II sanificazionecon Luce UV allo Xeno


Parte dalla Federico II la prima sperimentazione in Italia di sanificazione con Luce UV allo Xeno di ambienti contagiati da Covid-19

Alla Federico II sanificazionecon Luce UV allo Xeno

Parte dall’Università Federico II di Napoli la prima sperimentazione italiana del sistema di sanificazione degli ambienti contagiati da Covid-19, ed in particolare gli ospedali, con Luce UV allo Xeno.

A tenerla a battesimo nell’Edificio 19 dell’Azienda Ospedaliera, sono stati la Prof.ssa Maria Triassi (ordinaria della Cattedra di Igiene Generale ed Applicata del Dipartimento di Sanità pubblica c/o la AOU) e, per la Sams sanificazioni per ambienti sicuri l’AD Giovanni Gentile ed il direttore generale Marcello Gentile con la biologa Antonietta Rossi.

Il personale del Policlinico ha piastrato dei ceppi batterici e contaminato delle piastre poi posizionate all’interno di una stanza in vari punti, tra cui anche zone d’ombra. Quindi, è stato messo in funzione nella stessa stanza l’apparecchio che “spara” luce UV, che ha sanificato la stanza nel giro di pochi minuti. Nei prossimi giorni, si verificheranno quindi gli esiti della procedura che sarà quindi ripetuta per tre settimane grazie alla disponibilità della Sams che ha messo gratuitamente a disposizioni sia i dispositivi che il suo personale.

Tale sperimentazione verrà attuata in stanze dove hanno soggiornato pazienti Covid-19 positivi e consisterà nell’applicazione di lampade allo Xeno a seguito della procedura di sanificazione routinaria: i risultati ottenuti potranno essere utili per definire protocolli di sanificazione efficaci per la riduzione delle infezioni correlate all’assistenza e per garantire una maggiore sicurezza agli operatori sanitari.

I prelievi verranno effettuati su superfici critiche (high touch surface, tastiere, maniglie, porte, lavandini, water) e aria prima della sanificazione, dopo la sanificazione e dopo il trattamento con lampade allo Xeno UV-C e verranno ripetuti con cadenza settimanale per una durata di 22 giorni. Sia sulle superfici che nell’aria verrà effettuata la ricerca della carica batterica totale, la carica micotica, la ricerca di Gram positivi e Gram negativi in conformità alle norme tecniche ISO. Sulle superfici verrà effettuata inoltre, la ricerca di Covid-19 mediante tecniche di biologia molecolare (RT-PCR).

“Nella sperimentazione di una nuova tecnica di disinfezione – ha commentato la professoressa Maria Triassi – può aiutare la sanificazione normale effettuata con derivati del cloro o con derivati alcolici sulle superfici, sui pavimenti e sulle pareti. In questo caso invece si tratta di una tecnica di disinfezione ambientale che riguarda soprattutto l’aria e le superfici presenti nell’ambiente trattato: sarà sperimentato sia in vitro, per quanto riguarda la sua efficacia su superfici inanimate e contaminate artificialmente, che in vivo in strutture a rischio come ad esempio le sale operatorie o i reparti Covid per vedere se effettivamente questa apparecchiatura può costituire un valore aggiunto nel garantire ambienti sanitari sanificati in questa emergenza che stiamo vivendo”

“E’ evidente – ha spiegato quindi Marcello Gentile – il valore aggiunto di questo studio : se si dimostrerà la maggiore efficacia di questo tipo di procedura rispetto a quelle attualmente in uso, che numeri alla mano non hanno garantito risultati di totale sicurezza, non solo si salveranno molte più vite umane in quanto ci sarà minore possibilità di contagio ma anche le aziende ospedaliere saranno tenute a meno risarcimenti e meno pazienti da curare per salvarli dalle infezioni prese in ospedale, e diminuirà quindi in generale la spesa pubblica della Sanità Italiana”.

Ma come funziona l’apparecchio e che differenza c’è con altre santificazioni?

“Il principio è molto semplice – ha spiegato la biologa Antonietta Rossi – in quanto il funzionamento del dispositivo si basa su una radiazione UV C che provoca un danno cellulare irreversibile, distruggendo di fatto il materiale genetico del patogeno: quindi il DNA per i batteri e l’ RNA per i virus e quindi anche il SARS-Cov-2, più comunemente detto “Covid 19”. A differenza del classico ipoclorito di sodio o candeggina dove non c’è certezza di efficienza su Covid bensì il rischio di tossicità ed errore umano; poiché parliamo di di trattamenti di sanificazione esclusivamente  manuali. L’ozono invece si è rilevato inefficace e incompleto per quanto riguarda la sanificazione dell’aria , inoltre in caso di Covid esso inattiva i recettori virali ma non distrugge il virus; quello che si va a distruggere invece con le radiazioni UVC di questo nuovo metodo”.

I vantaggi, quindi, sono di facile deduzione, come ha spiegato infine Giovanni Gentile : “Sicurezza, velocità, non invasività. I dispositivi sono altamente performanti e ciò consente di poter certificare l’avvenuta e corretta sanificazione con cognizione di causa. Stiamo avviando rapporti di collaborazione con altri operatori del settore per la creazione di una rete di ‘sanificatori di fiducia’, che ci consentirà di allargare il servizio nelle altre regioni”.

I test saranno ospitati anche dal laboratorio di Microbiologia dell’Unità di Ricerca di Igiene Medicina Preventiva e Statistica Sanitaria e saranno tutti condotti da un’equipe di microbiologi composta da Francesca Pennino, Tonia Borriello e Carmela Iervolino.

L’efficacia dei dispositivi della SAMS è stata già dimostrata in test clinici effettuati presso i laboratori dell’Istituto di Virologia D. I. Ivanovsky del Ministero della Salute della Russia, che ne attestano l’efficacia sul Covid – 19 ma mai nessuno aveva effettuato test in nosocomi.

Vantaggi delle sanificazioni computerizzate, rispetto agli altri sistemi di sanificazione:

1) EFFICACIA del 99,9% dell’azione biocida nei confronti del covid 19 e di tutti gli agenti patogeni;

2) COMPLETEZZA della sanificazione: il fascio di luce delle radiazioni ultraviolette si propaga in tutto l’ambiente di lavoro e colpisce, necessariamente, tutta l’aria e tutte le superfici presenti senza possibilità che alcune di esse vengano lasciate senza trattamento.

3) RAPIDITA’: l’intervento dura da pochi secondi ad alcuni minuti a seconda delle caratteristiche dell’ambiente da sanificare.

4) NON “INVASIVITA” dell’intervento: Il trattamento non lascia residui da agenti chimici o gassosi che, nel tempo, potrebbero causare danni alla salute umana e compromettere apparecchiature, mobili, arredi e documenti presenti nel locale sanificato né tantomeno, è necessario lo spostamento degli stessi, inoltre gli ambienti sanificati ritornano immediatamente utilizzabili.

5) CERTEZZA dell’intervento: le macchine sono dotate di un sistema di Reporting e controllo sui cicli di sanificazione che consente di riscontrare data, ora, luogo, operatore, cliente, stanza trattata e ciclo di sanificazione impostato, consentendo così di dimostrare sia il lavoro eseguito in ogni stanza dell’immobile che il rispetto del progetto di sanificazione ad hoc studiato.

6) ACCESSIBILITÀ PER TUTTI al servizio: per ogni immobile viene stilato un progetto di sanificazione che viene elaborato prendendo in considerazione una serie di parametri, quali l’attività, le dimensioni, i materiali trattati, i rifiuti prodotti, le condizioni in cui si opera ecc ecc.; lo studio è finalizzato ad attribuire ad ogni immobile un INDICE DI RISCHIO DI CONTAGIO (alto medio basso) da agenti patogeni; sarà quindi scelto per ogni stanza il tipo di trattamento da eseguire e determinato di conseguenza il costo della sanificazione; ovviamente più basso è tale indice minori costerà il trattamento. Il progetto di sanificazione indicherà anche la cadenza con cui saranno da ripetere i trattamenti.

La TECNOLOGIA UTILIZZATA dai dispositivi della SAMS consiste nell’utilizzare raggi UV-C pulsati generati da una lampada che utilizza una miscela di gas a base xeno che irradia, con una luce UV-C, un ampio intervallo di spettro germicida (200nm-300nm), provocando la distruzione di germi, batteri, virus, funghi e spore attraverso l’interazione con Dna/Rna grazie a diversi meccanismi di distruzione cellulare.