Prevenzione tumori: in pochi seguono le raccomandazioni


Prevenzione dei tumori: sono ancora troppo poche le persone che seguono le raccomandazioni mediche, complici a volte informazioni poco chiare

Prevenzione dei tumori: sono ancora troppo poche le persone che seguono le raccomandazioni mediche, complici a volte informazioni poco chiare

Oltre la metà degli americani adulti (57 per cento) si preoccupa del rischio di sviluppare un tumore nel corso della vita, ma solo uno su quattro (24 per cento) fa quotidianamente qualcosa di concreto per prevenire la malattia. Sono i più recenti risultati del National Cancer Opinion Survey, un sondaggio promosso nel 2017 dalla Società americana di oncologia medica (ASCO) e che ogni anno fotografa abitudini e convinzioni degli adulti statunitensi sul tema cancro. “Il sondaggio ci aiuta a capire meglio il punto di vista della popolazione su diversi temi e mette in luce le aree sulle quali è importante lavorare” spiega Howard Burris, presidente ASCO, che poi aggiunge: “I risultati del 2019 fanno riflettere sullo stato della prevenzione e ci fanno capire che servono grandi sforzi per informare le persone, a partire dai più giovani.”

Fattori di rischio, questi sconosciuti

Il 25 per cento degli americani è convinto di non poter fare nulla per prevenire il cancro. Niente di più sbagliato. Come ricordano anche gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il 30-50 per cento circa di tutti i tumori (la stima varia a seconda degli studi) è prevenibile e la prevenzione rappresenta la migliore strategia in termini di rapporto costo-efficacia per il controllo del cancro.

I fattori di rischio più noti su cui possiamo intervenire sono l’obesità, il consumo di alcol e l’abitudine al fumo (in particolare di prodotti con tabacco). Ancora troppe persone non si rendono conto del loro ruolo nello sviluppo del cancro: solo il 36 per cento degli intervistati collega l’obesità alla possibilità di sviluppare un tumore e la percentuale scende al 31 per cento per l’alcol. Di contro non mancano falsi miti e credenze non corrette sul rischio oncologico, tanto che un americano su 10 (9 per cento) crede che il caffè causi il tumore e il 16 per cento è convinto che l’uso del telefono cellulare sia pericoloso.

Anche l’Italia può e deve migliorare

Attualmente non esiste una versione italiana del sondaggio statunitense condotto ogni anno da ASCO, ma un maggiore impegno nel sensibilizzare la popolazione nei confronti della prevenzione e nel mettere a disposizione delle persone informazioni complete e chiare è importante anche per noi. Lo dimostrano, per esempio, i dati di adesione ai programmi di screening oncologico nazionale: solo il 55 per cento delle donne invitate a partecipare allo screening per il tumore della mammella, una mammografia ogni due anni, si è sottoposta all’esame nel 2017. Nello stesso anno l’adesione allo screening per il tumore del colon con il test per la ricerca di sangue occulto nelle feci è stata del 41 per cento e quella per il tumore della cervice uterina con Pap test o la ricerca del DNA di Papillomavirus del 39,9 per cento. Anche se alcune persone potrebbero aver eseguito i test di screening al di fuori dei programmi nazionali, resta il fatto che i numeri riportati dall’Osservatorio nazionale screening lasciano ampio spazio di miglioramento.

Poco attenti alle abitudini

Anche per quanto riguarda l’adozione di stili di vita salutari in Italia si può fare di più: il Rapporto 2018 dell’Istituto superiore di sanità su prevenzione e controllo del tabagismo dice che ancora oggi un italiano su 5 (19 per cento) fuma e che i fumatori sono più numerosi tra gli uomini (23,3 per cento) che tra le donne (15 per cento). Il consumo di alcol e l’obesità sono fenomeni che preoccupano già nelle fasce più giovani dato che, secondo dati recenti, il 43 per cento dei ragazzi e delle ragazze di 15 anni ha dichiarato di avere sperimentato il binge drinking (consumo di 5 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione), mentre nelle scuole primarie italiane sono obesi il 21 per cento dei bambini e il 14 per cento delle bambine.

Chi l’ha detto?

Sono tante le domande che le persone si pongono pensando al cancro e alle azioni concrete che si possono mettere in campo per tenerlo alla larga. La scienza ha in molti casi le risposte, ma spesso queste non arrivano in modo diretto e corretto al pubblico e il rischio di incomprensioni e fraintendimenti è molto elevato.

Dal sondaggio statunitense emerge, per esempio, che 8 americani su 10 pensano che ci siano molte informazioni disponibili in rete su come prevenire i tumori, ma sembra anche che la maggior parte di queste persone abbia difficoltà a capire se fidarsi o meno delle informazioni trovate. “È necessario parlare regolarmente con il proprio medico per capire come ridurre il rischio di ammalarsi di cancro e di altre malattie croniche” afferma Howard Burris. Ma dal momento che molte persone oggi si rivolgono a internet per cercare informazioni sulla salute – lo ha fatto il 24 per cento degli americani inclusi nel sondaggio – è fondamentale che abbiano a disposizione siti davvero affidabili da consultare.

Prevenzione dei tumori: dalla teoria alla pratica

Due terzi degli americani (66 per cento) non sa di quali fonti fidarsi nella ricerca di informazioni sul cancro e una percentuale simile afferma che è difficile capire quali sono le azioni più importanti da mettere in pratica per prevenire i tumori. Generalizzare è sempre rischioso, ma ci sono alcuni suggerimenti di base che possono in molti casi essere seguiti nella vita quotidiana senza grandi difficoltà.

Nel Codice europeo contro il cancro, giunto al suo quarto aggiornamento da parte dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) di Lione, sono per esempio racchiusi 12 consigli per prevenire i tumori. Tra questi, non fumare e far sì che non si fumi in casa; attivarsi per mantenere il proprio peso entro i limiti raccomandati; seguire una dieta varia ed equilibrata; limitare il consumo di alcol e l’esposizione al sole; e tante altre indicazioni descritte in dettaglio in un approfondimento dedicato sul sito AIRC.