Vaccino Tat nuova frontiera contro il virus HIV


Hiv: nuovi approcci terapeutici grazie alla somministrazione del vaccino Tat a pazienti in terapia antiretrovitale

Hiv: nuovi approcci terapeutici grazie alla somministrazione del vaccino Tat a pazienti in terapia antiretrovitale

Negli ultimi anni la ricerca in campo di Hiv/Aids sta dando risultati positivi ed incoraggianti sulla cura funzionale del virus. Uno degli ultimi studi effettuati dall’equipe del Centro Nazionale per Ricerca su HIV/AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità apre la strada a nuovi approcci terapeutici grazie alla somministrazione del vaccino Tat a pazienti in terapia antiretrovitale (chiamata cART).

Il vaccino Tat, spiega l’Agenzia Dire Giovani (www.diregiovani.it), sarebbe capace di ridurre “il serbatoio di virus latente” inattaccabile dalla sola cART, come afferma la dott.ssa Ensoli Barbara dell’ISS, e che rimane invisibile al sistema immunitario. Sarebbe un’importante opportunità per la gestione clinica a lungo termine delle persone con HIV, perchè potrebbe ridurre la tossicità associata ai farmaci e migliorare l’aderenza alla terapia. In particolare, questo vaccino terapeutico ha come bersaglio la proteina Tat del virus HIV che viene prodotta nelle prime fasi dell’infezione e che indebolisce il sistema immunitario facendo progredire la malattia. Inoltre esso, secondo gli esperti, sarebbe in grado di neutralizzare la proteina incrementando l’efficacia delle attuali terapie contro le principali forme del virus e, soprattutto, potrebbe aumentare l’aspettativa di vita delle persone sieropositive.

Si tratterebbe quindi di una cura e non di un vaccino preventivo che andrebbe a potenziare gli antiretrovirali e che consentirebbe di sospendere le terapie riducendo così gli effetti collaterali dannosi di quest’ultime. Anche in ambito pediatrico emergono importanti novità sperimentali.

L’equipe dell’Unità Operativa di Infettivologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù lo scorso novembre 2018 ha dichiarato che nel 2019 sarebbe partita la seconda sperimentazione del primo vaccino terapeutico pediatrico contro l’HIV in collaborazione con il Karolinska Instituet di Stoccolma.

La prima sperimentazione aveva riguardato 20 bambini nati infetti per via materna (contagio “verticale”), un tipo di trasmissione della malattia che interessa il 95% dei nuovi casi pediatrici ogni anno. La somministrazione del vaccino terapeutico, abbinata alla terapia antiretrovirale classica, aveva ottenuto risultati positivi determinando il significativo aumento di risposte immunologiche potenzialmente in grado di consentire il controllo della replicazione del virus dell’HIV.

Come afferma il dott. Paolo Palma (equipe Ospedale Bamno Gesù di Roma), questa sarà una sfida importante da affrontare per riuscire ad ottenere un controllo della malattia tale da indurre al minimo nei bambini il ricorso alle terapie antiretrovirali, che sono certamente molto efficaci ma gravate di tossicità nel lungo termine e potrebbe ridurre il rischio dei fallimenti terapeutici legati alla ridotta aderenza nel tempo alle cure.

Lo sapevi che…

I vaccini “terapeutici” si distinguono da quelli “profilattici” in quanto i primi servono a curare persone già infette, mentre i secondi hanno una funzione preventiva (si prendono da sani per evitare i contagi). Non esiste purtroppo al momento un vaccino profilattico contro l’HIV.

L’infezione da HIV in età pediatrica rappresenta oggi una realtà in regressione nei Paesi industrializzati come l’Italia. L’infezione madre-bambino risulta un evento sempre più raro confinato a realtà sociali che sfuggono alle maglie di prevenzione ormai piuttosto consolidate. Nuovi casi d’infezioni, tuttavia, sono descritti negli adolescenti che rappresentano una popolazione particolarmente a rischio.

Le più frequenti malattie sessualmente trasmissibili rimangono la candida, la tricomonas, le epatiti, la pediculosi, la gonorrea, la sifilide, la clamidia, infezione quest’ultima che se non trattata in tempo, può causare complicanze future nella fertilità. Tra tutte, la più nota e temuta e’ l’HIV. Oggi, inoltre, si pone una particolare attenzione al papilloma virus umano (Hpv), maggiormente diffuso tra i giovani.

Esistono tre diverse modalità di trasmissione dell’Hiv: via ematica, via materno-fetale e via sessuale. La trasmissione per via ematica avviene attraverso trasfusioni di sangue infetto o attraverso lo scambio di siringhe infette. La trasmissione da madre a figlio, detta trasmissione verticale, può avvenire durante la gravidanza, durante il parto, o con l’allattamento. Per stabilire se è avvenuto il contagio il bambino deve essere sottoposto a controlli ripetuti in strutture specializzate entro i primi sei mesi di vita. Per la sicurezza del neonato, tutte le coppie che intendono avere un bambino dovrebbero sottoporsi al test per l’Hiv. Invece, la trasmissione per via sessuale è nel mondo la modalità di trasmissione più diffusa dell’infezione da Hiv. I rapporti sessuali non protetti dal preservativo, possono essere causa di trasmissione dell’infezione.