Psoriasi grave, punteggio PASI migliora con statine


Psoriasi grave, il punteggio PASI migliora con l’uso di statine secondo una meta-analisi pubblicata sulla rivista Archives of Medical Science

La psoriasi è un fattore di rischio per le malattie parodontali: una ricerca rivela sanguinamenti frequenti e tartaro che crea infiammazione

L’uso di statine è stato associato a un miglioramento del punteggio PASI tra i pazienti affetti da psoriasi grave, secondo quanto emerso da una meta-analisi appena pubblicata sulla rivista Archives of Medical Science (AMS).

«Le statine hanno effetti immunomodulatori, che potrebbero essere utili nella psoriasi», hanno scritto il primo autore dello studio Mateusz Socha del dipartimento di medicina interna e cardiologia del 1st Military Clinical Hospita di Lublino, in Polonia, e colleghi. «Nella pelle, le statine favoriscono le risposte immunitarie mediate dai linfociti Th1, inibiscono l’induzione del complesso maggiore di istocompatibilità II (MHC II), prevengono il rilascio di citochine dai mastociti e dalla loro degranulazione e inibiscono le interazioni tra chemochine pro-infiammatorie».

Negli ultimi anni è emersa una forte associazione tra psoriasi e aterosclerosi. I pazienti con psoriasi hanno una maggiore prevalenza di malattie aterosclerotiche tra cui malattie coronariche, cerebrovascolari e vascolari periferiche. L’esatta connessione tra le due condizioni rimane poco chiara, ma si ritiene che l’infiammazione, che svolge un ruolo importante in entrambe le patologie, possa essere il legame causale.

I pazienti psoriasici soffrono di un aumento dell’onere della malattia aterosclerotica e spesso muoiono a causa della malattia coronarica (CAD). Hanno una maggiore prevalenza di fattori di rischio per la CAD e un maggior rischio di infarto del miocardio. Uno di questi fattori, che nei pazienti con psoriasi può essere gestito facilmente, è l’iperlipidemia. Le statine sono farmaci sicuri, economici e nei pazienti con iperlipidemia hanno dimostrato di essere molto efficaci nel prevenire la CAD, incluso l’infarto del miocardio. Inoltre, in aggiunta alle loro proprietà ipolipemizzanti, le statine svolgono attività immunomodulanti antinfiammatorie che possono essere utili in diverse malattie autoimmuni, inclusa la psoriasi.

Una metanalisi di studi controllati e randomizzati
I ricercatori hanno aggiunto che, se le statine possono anche migliorare il rischio cardiovascolare nei pazienti con psoriasi, i risultati degli studi clinici che ne hanno valutato l’impatto sulla malattia cutanea non sono coerenti. Per questo motivo hanno condotto una meta-analisi di studi controllati e randomizzati relativi all’influenza delle statine sulla gravità della psoriasi. Hanno eseguito ricerche indipendenti sui database PubMed, Embase, Cochrane e ClinicalTrials.gov per identificare i trial clinici con pazienti che avevano utilizzato lo Psoriasis Area Severity Index (PASI) come misura di outcome.

Sono stati considerati ammissibili per l’analisi gli studi che includevano pazienti di età pari o superiore a 16 anni e sottoposti ad almeno 8 settimane di trattamento con statine. La ricerca iniziale ha prodotto 279 risultati. Cinque studi controllati e randomizzati che hanno coinvolto 223 pazienti, di cui 128 sottoposti a statine (atorvastatina o simvastatina), hanno determinato l’analisi finale.

Bene le statine, soprattutto simvastatina
I pazienti trattati con statine hanno mostrato miglioramenti del PASI significativamente superiori rispetto a quelli sottoposti a placebo o altri comparatori (differenza media nella variazione del PASI=2,76; p=0,017).

Tuttavia, i risultati dell’analisi dei sottogruppi hanno rivelato che la simvastatina era associata a un miglioramento significativo del punteggio PASI (differenza media nella variazione del PASI=3,70; p<0,001), ma non la atorvastatina (differenza media nella variazione del PASI=2,30).

«Le statine orali possono migliorare la psoriasi, in particolare nei pazienti con malattia grave», hanno concluso gli autori. «Questa osservazione dovrebbe essere verificata in studi a lungo termine e ben progettati che consentiranno di effettuare analisi adeguate alle variabili cliniche».