Prendere il warfarin: l’orario è indifferente


L’ora del giorno in cui i pazienti assumono warfarin non ha alcun impatto statisticamente significativo né clinicamente importante sulla stabilità dell’effetto anticoagulante del farmaco

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L’ora del giorno in cui i pazienti assumono warfarin non ha alcun impatto statisticamente significativo né clinicamente importante sulla stabilità dell’effetto anticoagulante del farmaco, secondo i risultati di uno studio clinico randomizzato pubblicato su “Annals of Family Medicine”.

«Senza prove a supporto, i medici comunemente raccomandano di assumere il warfarin alla sera» ricordano gli autori, guidati da Scott R. Garrison, del Dipartimento di Medicina di Famiglia dell’Università di Alberta (Canada).

«La logica alla base di questo consiglio sembra essere che ciò consentirebbe un intervallo più breve tra il rendersi conto della necessità di effettuare un aggiustamento del dosaggio – in genere in base alla conoscenza, nel pomeriggio, del risultato del test dell’INR (International Normalized Ratio) effettuato al mattino – e il riuscire a mettere in atto tale adattamento» sostengono.

Gli autori hanno pertanto condotto uno studio randomizzato controllato per valutare l’effetto del tempo di somministrazione (mattina vs sera) sulla stabilità dell’effetto anticoagulante del warfarin.

Un totale di 236 medici di famiglia operanti in 54 comunità del Canada occidentale hanno inviato lettere di invito a tutti i loro pazienti in terapia con warfarin. I pazienti eleggibili erano utilizzatori di warfarin residenti in comunità (per qualsiasi indicazione) con almeno 3 mesi di uso di warfarin serale senza piani di interruzione.

Per lo studio, i ricercatori hanno assegnato in modo casuale 109 pazienti (età media: 72,7 anni; 55% donne) a ricevere warfarin al mattino e 108 pazienti (età media: 73,4 anni; 52,8% donne) a ricevere warfarin la sera. Ai pazienti sono stati anche eseguiti esami del sangue 6 mesi prima della partecipazione allo studio e di nuovo fino a 7 mesi dopo che lo studio era terminato.

Tempo nell’intervallo terapeutico, pari percentuale tra coorte serale e mattutina
Garrison e colleghi hanno rilevato che tra coloro che avevano assunto warfarin al mattino, la percentuale di tempo all’interno dell’intervallo terapeutico (TTR) del test ematico dell’INR è passata dal 71,8% al 74,7%, con un aumento del 2,9%.

Tra i soggetti inclusi nella coorte serale, il TTR è aumentato del 3%, ossia dal 72,6% al 75,6% (differenza, –0,1%; IC al 95% da –6,1 a 5,9). La differenza nella variazione percentuale della quota di tempo al di fuori dell’intervallo terapeutico dell’INR è stata del 4,4% (IC al 95% da –17,6 a 27,3).

Secondo Garrison e colleghi, non vi era alcun «trend sostanziale» che dimostrasse il beneficio dell’assunzione di warfarin al mattino. «Il nostro studio suggerisce che i tempi di somministrazione del warfarin non contano» scrivono.

«I medici dovrebbero dire ai loro pazienti di assumere il warfarin in qualunque momento pensino più facile ricordare di farlo con regolarità» ovvero «il tempo di somministrazione del farmaco deve essere adattato alle preferenze del paziente» sottolineano i ricercatori.

«Sebbene gli anticoagulanti orali diretti (DOAC) abbiano iniziato a sostituire il warfarin negli ultimi anni, quest’ultimo è superiore ai DOAC per gli esiti sia tromboembolici sia emorragici nei pazienti con valvole cardiache meccaniche. Pertanto, è probabile che il farmaco rimanga l’anticoagulante di scelta in tale popolazione» aggiungono infine.