Diabete: glucocorticoidi possono aumentare il rischio


I glucocorticoidi possono aumentare il rischio di sviluppare il diabete secondo uno studio presentato al congresso della Society for Endocrinology

I glucocorticoidi possono aumentare il rischio di sviluppare il diabete secondo uno studio presentato al congresso della Society for Endocrinology

I glucocorticoidi sono farmaci antinfiammatori spesso prescritti per il trattamento di varie condizioni, come allergie, asma e patologie reumatiche. Ma il loro uso continuato sembrerebbe poter aumentare il rischio di sviluppare il diabete, secondo i risultati di uno studio presentato al congresso della Society for Endocrinology tenutosi a Brighton, in UK.

Nel Regno Unito il 2-3% della popolazione è sottoposto a terapia con glucocorticoidi, i cui effetti collaterali significativi non si limitano all’uso cronico. Anche la somministrazione ripetuta a breve termine è associata a un aumento della morbilità e della mortalità, ma mancano ancora dati sulla dose cumulativa responsabile degli eventi avversi che si riscontrano durante il trattamento.

Come con la maggior parte dei farmaci, anche i glucocorticoidi possono provocare numerosi effetti collaterali, come secchezza e scolorimento della pelle, mancanza di respiro e problemi con il sonno. A dosi più elevate, alcuni individui hanno riportato anche stati d’animo depressivi e ipertensione.

Questa nuova ricerca condotta dall’Università la Sapienza di Roma e dall’Università di Oxford nel Regno Unito da Riccardo Pofi e Jeremy Tomlinson suggerisce che questi farmaci potrebbero avere conseguenze a lungo termine per la salute, come aumentare il rischio di sviluppare il diabete.

Gli steroidi influiscono sulla regolazione della glicemia
Il team di ricerca ha reclutato 16 volontari maschi sani dalla Oxford Bio-Bank che sono stati divisi in 2 gruppi di controllo abbinati per età e indice di massa corporea (BMI): 6 volontari hanno ricevuto 10 mg dello steroide prednisolone e 10 volontari 15 mg per 7 giorni, due dosaggi che, spiegano i ricercatori, i medici di solito prescrivono ai loro pazienti.

Sono stati registrati i parametri antropometrici e metabolici e tutti i pazienti sono stati sottoposti a clamp iperinsulinemico euglicemico (HEC) a basso dosaggio, prima e dopo il trattamento, dove il valore M risultante dall’HEC costituiva la principale misura di esito.

L’HEC è un test che costituisce la metodica di riferimento per misurare la sensibilità dei tessuti all’insulina esogena. S basa sull’infusione di una quota di insulina tale da portare i valori ematici dell’ormone a un livello costante di 100 microU/ml per 120 minuti. La misurazione della quantità di glucosio necessaria per mantenere livelli glicemici normali studia la capacità dell’insulina esogena di far penetrare il glucosio nei tessuti. In una condizione di iperinsulinismo controllato e mantenuto costante, la quantità (variabile) di glucosio infusa nell’unità di tempo corrisponde alla quantità di glucosio utilizzata dai tessuti periferici con trasporto dipendente dall’attività insulinica (valore M mg/kg/min).

Alla fine di una settimana di trattamento, i ricercatori hanno misurato nei partecipanti sia i normali biomarcatori, come i livelli di zucchero nel sangue a digiuno e il peso, sia i marcatori metabolici. Hanno scoperto che, mentre la maggior parte dei parametri non sono stati influenzati dal farmaco, il trattamento sembra avere un impatto negativo sui meccanismi di regolazione della glicemia. A lungo termine questo può comportare un aumento del rischio di diabete.

«In questa piccola coorte di volontari maschi sani, abbiamo dimostrato che il trattamento con glucocorticoidi è associato a un peggioramento della sensibilità all’insulina attraverso un effetto dose-dipendente», hanno concluso gli autori. «Inoltre, la diminuzione del potassio sierico è alla base dell’attività mineralcorticoide dose-dipendente dei glucocorticoidi».

«Questo è il primo studio che ha esaminato gli effetti metabolici a brevissimo termine delle dosi normalmente prescritte di glucocorticoidi su adulti sani e indica che, anche a dosaggi non elevati, questi farmaci possono compromettere il metabolismo del glucosio, suggerendo un aumento del rischio di diabete con il trattamento continuato» ha detto Pofi.

Il ricercatore sostiene che i risultati della sperimentazione indicano la necessità di considerare con molta attenzione il dosaggio di questi antinfiammatori, per assicurarsi che i benefici superino i potenziali rischi. «Questa ricerca suggerisce che dobbiamo valutare più accuratamente l’uso dei glucocorticoidi nei pazienti per prevenire e ridurre gli effetti indesiderati, specialmente in coloro per i quali la terapia steroidea è essenziale per la vita» ha aggiunto.

Gli autori sottolineano la necessità di condurre studi più ampi e conclusivi per confermare la validità dei risultati attuali. Pofi sta pianificando di studiare se ci sono modi per ridurre o prevenire l’impatto metabolico del trattamento con glucocorticoidi.