Casa ex ministra Trenta: procura militare archivia inchiesta


La procura militare archivia l’inchiesta sulla casa dell’ex ministra Trenta. Al termine degli accertamenti non sarebbero emersi profili di reato militare

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La procura Militare di Roma ha archiviato il fascicolo di indagine riguardante l’appartamento di servizio assegnato a Elisabetta Trenta, quando ricopriva la carica di ministro della Difesa, e che l’esponente grillina ha mantenuto anche al termine del suo incarico dopo la riassegnazione dell’alloggio al marito militare.

Il fascicolo sul caso che aveva scatenato furiose polemiche, aperto a modello 45, era senza indagati ne’ ipotesi di reato. Al termine degli accertamenti, secondo quanto apprende l’agenzia di stampa Dire (www.dire.it), non sarebbero emersi profili di reato militare.

“Da ministro ho chiesto l’alloggio di servizio perche’ piu’ vicino alla sede lavorativa, nonche’ per opportune esigenze di sicurezza e riservatezza. L’alloggio e’ stato assegnato ad aprile 2019, seguendo l’opportuna e necessaria procedura amministrativa, esitata con un provvedimento formale di assegnazione da parte del competente ufficio” si era difesa l’ex ministra Elisabetta Trenta su Facebook.

“Quando ho lasciato l’incarico, avrei avuto, secondo regolamento, tre mesi di tempo per poter lasciare l’appartamento; termine ancora non scaduto (scadenza tre mesi dal giuramento del nuovo governo, vale a dire 5 dicembre 2019). Come e’ noto, mio marito e’ ufficiale dell’Esercito Italiano con il grado di maggiore e svolge attualmente un incarico di prima fascia, incarico per il quale e’ prevista l’assegnazione di un alloggio del medesimo livello di quello che era stato a me assegnato (infatti a me non era stato concesso un alloggio ASIR – cosiddetto di rappresentanza – ma un alloggio ASI di prima fascia). Pertanto, avendo mio marito richiesto un alloggio di servizio, per evitare ulteriori aggravi economici all’amministrazione (a cui competono le spese di trasloco, etc.), e’ stato riassegnato lo stesso precedentemente concesso a me, previa richiesta e secondo la medesima procedura di cui sopra”, aveva aggiunto.