Disturbi vene epatiche: arriva la linea guida americana


L’American College of Gastroenterology ha pubblicato una nuova linea guida sui disturbi delle vene mesenteriche, portali ed epatiche e delle arterie mesenteriche ed epatiche

L'American College of Gastroenterology ha pubblicato una nuova linea guida sui disturbi delle vene mesenteriche, portali ed epatiche e delle arterie mesenteriche ed epatiche

L’American College of Gastroenterology ha pubblicato una nuova linea guida sui disturbi delle vene mesenteriche, portali ed epatiche e delle arterie mesenteriche ed epatiche, che possono portare a insufficienza epatica acuta, malattie epatiche croniche, ipertensione portale non cirrotica, cirrosi e carcinoma epatocellulare. Questa linea guida è stata pubblicata sull’American Journal of Gastroenterology.

Oltre ai rischi di incidenza di malattie epatiche, “questi disturbi svolgono un ruolo importante come fattori precipitanti per lo sviluppo e la progressione delle complicanze nei pazienti con malattia epatica cronica esistente” hanno evidenziato nel lavoro David A. Simonetto, della Mayo Clinic di Rochester, Minnesota e i suoi colleghi.

Gli autori hanno osservato che mentre la letteratura nel campo dei disturbi vascolari del fegato è scarsa, questi disturbi sono comuni nella pratica clinica.

Per i casi di cirrosi, le prove attuali mostrano che le vie emostatiche sono in gran parte intatte ma in un equilibrio precario che può spostarsi in presenza di sepsi, ipotermia o disfunzione renale verso coagulazione o sanguinamento inappropriati, soprattutto nella cirrosi scompensata.
La linea guida evidenzia e raccomanda i test viscoelastici su sangue intero che possano essere utili per evitare l’uso non necessario di emoderivati ​​prima di procedure invasive in pazienti con cirrosi e rapporto internazionale normalizzato prolungato, sebbene siano necessari ulteriori studi per stabilire parametri specifici.
Precisiamo che il rapporto internazionale normalizzato (INR) è un parametro che serve a valutare in modo più accurato il tempo di protrombina (PT) e viene utilizzato per eliminare la variabilità dei risultati ottenuti nei diversi laboratori.

Inoltre, dovrebbe essere eseguita un’indagine per la trombofilia (ipercoagulabilità o stato protrombotico) per la trombosi venosa portale e mesenterica tra i pazienti con cirrosi in assenza di un’eziologia evidente.

“La prevalenza di trombosi venosa portale (PVT) in pazienti con cirrosi è stata ampiamente segnalata dall’1% circa nella cirrosi compensata fino al 20% tra i pazienti elencati per il trapianto di fegato”, hanno scritto Simonetto e colleghi. “La prevalenza varia anche in base alla modalità di imaging utilizzata per la diagnosi di PVT e alla durata del follow-up.”

La linea guida raccomanda di ottenere l’esame ecografico doppler in pazienti con cirrosi di nuova diagnosi, insorgenza di ipertensione portale o scompenso epatico e che la valutazione endoscopica deve essere eseguita in pazienti con PVT cronico per valutare le varici esofagee e gastriche.

La linea guida, spiega Pharmastar, fornisce anche raccomandazioni sullo screening e sulla gestione della trombosi venosa mesenterica e portale in pazienti con e senza cirrosi, sindrome di Budd-Chiari, aneurismi dell’arteria mesenterica e telangiectasia emorragica ereditaria.

Ricordiamo che la sindrome di Budd-Chiari è un quadro clinico caratterizzato da ittero, epatomegalia e splenomegalia, ascite e ipertensione portale, causati da una occlusione delle vene epatiche (occlusione di almeno 2 vene su 3).

In conclusione, gli autori hanno evidenziato: “I disturbi vascolari del fegato sono comuni nella pratica clinica e i medici di medicina generale, i gastroenterologi e gli epatologi possono trarre beneficio da una guida esperta nella gestione di questi pazienti”.