Tumore polmone ALK+: esteso l’uso di brigatinib


Il Chmp dell’Ema ha dato parere positivo per estendere l’uso di brigatinib come trattamento di prima linea nei pazienti affetti da cancro al polmone ALK+

Il Chmp dell'Ema ha dato parere positivo per estendere l'uso di brigatinib come trattamento di prima linea nei pazienti affetti da cancro al polmone ALK+

Il Chmp dell’Ema ha dato parere positivo per estendere l’uso di brigatinib come trattamento di prima linea nei pazienti affetti da carcinoma polmonare metastatico non a piccole cellule (NSCLC) con espressione della chinasi del linfoma anaplastico (ALK+).

Il farmaco, che è già indicato nei pazienti già trattati con crizotinb e che sono diventati resistenti al farmaco, viene commercializzato da Takeda con il marchio Alunbrig.

Brigatinib, un inibitore della tirosin chinasi di nuova generazione è stato progettato per avere un’ampia attività contro le mutazioni di resistenza del gene ALK. La maggior parte dei pazienti con un cancro al polmone non a piccole cellule ALK-positivi trattati con crizotinib finisce poi in progressione, spesso a causa di mutazioni acquisite di resistenza di ALK e/o a causa di una scarsa penetrazione del farmaco nel sistema nervoso centrale. Di qui l’ottenimento della prima indicazione nei pazienti resistenti a crizotinib.

Nello studio di fase III ALTA-1L (ALK in Lung Cancer Trial of BrigAtinib in 1st Line) pubblicato sul New England Journal of Medicine, brigatinib si è dimostrato chiaramente superiore rispetto a crizotinib nel prolungare il tempo alla progressione della malattia o al decesso in pazienti adulti con un carcinoma polmonare non a piccole cellule localmente avanzato o metastatico ALK-positivo (ALK+), non trattati in precedenza con un inibitore di ALK. Questo studio ha supportato l’ottenimento del via libera del Chmp e presto anche della approvazione ufficiale dell’Ema.