Emicrania e sonno scarso: una nuova scoperta


Emicrania e sonno scarso possono essere legati ma secondo un nuovo studio si scatena il giorno dopo e non la mattina successiva

Emicrania e sonno scarso possono essere legati ma secondo un nuovo studio si scatena il giorno dopo e non la mattina successiva

Molte persone considerano il sonno scarso un fattore scatenante la loro emicrania, problema che colpisce il 12% degli adulti ed è la seconda causa di disabilità in tutto il mondo. Sebbene lo scarso sonno possa scatenare l’emicrania, uno studio pubblicato su Neurology mostra come l’emicrania si scateni il giorno dopo e non la mattina successiva.

Questo studio ha valutato se durata insufficiente, elevata frammentazione e scarsa qualità del sonno sono associate temporalmente all’insorgenza dell’emicrania il giorno immediatamente successivo al periodo di sonno (giorno 0) e il giorno seguente (giorno 1).

Un totale di 98 adulti con emicrania episodica, definita come almeno 2 emicranie al mese negli ultimi 3 mesi, ha completato un diario elettronico del sonno (Consensus Sleep Diary). Ogni mattina, i pazienti rispondevano alle domande sui tempi del sonno, sulla qualità del sonno, sui risvegli e sui farmaci assunti. I pazienti hanno anche indossato un’attigrafia sul polso per 24 ore al giorno per 6 settimane.

Ricordiamo che l’attigrafia è un accelerometro a forma di orologio utilizzato per lo studio del ritmo circadiano (sonno-veglia). Un tecnico addestrato ha misurato l’efficacia e l’insorgenza del sonno sulla base dei dati raccolti dall’attigrafia.

Come parte del loro diario del sonno, i pazienti hanno riportato la presenza di mal di testa, il tempo di insorgenza e se il mal di testa era in corso. Quando il mal di testa si è risolto, i pazienti hanno registrato informazioni riguardanti il tempo di risoluzione, la durata, l’intensità del dolore, l’uso di farmaci per il mal di testa e se il loro mal di testa era “simile all’emicrania precedente o normale”.

Quando l’insorgenza del mal di testa è stata segnalata entro 1 giorno di calendario dalla risoluzione di un precedente mal di testa era considerata una ricaduta.
Sono stati registrati anche altri fattori di rischio per l’emicrania, tra cui l’uso di alcol, il ciclo mestruale, la quantità di bevande contenenti caffeina consumate e i minuti di attività fisica moderata e vigorosa nel giorno considerato.
I pazienti hanno anche registrato il loro livello di stress.

All’inizio della sperimentazione, oltre il 68% dei pazienti ha attribuito al sonno scarso la causa scatenante delle loro emicranie e circa un quarto dei pazienti ha utilizzato farmaci profilattici giornalieri per l’emicrania. Durante la valutazione alla sesta settimana, i pazienti hanno riportato un totale di 870 mal di testa con una media di 8,4 mal di testa per paziente.

Il tempo di sonno totale riportato dal diario medio era di 7,7 ore a notte, con bassi livelli di disturbi del sonno riportati, come notato dalla bassa veglia dopo l’insorgenza del sonno (WASO) e dall’elevata efficienza del sonno. La durata media del sonno stimata dall’attigrafia è stata di 7,3 ore.

I ricercatori hanno scoperto che nel giorno immediatamente successivo al periodo di sonno (giorno 0), non vi era alcuna associazione tra caratteristiche del sonno basate sul diario e mal di testa.

È interessante notare che la probabilità di avere mal di testa a seguito di una notte di risvegli registrati e bassa efficienza del sonno era inferiore al 36%.
I ricercatori hanno sottolineato che non è stata trovata alcuna associazione tra la durata del sonno più breve o più lunga stimata dall’attigrafia e il mal di testa (al giorno 0).

“Tuttavia, l’efficienza del sonno più bassa di notte è stata associata al successivo mal di testa non il giorno immediatamente successivo al sonno, ma il giorno seguente”, hanno precisato gli autori dello studio.

La bassa efficienza del sonno basata sul diario è stata associata con una probabilità del 39% maggiore di mal di testa il giorno seguente (giorno 1); non sono state osservate altre associazioni statisticamente significative. Sono state riscontrate anche maggiori probabilità di mal di testa il primo giorno dopo una notte di bassa efficienza del sonno valutata con attigrafia.

In conclusione, come evidenziato dagli autori: “I nostri risultati forniscono nuovi dati che dimostrano che mentre la breve durata del sonno notturno non sembra scatenare l’emicrania, la variabilità nella frammentazione del sonno precede temporaneamente l’insorgenza dell’emicrania”.