Artrite psoriasica: impiego di guselkumab promettente


Artrite psoriasica, primi dati di efficacia per guselkumab in fase 3 sulla malattia attiva: i risultati presentati al Congresso dell’American College of Rheumatology di Madrid

Artrite psoriasica, primi dati di efficacia per guselkumab in fase 3 sulla malattia attiva: i risultati presentati al Congresso dell'American College of Rheumatology di Madrid

Sono stati presentati per la prima volta, in occasione del congresso dell’American College of Rheumatology di Madrid, i risultati a 24 settimane degli studi DISCOVER-1 e DISCOVER-2 sull’impiego di guselkumab, inibitore di IL-23, nell’artrite psoriasica attiva (PsA).

I risultati sono incoraggianti in quanto hanno documentato la capacità del farmaco, attualmente disponibile in Italia per il trattamento di pazienti adulti con psoriasi a placche da moderata a grave, candidati alla terapia sistemica, di soddisfare la risposta ACR20 in una proporzione di pazienti più ampia di quella osservata nel gruppo placebo.

Ecco, di seguito, una breve disamina dei risultati presentati al Congresso, a cura di Pharmastar.

Studio DISCOVER-1: endpoint primario raggiunto in pazienti naive ai farmaci biologici o non responder a trattamento con farmaci anti-TNF
DISCOVER-1 è un trial randomizzato, in doppio cieco, multicentrico, di fase 3, che ha valutato l’efficacia e la sicurezza di guselkumab, somministrato mediante iniezione sottocute, in pazienti con PsA attiva, compresi quelli precedentemente trattati con un farmaco anti-TNF. Il farmaco, della durata prevista di un anno ha reclutato 381 pazienti, randomizzati a trattamento mensile con il farmaco (100 mg) o a placebo e consta di più fasi: 1) una fase di screening della durata di 6 settimane; 2) una fase di trattamento in cieco, fino a 52 settimane, che prevede un periodo controllato vs. placebo da 0 a 24 settimane e un periodo di trattamento solo con guselkumab fino a 52 settimane; 3) una fase di follow-up di safety della durata di 8 settimane, successive alla 52esima settimana; 4) una fase della durata di 12 settimana, avente inizio dall’ultima somministrazione del farmaco assegnato dalla randomizzazione (48esima settimana) fino alla visita finale nella fase di follow-up di safety.

Oltre all’endpoint primario della risposta ACR20, lo studio prevedeva la valutazione di numerosi endpoint secondari, quali la risposta ACR50/70, la risoluzione dell’entesite e della dattilite, l’attività di malattia (misurata mediante punteggio DAS28-CRP, il miglioramento della funzione fisica (HAQ-DI) e degli outcome generali di salute (SF-36 PCS e MCS).

Dai risultati a 24 settimane presentati al Congresso, è emerso che il 59% di pazienti adulti con PsA attiva, trattati con guselkumab a cadenza mensile e il 52% dei pazienti trattati con questo farmaco prima mensilmente e, dalla quarta settimana in poi, ogni 2 mesi, avevano soddisfatto l’endpoint primario dello studio (risposta ACR20) rispetto al 22% dei pazienti del gruppo placebo (p<0,001 per entrambi).

Conferme di efficacia a 24 settimane anche sugli endpoint secondari
Tra i pazienti che avevano una BSA coperta da psoriasi ≥3  e che totalizzavano un punteggio IGA (Investigator Global Assessment) ≥2 al basale, il 75% dei pazienti trattati mensilmente con guselkumab e il 57% di quelli trattati con il farmaco ogni 2 mesi ha raggiunto un punteggio IGA pari a 0 (chiazza psoriasica sparita) or 1 (residui placca psoriasica) insieme ad una riduzione >2 gradi, rispetto al 15% dei pazienti trattati con placebo (p<0,001 per entrambi).

Non solo: lo studio ha documentato proporzioni maggiori di pazienti che hanno raggiunto la risposta ACR20 a 16 settimane, la risposta ACR50 a 16 e a 24 settimane, la risposta ACR70 a 24 settimane, e le risposte PASI75/90/100 a 24 settimane.

Quanto alla safety, i risultati non si sono discostati dal profilo di sicurezza già noto per il farmaco, con un numero di eventi avversi seri, infezioni gravi e decessi pari, rispettivamente a 9 su 381 nel primo caso (2,4%), 2 su 381 nel secondo (0,5%) e 1 su 381 nell’ultimo caso (0,3%), rispettivamente.

Studio DISCOVER-2: endpoint primario raggiunto in pazienti naive ai farmaci biologici
DISCOVER-2 è un trial randomizzato, in doppio cieco, multicentrico e di fase 3 che ha valutato efficacia e sicurezza di guselkumab, somministrato sottocute in pazienti con artrite psoriasica attiva, che ha reclutato 739 pazienti.

Lo studio ha una durata prevista pari, approssimativamente a 2 anni e si compone di diverse fasi: 1) una fase di screening della durata di 6 settimane; 2) una fase in cieco (della durata approssimativa di 100 settimana) che include un periodo controllato vs. placebo, da 0 a 24 settimane, e un periodo di trattamento solo con il farmaco attivo, da 24 a 100 settimane; 3) un follow-up di safety della durata pari a 12 settimane dopo l’ultima somministrazione del farmaco in studio.

Anche lo studio DISCOVER-2 prevedeva, oltre alla valutazione dell’endpoint primario della risposta ACR20, quella di numerosi endpoint secondari, quali la risposta ACR50/70, la risoluzione dell’entesite e della dattilite, l’attività di malattia (misurata mediante punteggio DAS28-CRP), il miglioramento della funzione fisica (HAQ-DI) e degli outcome generali di salute (SF-36 PCS e MCS).

I risultati a 24 settimane hanno mostrato che il 64% di pazienti adulti, naive ai farmaci biologici, affetti da PsA attiva e in trattamento mensile o bimestrale con guselkumab, ha raggiunto la risposta ACR20 rispetto al 33% dei pazienti trattati con placebo (p<0,001 per entrambi).

Bene guselkumab anche sugli endpoint secondari
Tra i pazienti con una BSA interessata da psoriasi ≥3  e un punteggio IGA iniziale ≥2, il 69% dei pazienti trattati mensilmente con guselkumab e il 71% di quelli sottoposti a trattamento bimestrale con il farmaco hanno raggiunto un punteggio IGA pari a 0 o a 1, insieme ad una riduzione >2 gradi, rispetto al 19% di pazienti trattati con placebo (p<0,001 per entrambi).

Inoltre, i pazienti trattati mensilmente con guselkumab hanno mostrato, a 24 settimane, una riduzione statisticamente significativa della progressione del danno radiografico rispetto al placebo., come pure un miglioramento del punteggio relativo alla disabilità (HAQ-DI) (p<0,001) e del punteggio SF-36 PCS (p≤0,011). Il miglioramento di HAQ-DI e SF-36 PCS è stato documentato con la somministrazione bimestrale del farmaco.

E’ stata condotta anche un’analisi in pool dei dati di DISCOVER-1 e 2 e da questa è emerso che una proporzione più ampia di pazienti trattati mensilmente oppure ogni 2 mesi con guselkumab aveva sperimentato, a 24 settimane, una risoluzione dell’entesite e della dattilite rispetto a quanto visto nel gruppo placebo.

Infine, per quanto riguarda la safety a 24 settimane, anche in questo caso i risultati non si sono discostati dal profilo di sicurezza già noto per il farmaco, con un numero di eventi avversi seri e di infezioni serie pari, rispettivamente, a 18 su 739 nel primo caso (2,4%) e a 5 su 739 nel secondo.

Informazioni su guselkumab
Guselkumab è un anticorpo monoclonale umanizzato, diretto contro la subunità p19 di IL-23. Il farmaco ha avuto l’autorizzazione all’immissione in commercio dalla UE  ed è approvato negli Usa, in Canada, Giappone e in altri paesi del globo per il trattamento di pazienti adulti con psoriasi a placche che possono trarre beneficio dalla terapia sistemica. IL-23 è un driver principale della patogenesi delle malattie infiammatorie come psoriasi e PsA.