Caso Avastin-Lucentis: bufera sull’AIFA


Caso Avastin-Lucentis: da dirigenti Aifa danno da 200 milioni secondo l’accusa. Avrebbero favorito il farmaco più costoso: i dirigenti hanno ora 60 giorni di tempo per fornire le deduzioni difensive ai magistrati della Corte dei Conti

Caso Avastin-Lucentis: da dirigenti Aifa danno da 200 milioni secondo l'accusa. Avrebbero favorito il farmaco più costoso: i dirigenti hanno ora 60 giorni di tempo per fornire le deduzioni difensive ai magistrati della Corte dei Conti

Non avrebbero incluso il farmaco Avastin tra i prodotti rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale, come invece accadeva per il Lucentis, e poi avrebbero posto ingiustificate limitazioni alla prescrivibilità del primo, utilizzato nella cura di alcune malattie oculari, nonostante studi comparativi avessero dimostrato la sostanziale equivalenza terapeutica, in termini di efficienza e sicurezza. Per questo, spiega l’Agenzia Dire (www.dire.it), i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno notificato un invito a dedurre nei confronti di dirigenti pro-tempore dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e di componenti pro-tempore della Commissione consultiva tecnico- scientifica della medesima Agenzia, ritenuti responsabili di un danno erariale pari a circa 200 milioni di euro relativo ai maggiori oneri sostenuti dal Servizio sanitario nazionale.

Gli approfondimenti svolti dai Finanzieri del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, sotto la direzione della Procura regionale della Corte dei Conti del Lazio (Procuratore regionale Andrea LUPI e viceprocuratore generale Massimo Perin) hanno consentito di accertare come, nonostante studi comparativi avessero dimostrato la sostanziale equivalenza terapeutica, in termini di efficienza e sicurezza, dei farmaci Avastin e Lucentis, la mancata inclusione del primo – fino al 2014 – tra i prodotti rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale ovvero le ingiustificate limitazioni successivamente imposte al suo utilizzo – fino al 2017 – abbia causato rilevanti spese aggiuntive per l’erario. L’aggravio economico è stato calcolato in base alla differenza di prezzo dei farmaci, tra i 600 e i 730 euro per singola dose, in relazione al numero di trattamenti complessivamente effettuati con il più costoso Lucentis.

Le persone destinatarie del provvedimento, cui all’epoca era rimessa la valutazione, sotto il profilo sia tecnico-scientifico che economico-finanziario, sull’inclusione dei medicinali nella lista di quelli rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale, hanno ora 60 giorni di tempo per fornire le deduzioni difensive ai magistrati della Corte dei Conti.

Con riferimento alla commercializzazione di Avastin e Lucentis, nel 2014, già l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva irrogato nei confronti delle case farmaceutiche una sanzione amministrativa di oltre 180 milioni di euro per un’intesa restrittiva della concorrenza, per avere concertato una differenziazione artificiosa dei prodotti, presentando il primo come più pericoloso del secondo e condizionando così le scelte di medici e servizi sanitari. L’attività testimonia il costante impegno profuso dalla Guardia di Finanza nel settore della responsabilità erariale, dove opera quale referente principale della magistratura contabile nei procedimenti tesi al risarcimento dei danni cagionati alla Pubblica amministrazione.

Codacons soddisfatto

Bene per il Codacons l’indagine della Corte dei Conti sull’Agenzia italiana del farmaco in merito alle limitazioni imposte ai farmaci più economici per il SSN.

“Sulla vicenda dei medicinali Avastin e Lucentis avevamo presentato in passato una serie di denunce per verificare i danni economici subiti dalla collettività e dal Servizio Sanitario Nazionale a causa delle ingiustificate limitazioni imposte al farmaco Avastin, sensibilmente più economico rispetto al Lucentis – spiega il Codacons –. Finalmente la Corte dei Conti ha deciso di fare chiarezza sulla questione e ora, se saranno accertate irregolarità, i responsabili dovranno risarcire i danni prodotti al SSN e ai cittadini, costretti ad un esborso maggiore per l’acquisto di medicinali volti a curare le malattie oculari”.