Marijuana per il dolore cronico: utilità incerta


Nuovo studio sull’utilità della marijuana a scopo medico per alleviare il dolore cronico: pazienti hanno lamentato peggioramenti dello stato di salute

Nuovo studio sull'utilità della marijuana a scopo medico per alleviare il dolore cronico: pazienti hanno lamentato peggioramenti dello stato di salute

I consumatori di marijuana medica che riferiscono di soffrire di livelli elevati di dolore sono anche quelli che più frequentemente ne fanno uso almeno tre volte al giorno, ma hanno anche lamentato un peggioramento del loro stato di salute nell’ultimo anno. Sono gli esiti di uno studio pubblicato di recente sull’International Journal of Drug Policy.

Il dolore è il motivo più comune che spinge le persone a provare la via della cannabis terapeutica. Considerata la natura del dolore cronico, è particolarmente importante comprendere i modelli di consumo dei pazienti che ne fanno uso per problemi di salute cronici, per valutare come la frequenza di assunzione possa influire sulle loro condizioni, hanno scritto i ricercatori.

I risultati dello studio non significano necessariamente che la marijuana non sia efficace nel trattamento di almeno alcuni tipi di dolore, ma suggeriscono che siano necessarie ulteriori ricerche prima che la sostanza sia accettata come un trattamento efficace per il dolore intenso. «Non è chiaro se la marijuana sia di aiuto o meno», ha dichiarato uno degli autori dello studio Bridget Freisthler, della Ohio State University. «I benefici non sono così chiari come alcuni credono».

La relazione tra dolore, uso di marijuana e stato di salute auto-riportato è complessa, ha affermato il primo autore Alexis Cooke, della University of California, a San Francisco. «Soffrire di un forte dolore cronico è legato a un cattivo stato di salute, quindi può essere che le persone che fanno più spesso uso di marijuana avessero già una salute peggiore», ha detto. «Ci sono ancora molte domande a cui rispondere».

Un sondaggio tra i consumatori di cannabis medica

Lo studio si è basato su un sondaggio condotto nel 2013, quando la California ha consentito l’uso di marijuana solo per scopi medici, che ha coinvolto 295 pazienti che accedevano ai dispensari di marijuana medica a Los Angeles.

A tutti i partecipanti è stato chiesto quanto spesso assumevano cannabis, è stata valutata la loro salute rispetto a un anno prima (tramite una scala a cinque punti da “molto meglio” a “molto peggio”) e sono state loro poste due domande sui livelli di dolore. Sulla base delle loro risposte, il dolore è stato definito come basso, moderato o alto.

Tra gli intervistati, il 31% ha riferito di soffrire di dolore acuto, il 24% di dolore moderato e il 44% di dolore di bassa entità. L’uso quotidiano di marijuana è stato segnalato dal 45% del campione, mentre il 48% ha dichiarato di farne uso tre o più volte al giorno.

La percentuale di partecipanti che utilizzavano marijuana ogni giorno non differiva tra le diverse categorie di dolore, ma circa il 60% di quanti avevano riportato dolore intenso assumeva la sostanza almeno tre volte al giorno, rispetto al 51% dei soggetti con dolore moderato e al 39% di quelli con dolore basso.

Uso più frequente se il dolore è elevato

I risultati non hanno mostrato associazioni tra l’uso quotidiano di marijuana e il cambiamento dello stato di salute tra le persone con dolore di bassa intensità, ma questa frequenza di utilizzo era correlata al peggioramento dello stato di salute tra quanti riferivano di soffrire di dolore di livello elevato.

Eppure, stranamente, non è emersa nessuna associazione tra la frequenza giornaliera di utilizzo della marijuana e i cambiamenti nello stato di salute. «Non sappiamo come spiegare questo fatto», ha commentato Freisthler. «A sottolineare quanto poco conosciamo degli effetti medici della marijuana, come viene usata dalle persone, con quali dosaggi e quali sono i suoi effetti a lungo termine».

Le persone usano la marijuana per una varietà di diversi tipi di dolore, come il cancro, i dolori articolari, l’Hiv e il dolore ai nervi. «Ancora non sappiamo se la cannabis abbia effetti diversi sulle differenti cause del dolore», ha affermato Cooke. «Il dolore cronico è associato anche a depressione e ansia. In alcuni casi può essere di aiuto per questi disturbi, anche se non incide sul dolore».

Sembra inoltre essere utile in causa di scarso appetito dovuto al dolore o di nausea provocata dai farmaci antitumorali. «Il dolore potrebbe non essere l’unico motivo per cui i pazienti ricorrano alla cannabis», ha aggiunto.

L’efficacia della cannabis in varie condizioni mediche continua a essere valutata, ma le evidenze al momento disponibili suggeriscono un possibile beneficio per il trattamento del dolore cronico» hanno concluso gli autori. «I risultati di questo studio indicano che le persone con elevati livelli di dolore hanno maggiori probabilità di assumerla più volte al giorno, ma che questo uso potrebbe non essere correlato a una salute migliore».