Coronavirus, single nel panico: parla la psicologa


Coronavirus, single nel panico in questo tempo di amore a distanza: i consigli della psicologa Monica Nicola per superare le difficoltà

Coronavirus, single nel panico: parla la psicologa

È una paura diffusa. Il Covid-19 ha trasmesso il panico in tutti, o in quasi tutti, i single d’Italia. Come faranno a conoscere nuove persone e, soprattutto, come ci si conoscera’ se anche nella fase due permarra’ l’obbligo della ‘giusta distanza’, con tanto di mascherina, guanti e magari anche occhiali? “Nessun timore – rassicura subito la psicoanalista Monica Nicola all’agenzia di stampa Dire (www.dire.it) – non si avra’ mai paura di amare. Forse adesso andranno per la maggiore le ‘dating’ app, ma con l’isolamento le persone hanno piu’ tempo di scrivere e di conoscere l’altro”.

Sara’ l’epoca del “mai ti ho visto, ma ti ho sempre amato”? “Probabilmente ci si innamorera’ a distanza in questi mesi – continua Nicola- ma credo che sara’ anche un’opportunta’ per capire meglio la differenza tra amare e avere semplicemente qualcuno accanto. Soprattutto per i single, se approfitteranno di questo momento per imparare ad avere piu’ pazienza con l’altro, ad investire maggior tempo nella conoscenza dell’altro, potranno davvero capire meglio la differenza tra amicizia, amore e innamoramento”.

COSA AVVERRA’ NELLA FASE 2

E quando sara’ finita anche la fase due, incontrare l’altro sara’ piu’ semplice?

“Non e’ mai stato facile incontrare l’altro  – sorride la psicoanalista- nemmeno prima del Coronavirus l’incontro tra le persone single era semplice. Trovare qualcuno che corrisponda ai propri bisogni è e sarà sempre difficile. Nel post Covid-19 sara’ la stessa cosa, anzi forse gli incontri tra le persone miglioreranno perche’ ci sara’ piu’ pazienza, benevolenza e disponibilita’ a conoscere l’altro e ad avere piu’ tempo per investire nella relazione. Le persone in genere si creano un’immagine ideale di chi vorrebbero accanto, che pero’ non esiste nella realta’. È questo che rende difficile l’incontro- chiosa l’esperta- se lo capiamo, allora potremo dare il via a un’altra modalita’ di amare”.

Quando sara’ finita la fase uno, dell’isolamento a casa per contenere al massimo il contagio da infezione Coronavirus, cosa succedera’ in generale? Come ci rapporteremo ai colleghi di lavoro o ai familiari che sono rimasti distanti?

“Le relazioni non saranno subito uguali a quelle che avevamo nella fase pre-Covid-19- spiega la psicoanalista Monica Nicola- sicuramente, pensando alla fine dell’isolamento, la prima idea che ci viene in mente e’ la voglia di uscire per strada e abbracciare tutti. Ci domandiamo se la vita tornera’ indietro nel tempo, com’era prima, ed io credo che piano piano sara’ cosi’. Nel frattempo, pero’, sono avvenuti dei piccoli cambiamenti interni in ognuno di noi che andrebbero attenzionati”.

Ci sara’ chi prima lavorava troppo e adesso, ad esempio, sta apprezzando il maggior tempo speso in famiglia

“Perche’ la vita e’ come una pizza- aggiunge Nicola- a ogni trancio deve corrispondere qualcosa: lavoro, famiglia, sport, passioni, relazioni sociali. Ci vuole armonia”.

L’isolamento puo’ rappresentare un’occasione d’oro per imparare a conciliare i diversi ambiti della quotidianita’

“Nella vita pre Covid-19 sorvolavamo spesso su quello che davvero poteva contare per noi, immersi nel lavoro, nella cura della casa, della famiglia o nelle relazioni sociali. Questo momento ‘atipico’ ci offre dunque uno spazio per pensare a cosa potrebbe cambiare dopo l’isolamento. L’emergenza- sottolinea Nicola- potrebbe aiutarci a trovare armonia, soprattutto per chi ha voglia, pazienza e volonta’ di cambiare qualcosa e di imparare. C’e’ anche chi odia questo momento e lo vede come una punizione del cielo- ricorda la terapeuta- queste persone non cambieranno, anzi potrebbero peggiorare”.

Nella fase due, quando ci sara’ maggiore liberta’ di movimento, “non avremo paura di abbracciare chi amiamo ma continueremo ad avere paura di toccare chi non conosciamo, cosi’ come avremo timore di andare al supermercato e al lavoro”. Per i brasiliani, fa sapere la psicoanalista che lavora a Rio de Janeiro, “non toccare e’ una punizione enorme. Eppure, anche loro adesso hanno paura di toccare. Ci vuole tempo per riacquistare la sicurezza e superare la paura”. Di sicuro, conclude Nicola, “la vita riprendera’ il suo ritmo, ma quello che cambiera’ e’ il nostro rispetto verso il personale sanitario e parasanitario, gli scienziati e tutti quegli studiosi che stanno combattendo in questo momento”.