Schistosomiasi, la malattia dei viaggi ai Tropici


Schistosomiasi: attenzione ai bagni nelle acque dolci tropicali, potreste tornare con un “amico” poco gradito. Ecco la malattia da vermi parassiti

Schistosomiasi: attenzione ai bagni nelle acque dolci tropicali, potreste tornare con un “amico” poco gradito. Ecco la malattia da vermi parassiti

Basta poco perché una vacanza da sogno si trasformi in una vacanza da incubo, soprattutto se siete amanti dell’avventura e dei paesi tropicali. La Schistosomiasi (o Bilharziosi) è una malattia dovuta all’infestazione del nostro organismo da parte di vermi platelminti appartenenti al genere Schistosoma. È una delle più diffuse malattie da vermi parassiti, presente soprattutto in Africa, in America Meridionale e in Estremo Oriente; si calcola che al mondo vi siano più di 200 milioni di persone affette (di queste il 10% è gravemente sintomatico). L’uomo contrae la malattia bagnandosi in acque contenenti le larve del parassita (cercarie): queste si attaccano alla cute, vi penetrano e dai vasi capillari superficiali raggiungo i diversi organi del nostro corpo, qui le uova si accumulano portando alla comparsa di sintomi causati dalla cicatrizzazione dei tessuti. Risponde ad alcune utili domande il Direttore Malattie Infettive dell’Ospedale Niguarda.

Quali sono i sintomi?

Non sempre la penetrazione del parassita attraverso la pelle può dare un’eruzione cutanea nei punti di contatto con l’acqua. Dopo 6-8 settimane, in una minoranza di soggetti, può esserci una reazione allergica che si chiama febbre di Katayama e che si caratterizza per prurito diffuso, cefalea e malessere generale.

Nella maggior parte dei soggetti l’infestazione è asintomatica ma dopo mesi od anche anni possono comparire i sintomi dovuti all’accumulo delle uova a livello degli organi interni. L’intestino può essere interessato e si possono avere disturbi che vanno dai dolori addominali alla diarrea (anche con presenza di sangue nelle feci), fino all’occlusione intestinale. L’accumulo nei vasi che irrorano il fegato può dare come sintomo più evidente la perdita di sangue dall’esofago (nel mondo la Schistosomiasi è, infatti, la prima causa di emorragia da varici esofagee).

La localizzazione urinaria, invece, può portare a cistiti, ma anche ad altre alterazioni come cervicite e salpingite nella donna e prostatite nell’uomo, che nelle forme più severe possono portare fino all’infertilità.

E la terapia per la schistosomiasi?

Per fortuna basta un giorno di terapia per debellare l’infezione. Il farmaco si chiama praziquantel e va acquistato in Svizzera o nella Città del Vaticano, in Italia, infatti, non è disponibile se non per uso veterinario. Tuttavia se non potete fare a meno di mete esotiche e di vacanze a stretto contatto con la natura ricordatevi al vostro ritorno di mettere in agenda un check-up in strutture specializzate: un semplice esame del sangue (a 4-8 settimane dal ritorno) con indagini parassitologiche mirate servirà ad accertarsi che gli unici souvenir della vacanza siano quelli nella vostra valigia.

Qual è il ciclo vitale del parassita?

Quando una persona infestata dal parassita urina o espelle feci nelle acque di uno stagno, di un lago, di un torrente o di un fiume, libera le uova del parassita anche fino a un milione al giorno. Quando le uova vengono a contatto con l’acqua, si aprono e i parassiti ne fuoriescono. Spostandosi con l’aiuto di minuscoli peli che hanno sul corpo, i parassiti raggiungono un particolare mollusco: una lumaca d’acqua dolce in cui penetrano. All’interno della lumaca si moltiplicano per le successive 4-7 settimane. Quando lasciano la lumaca, hanno solo 48 ore per trovare una persona o un altro mammifero in cui entrare. Altrimenti moriranno.