Coronavirus, i pediatri: allerta su Erythema Pernio-like


Coronavirus, i pediatri lanciano l’allerta: 100 casi di Erythema Pernio-like raccolti e documentati in 20 giorni, frequenza anomala in questo periodo

Coronavirus, i pediatri lanciano l'allerta: 100 casi di Erythema Pernio-like raccolti e documentati in 20 giorni, frequenza anomala in questo periodo

“100 casi di Erythema Pernio-like raccolti e documentati in 20 giorni tra i nostri iscritti: un’anomala frequenza di una sintomatologia sovrapponibile a quella dei cosiddetti geloni, problema già poco comune in età pediatrica nella stagione invernale, ma residuale in primavera e comunque mai osservato con questa incidenza. Si tratta di insolite lesioni eritemato-edematose dei piedi (in particolar modo sulla superficie dorsale delle dita e nelle linee di confine plantare), ed in minor misura delle mani, con caratteristiche cliniche del tutto simili aquelle dell’Eritema Pernio”.

Ad annunciare l’esito dell’indagine clinico-epidemiologica tra gli iscritti alla Federazione Italiana Medici Pediatri, il suo Segretario Nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche, Mattia Doria.

“Dopo le prime segnalazioni – spiega Doria – abbiamo pensato fosse importante proporre una scheda nella nostra ultima newsletter interna, potendo contare sul grande potenziale di raccolta dati della Pediatria di Famiglia, con gli oltre cinquemila iscritti alla FIMP. La prima risposta è stata sorprendente. Nel periodo 8-27 aprile 2020 sono state raccolte le schede di 100 bambini e adolescenti nei quali si erano registrate lesioni simili a un Eritema Pernio. In appena il 14% è stato possibile effettuare un tampone rinofaringeo per Sars-Cov-2 e di questi solo un bambino è risultato positivo”.

“Si tratta – riferisce Giuseppe Ruggiero, Coordinatore Nazionale del Gruppo di Studio di Dermatologia Pediatrica della FIMP – di manifestazioni eritemato-edematose di colore rosso violaceo, che abbiamo potuto rilevare mediante esame fisico diretto o indirettamente, esaminando immagini trasmesse con i comuni sistemi di messaggistica o via email. I maschi sono risultati maggiormente interessati (64%) e l’età media complessiva è risultata di 12,5 anni. Il 40% dei casi è stato segnalato tra Sicilia e Campania. Il tempo medio dall’esordio dei sintomi alla segnalazione è stato di 13,87 giorni. In nessuno dei soggetti è stata rilevata una storia precedente di lesioni simili né una recente esposizione al freddo. Ad essere più colpite le estremità degli arti, con solo due casi che interessavano il viso. In 61 pazienti sono stati segnalati sintomi locali (almeno uno tra dolore, bruciore e prurito), mentre in 16 erano presenti anche sintomi extra-cutanei, in particolare febbre e mal di gola”.

“Nel 74% dei casi di Erythema Pernio-like è stata presa in considerazione una terapia locale e/o sistemica – prosegue Ruggiero – mentre nel restante 26% non è stata effettuata alcuna terapia. Al giorno 4, il 36,8% dei pazienti presentava miglioramenti significativi (guariti e/o migliorati). Al giorno 8 e 12, questa percentuale è risultata rispettivamente del 59,2% e del 72,36%.Nessuna differenza statisticamente significativa è stata osservata confrontando il tasso di miglioramento al giorno 12 tra i soggetti trattati e non trattati”.

“Non sappiamo – segnala Doria – se queste lesioni Erythema Pernio-Like possano essere correlate all’epidemia di Covid-19.Solo alcuni dei pazienti osservati, per lo più privi di altri sintomi, hanno avuto la possibilità di accertamentidi laboratorio. Tuttavia, la coincidenza cronologica dei due eventi e la possibilità che fra i meccanismi patogenetici della infezione da Covid-19 possano rientrare alterazioni vascolari, lascia spazio alla non ancora verificata ipotesi che la comparsa di lesioni a carico delle estremità Erythema Pernio-Like possa rappresentare una espressione cutanea di questa infezione nel bambino”.

“Tale quadro – ricorda il Segretario Nazionale – sarebbe compatibile con la manifestazione della malattia nell’adulto: lesioni dermatologiche sui piedisono state osservate in molti pazienti ricoverati con Covid-19, in Italia, Cina, Spagna e Francia. Un’ipotesi peraltro confermata da un gruppo di studio di dermatologi spagnoli e pubblicata dal British Journal of Dermatology”.

“Occorreranno certo maggiori studi clinici ed epidemiologici – conclude Doria – per verificare la possibile correlazione fra insorgenza di lesioni Erythema Pernio-like (mai osservate in questa misura prima del febbraio 2020) e l’infezione da Covid-19 e magari per usare la manifestazione cutanea come campanello d’allarme di una positività.I Pediatri di Famiglia italiani, con il gruppo di studio di Dermatologia della FIMPcontinueranno a monitorare il fenomeno, per il quale rimane aperta la raccolta dei casi attraverso i canali istituiti dalla Federazione. Per procedere con una diagnosi differenziale ed eventualmente evitare il contagio, qualora fosse dimostrata la correlazione con Covid-19, invitiamo le famiglie a continuare a seguire le nostre indicazioni attraverso il triage telefonico. Ma vogliamo rassicurare i genitori: che si sia intervenuti con trattamenti farmacologici o che si sia invece attesa una risoluzione spontanea, le lesioni sono benigne e il decorso clinico al momento è favorevole”.