Rizoartrosi, il dolore al pollice: quando serve l’intervento


Rizoartrosi, quel dolore che colpisce il pollice: ecco quando serve l’intervento chirurgico per la patologia che colpisce in prevalenza le donne

Rizoartrosi, quel dolore che colpisce il pollice: ecco quando serve l'intervento chirurgico per la patologia che colpisce in prevalenza le donne

Un dolore alla base del pollice che impedisce gesti quotidiani come prendere una chiave per aprire una serratura o sostenere la penna mentre si scrive. E’ il sintomo d’esordio della rizoartrosi, una patologia che colpisce l’articolazione trapezio-metacarpale: è quella che permette il movimento del primo dito della mano e che per questo è conosciuta anche come “artrosi del pollice”. Ne parla il chirurgo della mano dell’Ospedale Niguarda.

Cos’è la rizoartrosi?

Si tratta di una patologia che interessa principalmente le donne, l’esordio tipico è intorno ai cinquant’anni. In genere si manifesta senza una causa precisa e con meccanismi di tipo degenerativo, spesso su base ereditaria; a volte può essere la conseguenza di un trauma, di un’infezione, anche se è molto raro, o di un processo di tipo reumatologico dell’articolazione stessa. In alcuni casi, se non si interviene per tempo, si può arrivare ad una deformazione progressiva della mano, con un rigonfiamento (sub-lussazione) della base del pollice ed una deviazione interna del dito verso il palmo.

Come si procede per la diagnosi e per il trattamento di prima fase?

La radiografia della mano permette di fare una diagnosi più precisa, delineando la gravità del quadro e il grado d’interessamento delle altre articolazioni. Il trattamento inizialmente è conservativo e consiste nell’utilizzo di tutori che tengano il pollice in una posizione di riposo.

Quando si opta per la soluzione chirurgica?

Quando la sintomatologia dolorosa non è più controllabile dal punto di vista medico, e quando vi è un’evoluzione importante della malattia tale da rendere necessario l’intervento per scongiurare il blocco dell’articolazione.

Come si interviene?

L’intervento consiste fondamentalmente nell’eliminare l’articolazione malata. Questo si ottiene sostanzialmente in due modi diversi, ovvero la fusione delle 2 ossa, artrodesi, oppure la rimozione del trapezio, trapeziectomia, e la sua sostituzione con del materiale biologico oppure una protesi.La scelta dell’intervento da eseguire va fatta caso per caso in base alla gravità del quadro. Generalmente l’artrodesi viene riservata ai pazienti più giovani, mentre la trapeziectomia invece viene utilizzata nei pazienti con età più avanzata.

Quali sono le tappe del post-operatorio?

Dopo l’intervento si applica un tutore o una stecca gessata alla mano che verrà mantenuta per circa 3-4 settimane. Nell’arco di 2 settimane il dolore post operatorio diminuisce gradualmente; dopo circa 3-4 settimane si possono riprendere le proprie attività quotidiane.