Liguria: nasce primo osservatorio sottomarino in profondità


Nel Mar Ligure Orientale nasce il primo osservatorio sottomarino in profondità per studiare gli effetti dei cambiamenti climatici, mitigare i rischi naturali e proteggere gli ecosistemi

Nel Mar Ligure Orientale nasce il primo osservatorio sottomarino in profondità per studiare gli effetti dei cambiamenti climatici, mitigare i rischi naturali e proteggere gli ecosistemi

Un laboratorio sottomarino nel Mar Ligure Orientale, a 600 metri di profondità e 6,5 miglia nautiche (12 km circa) al largo delle Cinque Terre, per studiare gli effetti dei cambiamenti climatici, mitigare i rischi naturali e proteggere gli ecosistemi marini dall’acidificazione delle acque e dalla pesca a strascico. Si tratta del primo laboratorio di profondità realizzato in Liguria, grazie al progetto “Levante Canyon Mooring”, finanziato dalla Regione Liguria[1] e messo in mare dal Distretto Ligure delle Tecnologie Marine con il supporto della Nave Oceanografica Dallaporta e la collaborazione di ENEA, CNR, INGV e Istituto Idrografico della Marina Militare (IIM).

Installato in corrispondenza del Santuario dei cetacei “Pelagos” e di un canyon sottomarino, questo speciale laboratorio costituisce un punto di osservazione esclusivo, fino ad oggi assente nel Mar Ligure Orientale, per il monitoraggio geofisico e oceanografico dei fondali e della colonna d’acqua e per la rilevazione di parametri quali salinità, temperatura, torbidità e velocità della corrente.

Le forti correnti di fondo e il conseguente apporto di sedimenti e sostanze organiche creano infatti un ambiente favorevole allo sviluppo di ecosistemi di pregio, come confermato anche dallo studio ENEA e IIM[2] che ha evidenziato la presenza di coralli bianchi vivi alla profondità di circa 570 metri di notevole interesse scientifico e ambientale, anche perché messi a rischio dalla pesca a strascico.

Oltre a fornire supporto per la scelta logistica del sito e per la definizione di dettaglio del layout dell’infrastruttura in collaborazione con gli altri enti coinvolti, l’ENEA ha anche messo a disposizione del progetto due sonde per le misure di temperatura e salinità e una trappola per sedimenti. I ricercatori del Centro Ricerche ENEA di Santa Teresa inoltre prenderanno parte alle successive fasi di acquisizione ed elaborazione dei dati, nonché di manutenzione e gestione dell’Osservatorio.