Asma variante con tosse: valori di ossido nitrico esalato aiutano diagnosi


Misurare i livelli di ossido nitrico esalato può agevolare la diagnosi di asma variante con tosse, una forma della malattia difficile da individuare

Misurare i livelli di ossido nitrico esalato può agevolare la diagnosi di asma variante con tosse, una forma della malattia difficile da individuare

Si caratterizza per una tosse cronica secca, non produttiva, in assenza di sibili respiratori o dispnea: è la cosiddetta “asma variante con tosse”, una condizione clinica frequentemente sotto-diagnosticata perché quasi sempre accompagnata da valori spirometrici nella norma, che escludono troppo presto una diagnosi di asma. Questa forma asmatica condivide con l’asma classico alcune caratteristiche comuni quali l’infiammazione eosinofila e il rimodellamento delle vie aeree (ispessimento della membrana sottobasale e iperplasia delle cellule caliciformi).

Ma come porsi, allora, il dubbio diagnostico in presenza di un quadro simile a quello sopra descritto? Stando ai risultati di uno studio presentato nel corso dell’edizione annuale del congresso dell’ACAAI (American College of Allergy, Asthma and Immunology), tenutosi recentemente a Houston (Usa), potrebbe essere utile misurare i livelli di ossido nitrico esalato (FeNO), un marker dell’infiammazione delle vie aeree nell’asma. I soggetti asmatici producono elevate quantità di ossido nitrico (No) nell’aria espirata e la produzione di No è correlata con il grado di infiammazione eosinofilica delle vie aeree.

Lo studio

Per verificare la possibilità di ricorrere alle misure di FeNO nel diagnosticare l’asma variante con tosse in pazienti con tosse cronica sospetta, i ricercatori hanno reclutato 32 pazienti (aventi un’età media pari a 42,5 anni), con tosse riferita di durata superiore a 2 mesi, spirometria nella norma e punteggi anomali riportati al test di controllo dell’asma (ACT), nonché 9 pazienti “controllo” (età media pari a 47 anni) con spirometria nella norma e valori normali riportati al test ACT.

Entrambi i gruppi di pazienti erano risultati positivi al test cutaneo di esposizione ad allergeni ambientali, mostravano una radiografia del torace nella norma e presentavano una conta eosinofilica entro i parametri fisiologici.

Dai risultati è emerso che, la quasi totalità dei pazienti con tosse cronica (91%) era caratterizzata da livelli elevati di FeNO, con valori medi riportati pari a 64,4 ppb rispetto al valore ottimale di cutoff, fissato a 25 ppb. Non solo: il 60% di questi pazienti mostrava anche un punteggio ACT anomalo, pari a 15,4, indicativo di scarso controllo della condizione asmatica.

I pazienti del gruppo di controllo, al contrario, hanno mostrato livelli di FeNO nella norma, con valori medi riportati pari a 16 ppb e punteggi ACT normali.

Lo studio, pertanto, suggerisce l’utilità del ricorso alla misurazione dei livelli di FeNO per la diagnosi di asma variante con tosse di tipo 2, caratterizzata da tosse sospetta di lunga durata, e indica che questo marker potrebbe non solo agevolare il corretto processo di diagnosi, ma anche avere un impatto positivo sui costi derivanti da un trattamento inappropriato e dal peggioramento della sintomatologia.