Bpco: segnali già nei fumatori con meno di 50 anni


Bpco precoce, segni di malattia già presenti nei fumatori di età inferiore ai 50 anni: i risultati di uno studio effettuato in Danimarca sono stati pubblicati su AJRCCM

Bpco precoce, segni di malattia già presenti nei fumatori di età inferiore ai 50 anni: i risultati di uno studio effettuato in Danimarca sono stati pubblicati su AJRCCM

Uno studio che ha utilizzato una nuova definizione di Bpco precoce ha dimostrato che quasi il 15% dei fumatori danesi di età inferiore ai 50 anni presenta i sintomi di malattia. I risultati, pubblicati su AJRCCM, sono di particolare rilevanza in quanto l’identificazione di adulti più giovani a rischio di sviluppo di Bpco potrebbe portare all’implementazione di misure preventive in grado di contrastarne l’insorgenza e arrestarne la progressione.

Razionale e disegno dello studio

Secondo una definizione di Bpco iniziale pubblicata nel 2018 (Am J Resp and Crit Care Med. 2018;197:1540-51), si è in presenza di questa condizione quando il rapporto FEV1/FVC è inferiore al limite inferiore di normalità (LLN) in individui di età inferiore a 50 anni con ≥10 pacchetti-anno di sigarette fumate. La definizione in questione presuppone anche il riscontro di anomalie ad una scansione Tac o di un declino di FEV1 (>60 ml/anno) che risulta accelerato rispetto a FVC.

L’obiettivo dello studio è stato, pertanto, quello di approfondire i dati sulla prevalenza, le caratteristiche e la prognosi degli individui con Bpco all’esordio nella popolazione generale danese.

A tal scopo è stato preso in considerazione un gruppo di 105.630 individui adulti, selezionati in modo randomizzato da una coorte di danese di popolazione. E’ stata utilizzata la definizione di Bpco precoce sopra indicata per calcolare gli outcome, eccezion fatta per gli ultimi due criteri (riscontro anomalie e declino FEV1).

Risultati principali

I ricercatori hanno identificato 8.064 individui di età inferiore ai 50 anni che fumavano 10 o più pacchetti-anno di sigarette. In questo gruppo, 1.175 (pari al 15%) soddisfacevano la definizione di Bpco precoce, con un 58% di fumatori. La coorte di fumatori è stata monitorata in un follow-up della durata di 14,4 anni.

Dai risultati di alcune analisi multivariate è emerso che gli individui con Bpco all’esordio, rispetto ai fumatori senza Bpco, erano gravati da un rischio di entità decisamente elevata di ospedalizzazione per malattia polmonare ostruttiva acuta  (HR=6,42; IC95%=3,39-12,2) e per polmonite acuta (HR= 2,03; IC95%=1,43-2,88), oltre che di morte per tutte le cause(HR=1,79; IC95%=1,28-2,52).

Le implicazioni dello studio
I soggetti con Bpco precoce presentano più frequentemente sintomatologia respiratoria cronica e alterazioni severe della funzione polmonare, accompagnate da un innalzamento del rischio di ospedalizzazione per riacutizzazioni respiratorie acute e di morte precoce.

I risultati dello studio sono interessanti in quanto hanno ampliato la comprensione  su quale fascia d’età di fumatori  sia a maggior rischio di Bpco.  Sarebbe auspicabile, a questo punto, poter avere anche i dati su individui ancora più giovani, per poter guidare meglio le decisioni terapeutiche future derivanti dalla disponibilità di nuovi farmaci in grado di poter alterare lo stato di malattia. Inoltre, una maggior focalizzazione degli studi su pazienti a rischio elevato più giovani potrebbe rivelarsi utile anche per incentivare le pratiche di disassuefazione al fumo di sigaretta.

Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso che uno dei limiti del loro lavoro consisteva nell’aver intercettato una casistica piuttosto eterogenea di pazienti, da quelli con malattia all’esordio e possibile evoluzione a Bpco  conclamata in età più avanzata a quelli già affetti da malattia all’inizio della quarta decade di vita. Sarebbe opportuno, pertanto, che i prossimi studi effettuassero una maggiore stratificazione fenotipica dei pazienti, al fine da rendere possibile lo sviluppo di una medicina personalizzata, mediante conferma e verifica del coinvolgimento di alcuni fattori genetici di rischio.