Ibuprofene: nuova analisi mette in luce versatilità


Ibuprofene da 50 anni sul mercato: nuova analisi fornisce evidenze a favore del suo utilizzo in diverse condizioni accompagnate da dolore

Ibuprofene da 50 anni sul mercato: nuova analisi fornisce evidenze a favore del suo utilizzo in diverse condizioni accompagnate da dolore

L’ibuprofene è arrivato per la prima volta sul mercato 50 anni fa e rapidamente è passato alle vendite come farmaco da banco. Ad aprile 2019, l’ANSM (Agenzia Nazionale francese per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti per la salute) ha emesso un avvertimento per l’utilizzo dei FANS in pazienti con malattie infettive basato su un’analisi di dati di sicurezza su ibuprofene e ketoprofene in 20 anni di vita reale. Per tale motivo è stata condotta un’analisi, pubblicata su Advances in Therapy, che fornisce evidenze a favore del suo utilizzo in diverse condizioni accompagnate da dolore.

L’ibuprofene rimane un pilastro nell’armamentario analgesico nonostante l’avvertimento dell’autorità regolatoria francese. A supporto della sua validità ci sono numerosi studi clinici randomizzati, studi testa a testa, e decenni di esperienza clinica.
In questa revisione della letteratura gli autori offrono una revisione della sicurezza dell’ibuprofene e come può differire dagli altri FANS.

Innanzitutto, gli autori spiegano che tra tutti i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), ibuprofene ha un rischio relativamente basso di insorgenza di malattie cardiovascolari ed effetti collaterali a livello cardiaco.

Il suo utilizzo è stato associato ad effetti avversi renali ed epatici, che sembrano dipendere dalla dose, dall’assunzione concomitante di altri farmaci e dalla specifica popolazione di pazienti e la loro incidenza è relativamente rara. Si conoscono anche effetti gastrointestinali collegati al suo utilizzo ma anche in questo caso in specifiche popolazioni di pazienti.

L’associazione dell’ibuprofene con le infezioni è invece più complessa in quanto la sua assunzione conferisce rischi in alcune situazioni ma ne beneficia in altre, quest’ultimo è il caso della fibrosi cistica.
Tuttavia, in quasi 50 anni di esperienza, il ruolo di ibuprofene come fattore contributivo nelle infezioni non è stato ancora dimostrato.

Stanno emergendo sempre più dati sul suo ruolo come possibile distruttore endocrino così come il suo potenziale effetto antiproliferativo per le cellule tumorali. Questi argomenti sono la base di nuove ricerche in fase di studio.
Nel complesso, l’ibuprofene ha un profilo di sicurezza favorevole ed è un analgesico efficace per molte condizioni di dolore acute e croniche, sebbene come altri FANS non è privo di rischi.

Da gennaio 2018 sono apparse oltre 1200 pubblicazioni su ibuprofene ed il suo ruolo nel trattamento di molte condizioni.

Nell’ultimo mezzo secolo, l’ibuprofene ha guadagnato un posto nell’armamentario analgesico come un prodotto analgesico versatile con un favorevole profilo di sicurezza. Le sue proprietà farmacologiche e selettività COX (né fortemente COX-1 né COX-2) lo hanno fatto classificare tra i più sicuri degli antidolorifici del FANS.

Mentre tutti i FANS forniscono controllo efficace del dolore per molti tipi di condizioni dolorose, come artrite reumatoide (RA), artrosi, dolore alla schiena, mal di testa e altri, vanno considerati anche gli aspetti relativi alla sicurezza; da questo punto di vista gli antinfiammatori non steroidei non sono tutti uguali e per tale motivo i medici devono sempre cercare di bilanciare rischi e benefici.

Nelle loro conclusioni, gli autori ribadiscono l’efficacia e la sicurezza maggiore dell’ibuprofene rispetto ad altre molecole ma che anche il suo utilizzo potrebbe non essere appropriato per tutti i pazienti e pertanto i medici dovrebbero valutare le prove e la sicurezza quando si effettuano scelte di prescrizione o si consigliano prodotti OTC ai propri pazienti.