Scialorrea nel Parkinson: botulino efficace e sicuro


Scialorrea nel Parkinson: verificate efficacia e sicurezza della neurotossina botulinica anche a lungo termine, oltre 64 settimane

Scialorrea nel Parkinson: verificate efficacia e sicurezza della neurotossina botulinica anche a lungo termine, oltre 64 settimane

La neurotossina botulinica (BoNT) è un trattamento efficace per la scialorrea cronica nei pazienti affetti da malattia di Parkinson (PD). Finora, però, mancavano prove affidabili e solide a sostegno della sua efficacia e della sua sicurezza a lungo termine. La risposta, in termini positivi, arriva da questo studio condotto con iniezioni ripetute di incobotulinumtoxinA per 64 settimane. I risultati sono stati pubblicati su “Parkinson & Related Disorders”.

Lo studio pivotale SIAXI di fase 3

«Lo studio pivotale SIAXI di fase 3 è stato il primo studio ben controllato a valutare l’efficacia e la sicurezza a lungo termine di incobotulinumtoxinA (un BoNT-A privo di proteine complessanti) per il blocco delle ghiandole salivari per il trattamento della scialorrea cronica in soggetti con PD o altri disturbi neurologici, esclusi quelli con disfagia da moderata a grave» ricordano gli autori, guidati da Wolfgang H. Jost, della Parkinson-Klinik Ortenau di Wolfach (Germania).

«I risultati del periodo principale controllato con placebo di 16 +/- 2 settimane hanno mostrato una riduzione statisticamente significativa della portata salivare non stimolata (uSFR, unstimulated salivary flow rate) e un miglioramento del punteggio della scala globale dell’impressione di cambiamento GICS (Global Impression of Change Scale), 4 settimane dopo l’iniezione nel gruppo incobotulinumtoxinA 100 U rispetto al placebo, con miglioramenti persistenti durante il periodo di osservazione» proseguono i ricercatori.

Questi dati, aggiungono Jost e colleghi, hanno portato alle prime approvazioni FDA ed EMA di una formulazione BoNT per il trattamento della scialorrea cronica negli adulti.

Nell’attuale pubblicazione i ricercatori presentano i risultati di efficacia e sicurezza inediti dell’intero periodo di osservazione di 64 settimane dello studio SIAXI relativo ai soggetti che hanno ricevuto incobotulinumtoxinA 75 o 100 U nel periodo principale e in quello di estensione.

La metodologia applicata e le misure di esito adottate
Nel periodo principale in doppio cieco, controllato con placebo, i pazienti adulti affetti da PD con scialorrea sono stati randomizzati in proporzione 2: 2: 1 a ricevere incobotulinumtoxinA 75 U, incobotulinumtoxinA 100 U (n = 74 ciascuno) o placebo (n = 36 ciascuno).

I soggetti eleggibili sono entrati nel periodo di estensione e hanno ricevuto incobotulinumtoxinA cieco alla dose 75 o 100 U in tre ulteriori cicli di iniezioni di 16 +/- 2 settimane.
Le valutazioni di efficacia e sicurezza nei soggetti che hanno ricevuto incobotulinumtoxinA durante lo studio hanno incluso:

  • la uSFR (portata salivare non stimolata);
  • la GICS (Global Impression of Change Scale) dei soggetti;
  • la DSFS (Drooling Severity and Frequency Scale), scala di gravità e frequenza di ipersalivazione;
  • i punteggi mROMP (modified Radboud Oral Motor Inventory for Parkinson’s Disease) relativi a sintomi correlati a ipersalivazione, eloquio e deglutizione;
  • l’incidenza degli eventi avversi (AE).

Costanti miglioramenti con iniezioni ripetute
In totale, 173 soggetti su 184 soggetti (94%) hanno completato il periodo principale e sono entrati nel periodo di estensione; 141 soggetti hanno ricevuto incobotulinumtoxinA 75 U (n = 69) o 100 U (n = 72) in entrambi i periodi. «L’USFR medio è diminuito in modo costante con ripetuti trattamenti di incobotulinumtoxinA 75 e 100 U e di -0,16 e -0,17, rispettivamente, alla visita di fine studio» riportano gli autori.

«Anche i punteggi GICS, DSFS e mROMP relativi alla ipersalivazione dei soggetti sono migliorati in tutte le valutazioni» aggiungono. «Quanto ai punteggi relativi a eloquio e deglutizione di mROMP sono rimasti stabili». Gli AE più comuni correlati al trattamento durante il periodo di estensione sono stati secchezza delle fauci (4,4% e 11,1%, nei due gruppi trattati, rispettivamente) e disfagia (1,5% e 4,2%).

I vantaggi del doppio dosaggio
«I dati supportano dunque l’efficacia a lungo termine e la sicurezza del trattamento ripetuto con incobotulinumtoxinA per la scialorrea, senza ulteriori problemi di sicurezza riportati per 64 settimane» dichiarano gli autori.

«Le ulteriori misure di valutazione adottate nel periodo di estensione – DSFS e punteggi mROMP relativi all’ipersalivazione – hanno mostrato un miglioramento crescente della scialorrea, coerente con l’analisi dei punteggi uSFR e GICS, endpoint primari nel periodo principale» fanno notare. L’efficacia clinica osservata dopo iniezioni multiple imita i risultati del mondo reale in cui, nell’esperienza degli stessi sperimentatori, la maggior parte dei soggetti mostra un miglioramento maggiore dopo la terza o quarta iniezione.

«Inoltre», scrivono Jost e colleghi, «l’elevato tasso di ritenzione e l’efficacia di mantenimento valutati mediante uSFR e il punteggio GICS 16 settimane dopo l’iniezione in tutti i cicli di iniezione, possono indicare una durata di effetto superiore alle 16 settimane. Questi dati sono simili a quelli riportati per iniezioni di BoNT per il trattamento dell’iperidrosi».

I punti di forza di questo studio, secondo gli autori, includono la gamma di malattie neurologiche sottostanti, l’uso di due dosi di incobotulinumtoxinA e i cicli multipli di iniezione.

«Importante anche il fatto che un’efficacia simile è stata dimostrata con il trattamento a lungo termine in entrambi i gruppi di dose di incobotulinumtoxinA, offrendo ai medici la possibilità di adattare il dosaggio per soggetti con un cattivo stato di salute, maggiormente inclini a un rischio più elevato di AE, in particolare secchezza delle fauci e disfagia» concludono i ricercatori.

Messaggi da ricordare:

  1. Efficacia di incobotulinumtoxinA 75 o 100 U per la scialorrea cronica in pazienti con malattia di Parkinson per oltre 64 settimane.
  2. Riduzione costante della portata salivare non stimolata con entrambi i dosaggi.
  3. Miglioramento crescente degli esiti clinici con trattamento ripetuto nel tempo.
  4. Buona tollerabilità, con nessun ulteriore problema di sicurezza riportato durante 64 settimane di trattamento.