Chirurgia bariatrica: remissione elevata per il diabete


Pazienti con obesità grave e diabete sottoposti a chirurgia bariatrica hanno ottenuto tassi elevati edi remissione nei 5 anni successivi

Pazienti con obesità grave e diabete sottoposti a chirurgia bariatrica hanno ottenuto tassi elevati edi remissione nei 5 anni successivi

I pazienti con obesità grave e diabete sottoposti ai due tipi più comuni di chirurgia bariatrica hanno ottenuto tassi elevati e simili di remissione del diabete e di controllo glicemico nei 5 anni successivi all’intervento. Sono gli esiti di un ampio studio multicentrico statunitense appena pubblicato sulla rivista JAMA Surgery.

Lo studio, condotto dal National Patient-Centered Clinical Research Network (PCORnet), ha fornito dati real-world sugli esiti del diabete dopo bypass gastrico Roux-en-Y o gastrectomia a manica. Nei quasi 10mila pazienti gravemente obesi coinvolti nella sperimentazione, i tassi di remissione del diabete nei 5 anni successivi all’intervento erano simili ed elevati sia per il bypass gastrico Roux-en-Y (86%) che per la gastrectomia a manica (84%). Nel complesso, tuttavia, i pazienti sottoposti alla prima procedura presentavano una minore probabilità di recidiva del diabete, un migliore controllo glicemico e una maggiore perdita di peso.

«Questo studio è davvero molto significativo per quei pazienti che soffrono contemporaneamente di diabete e di grave obesità», ha dichiarato l’autore principale Kathleen McTigue dell’Università di Pittsburgh, in Pennsylvania. «Dovrebbero sapere che la chirurgia bariatrica può spesso fare una grande differenza per il diabete, che nella gran parte dei casi andrà in remissione».

Lo studio ha anche identificato che i pazienti sottoposti ai regimi terapeutici per il diabete di tipo 2 più complessi, più anziani o che fanno uso di insulina probabilmente otterrebbero una remissione ancora superiore dopo bypass gastrico. «Per tutti coloro che non si trovano in quella situazione, il bypass e la gastrectomia a manica potrebbero avere un impatto simile sul diabete in circa 5 anni di follow-up» ha aggiunto McTigue. «Spero che questi dati possano aiutare i pazienti e i medici a rendersi conto che questi interventi possono avere un impatto sostanziale sul diabete, tenendo comunque presente che si tratta di procedure che potrebbero non essere adatte a tutti».

Un ampio studio real-world

Considerati i risultati contrastanti emersi in precedenza in studi più piccoli sulle due procedure chirurgiche, gli autori hanno voluto approfondire i potenziali miglioramenti del diabete a seguito di questi interventi, dato che la gastrectomia a manica sta via via superando il bypass gastrico come tipologia di chirurgia bariatrica più utilizzata.

I ricercatori hanno analizzato i dati di 9.710 adulti con diabete di tipo 2 sottoposti a uno di questi interventi in 34 centri affiliati alla rete PCORnet in diverse aree degli Stati Uniti dal 2005 al 2015. Tutti i pazienti inclusi nell’analisi avevano livelli di emoglobina glicata (HbA1c) almeno del 6,5%, oppure una prescrizione per un farmaco per il trattamento del diabete di tipo 2 nell’anno precedente l’intervento chirurgico e avevano tutti meno di 80 anni (media 50 anni), per il 73% erano donne e per il 72% di razza bianca.

In questa coorte, il 64% dei pazienti aveva un bypass gastrico Roux-en-Y e il 36% aveva una gastrectomia a manica. La maggior parte dei soggetti presentava un indice di massa corporea (BMI) ≥ 40 kg/m2 (obesità di classe 3 o grave), mentre il restante 10,6% aveva un BMI da 35 a 39 kg/m2 (obesità di classe 2).

Meglio, ma di poco, il bypass gastrico

La remissione del diabete, definita come una HbA1c <6,5% dopo almeno 6 mesi senza prescrizione di ipoglicemizzanti, si è verificata in 6.141 pazienti, principalmente durante i primi 2 anni. A 5 anni, la remissione era elevata dopo entrambe le procedure chirurgiche, ma risultava del 10% più probabile dopo il bypass gastrico (hazard ratio, HR 1,10).

Durante il follow-up, la recidiva del diabete, definita come HbA1c ≥ 6,5% e/o una prescrizione di ipoglicemizzanti dopo la remissione, aveva il 25% in meno di probabilità di verificarsi dopo bypass gastrico (HR 0,75), con tassi di recidiva della malattia del 33,1% e del 41,6% tra i soggetti sottoposti rispettivamente a bypass gastrico o gastrectomia a manica.

Dal basale a 5 anni dopo l’intervento, l’emoglobina glicata si è ridotta dello 0,45% in più a seguito di bypass gastrico rispetto alla seconda procedura (-0,8% vs -0,35%). Anche la perdita di peso era più pronunciata dopo bypass gastrico rispetto alla gastrectomia a manica (24,1% vs 16,1%), con una differenza di circa 10 kg.

«Questi risultati possono aiutare a informare il processo decisionale incentrato sul paziente» hanno concluso gli autori.

Interventi efficaci da estendere a più pazienti

«Questa analisi ha dato un contributo importante perché includeva i dati a lungo termine delle cartelle cliniche elettroniche di una vasta coorte di pazienti statunitensi sottoposti a chirurgia bariatrica in un ambiente reale», hanno commentato Natalie Liu e Luke Funk della University of Wisconsin School of Medicine and Public Health, a Madison. «I dati più recenti mostrano che nel 2018 negli Stati Uniti sono stati eseguiti circa 250mila interventi di chirurgia bariatrica, il 60% circa dei quali di gastrectomia a manica e meno del 20% di bypass gastrico».

«L’American Diabetes Association raccomanda di prendere in considerazione questa procedura chirurgica nei pazienti con diabete e obesità di classe 1 o superiore», hanno scritto. «Tuttavia l’uso della chirurgia bariatrica è ancora inferiore all’1% nei soggetti con obesità di classe 2 e 3 ed è persino inferiore in quanti soffrono di diabete di tipo 2».

«Sarà fondamentale difendere la copertura assicurativa per la questo tipo di intervento, inclusa l’estensione per i pazienti diabetici e con obesità di classe 1», hanno concluso. «Tutti i pazienti meritano di poter accedere ai trattamenti più efficaci basati sull’evidenza per queste due condizioni».