Nel Sahel centrale è emergenza umanitaria


Nel Sahel centrale 3,3 milioni di persone hanno bisogno di assistenza immediata: nuovo allarme lanciato da UNICEF, FAO E WFP

Nel Sahel centrale 3,3 milioni di persone hanno bisogno di assistenza immediata: nuovo allarme lanciato da UNICEF, FAO E WFP

Il numero di persone che si trovano ad affrontare una critica mancanza di cibo e di opportunità di sostentamento vitale nel Sahel centrale è aumentato in un anno a causa della crescente insicurezza e degli shock climatici. Secondo la FAO, l’UNICEF e il WFP, la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente a meno che la comunità internazionale non intervenga ora.

Le 3 agenzie delle Nazioni Unite hanno ricordato che, secondo le ultime analisi di sicurezza alimentare del Cadre Harmonisé, nonostante una produzione agricola complessivamente soddisfacente, 3,3 milioni di persone nel Sahel centrale hanno bisogno di assistenza immediata. Gli esperti prevedono che quasi 4,8 milioni di persone nel Sahel centrale saranno a rischio di insicurezza alimentare durante la stagione di magra (giugno-agosto 2020) se non verranno prese misure adeguate con urgenza.

L’aumento senza precedenti dei bisogni umanitari nel Sahel centrale è un aspetto importante per l’allarmante situazione che l’intera regione dell’Africa occidentale si trova ad affrontare nel 2020: il numero di persone a rischio di insicurezza alimentare potrebbe aumentare fino ad un totale di 14,4 milioni, un livello che non si raggiungeva dal 2012.

Di grande preoccupazione sono i Paesi del Sahel centrale, il Burkina Faso, il Mali e il Niger, dove il conflitto e i suoi impatti sulle comunità sono diventati la principale causa di insicurezza alimentare. I tre Paesi stanno assistendo a un aumento del numero di incidenti di sicurezza, tra cui attacchi da parte di gruppi armati e conflitti comunitari che spesso portano a movimenti di popolazione.

In Burkina Faso, in particolare, la situazione è allarmante. Il numero di sfollati interni oggi è sei volte superiore a quello di gennaio 2019, passando da 90.000 a 560.033 a dicembre 2019. Ciò dimostra quanto rapidamente e massicciamente la situazione si sia deteriorata nel corso del 2019.

“Stiamo assistendo a un aumento vertiginoso della fame nel Sahel centrale. Il numero di persone che soffrono di insicurezza alimentare è raddoppiato dopo il periodo del raccolto, quando sarebbe dovuto diminuire. Se non agiamo ora, un’intera generazione è a rischio”, ha dichiarato Chris Nikoi, direttore regionale del WFP in Africa occidentale e centrale.

Il cambiamento climatico sta distruggendo mezzi di sussistenza già fragili. Ci sono già partenze anticipate di mandrie di transumanza. Questa situazione è aggravata da conflitti armati e comunitari, furti e banditismo che disturbano la mobilità delle mandrie di animali, l’accesso al foraggio e alle risorse idriche. Inoltre, porta ad una concentrazione di animali in alcune aree più sicure, con il rischio di aggravare i conflitti agricolo-pastorali.

Nel complesso, la crescente vulnerabilità delle popolazioni rurali, l’insicurezza e il conflitto per le risorse stanno distruggendo la coesione sociale tra le comunità, portando ad un peggioramento a lungo termine della crisi nel Sahel. Inoltre, l’assistenza immediata per rispondere ai bisogni urgenti deve essere combinata a investimenti sostanziali nei mezzi di sussistenza rurali e nei servizi sociali, per rinforzare la coesione sociale e fornire le basi per la pace nella regione.

“Se non rispondiamo a queste crisi fin dalle loro origini, milioni di pastori e agro-pastori vulnerabili continueranno ad aver bisogno di assistenza urgente ogni anno, come è stato nel 2019 e come sarà nel 2020”, ha dichiarato Robert Guei, coordinatore subregionale della FAO per l’Africa occidentale, aggiungendo che il Global Network contro le crisi alimentari fornisce un quadro di riferimento per questo tipo di supporto.

Grazie agli sforzi collettivi nel fornire servizi essenziali preventivi e di cura, i risultati dei sondaggi sulla nutrizione del 2019 nel Sahel non mostrano un declino immediato dello stato nutritivo dei bambini. Tuttavia, la situazione rimane fragile, con tassi di malnutrizione acuta globale ancora sopra o vicino alla “soglia grave” dell’OMS in Niger (10,9%) e in Mali (9,4%). La situazione è particolarmente preoccupante in Burkina Faso settentrionale, dove un’insicurezza diffusa sta significativamente bloccando la prevenzione e la cura della malnutrizione acuta fra madri e bambini. Le verifiche rapide sulla nutrizione condotte in comuni con un elevato numero di sfollati interni mostrano un netto deterioramento dello stato nutrizionale dei bambini con meno di 5 anni. È in corso un’analisi più approfondita che coinvolge sia i partner istituzionali sia operativi e che identificherà le aree più a rischio.

L’insicurezza alimentare delle famiglie, aggravata da sfollamento, accesso limitati a servizi sanitari e acqua sicura da bere, scarse conoscenze sulle pratiche ottimali per la nutrizione dei bambini avrà un serio impatto sullo stato nutrizionale dei bambini piccoli e sulle capacità delle comunità di riprendersi, a meno che non sarà fatto nulla adesso per proteggere lo stato nutrizionale dei bambini e prevenire la malnutrizione acuta che minaccia le loro vite. Gli approcci integrati per la prevenzione e le cure della malnutrizione acuta devono essere implementati adesso nelle aree più colpite.

“Il conflitto nel Sahel Centrale è una crisi a cascata che si riversa sulla regione, mettendo a rischio un’intera generazione di bambini. Centinaia di migliaia di bambini vengono privati dell’istruzione, sono vulnerabili allo sfruttamento e a rischio di malnutrizione. I bambini e i giovani continuano a pagare il prezzo più alto di una crisi che non hanno creato. Dobbiamo agire adesso con i partner per evitare una tragedia”, ha dichiarato Marie-Pierre Poirier, direttore regionale dell’UNICEF per l’Africa Occidentale e Centrale.