Autismo: un aiuto dal libro 1,2,3… Nuvola!


Con il libro per bambini “1,2,3… Nuvola!” (Magi edizioni) è testimoniata l’esperienza quindicennale del Progetto Tartaruga per l’autismo dell’IdO

Con il libro per bambini "1,2,3... Nuvola!" (Magi edizioni) è testimoniata l’esperienza quindicennale del Progetto Tartaruga per l'autismo dell'IdO

Se per la prima volta vi trovaste davanti a un grande asino, lento e buffo, cosa provereste? Per un bambino dev’essere un’esperienza unica, deve segnare un punto di svolta, un’apertura verso un intero mondo da esplorare. L’asino mette in campo se stesso con la capacità di contenimento emotivo che viene dal suo corpo da scalare, una grande massa in movimento lento, senza brusche e inattese invasioni. Il suo carattere, naturalmente curioso, permette di iniziare un’interazione ben prima del contatto, attiva canali comunicativi che trascendono le abituali regole di reciprocità e consentono il passaggio all’ascolto sensoriale. Il dialogo che si crea riempie gli spazi di attesa necessari per conoscersi, per trovare un piano di scambio e adattamento”.

1, 2, 3… NUVOLA!

Inizia così il piccolo libricino illustrato ‘1, 2,3… Nuvola!’ (Magi edizioni), scritto per i bambini dalla psicomotricista e logopedista Simona D’Errico, dall’educatrice e coadiutrice dell’asino Carla Rende e dalla psicoterapeuta Mariallegra Mancusi, con la partecipazione di Valeria Rotti, assistente educativo culturale. L’obiettivo è parlare ai più piccoli con un linguaggio semplice: “Poche pagine, da condividere con i genitori, che rendono visibile, attraverso disegni e piccole storie, ciò che avviene nel ‘tondino’ che abitiamo quotidianamente con asine e bambini”.

Alla base di questo testo c’è, infatti, la volontà di “testimoniare l’esperienza accumulata negli anni nell’ambito del modello DERBBI – Progetto Tartaruga per l’autismo dell’IdO. Un progetto di ampio respiro – spiega D’Errico alla Dire (www.dire.it) – all’interno del quale la responsabile del servizio Terapie dell’IdO, Magda Di Renzo, in affiancamento alle terapie già in essere, ha creato un percorso di attività assistita con gli animali. È stato scelto l’asino perché è un animale tranquillo, mansueto, molto lento, utile per noi che in questo progetto lavoriamo sull’aspetto relazionale del bambino. Per questo motivo abbiamo posto l’asino come mediatore della relazione con il bambino”, chiarisce la psicomotricista.

Il protagonista del libretto è proprio il bambino. “Ci aiuta a raccontare, pagina dopo pagina, quali siano le attività previste dal nostro percorso. Poniamo l’attenzione, in particolare, sulle strategie che mette in atto per avvicinarsi ed entrare in contatto con le nostre amiche asine”.

Con ‘1,2,3… Nuvola!’ l’IdO dimostra che i più piccoli “sentono benissimo questo spazio condiviso nell’incontro tra molteplici soggettività. Sentono il timore, il loro, ma anche quello dell’animale, la timida accettazione di una nuova relazione con l’altro da accogliere nel proprio spazio vitale.

L’asina Nuvola è la protagonista della nostra storia- si legge nell’introduzione del libello- è lei che, nell’attività assistita con gli animali, ci permette di materializzare un nuovo spazio terapeutico e di sperimentare il nostro approccio basato sulla mediazione corporea, una dimensione adatta ai nostri piccoli pazienti”.

Considerate le tipiche difficoltà di relazione dei bambini con disturbi dello spettro autistico, l’animale viene inserito come mediatore e facilitatore della comunicazione per favorire un approccio globale in linea con l’intervento attuato nell’ambito del modello DERBBI Progetto Tartaruga.

Il progetto, fortemente pensato e voluto da Di Renzo, è ormai attivo da più di 15 anni e ha voluto mantenere questa denominazione come avviso ai genitori, e non solo, che il tragitto da percorrere può essere anche molto lento, oltre che impegnativo, ma che può consentire significativi raggiungimenti.

“In questa storia cerchiamo di rispondere alla domanda che spesso ci fanno, sia i genitori sia i diversi operatori: ‘Che cosa fate con l’asino?’. Per noi, questa domanda andrebbe riformulata, attenzionata da un’altra prospettiva, sicuramente più rispettosa dell’essenza del nostro approccio, che rimanda a quel costante processo di co-costruzione che consente di tenere in vita una relazione. Ci domanderemmo, dunque: ‘Che cosa fate insieme all’asino?’. Ed è proprio per rispondere a questa domanda-conclude l’introduzione del testo- che è nato il nostro piccolo libricino”.