Il Verona caccia Luca Castellini dalla curva


Il Verona caccia dallo stadio Luca Castellini fino al 2030: la società ha emanato una “sospensione di gradimento” nei confronti del capo ultrà

Il Verona caccia dallo stadio Luca Castellini fino al 2030: la società ha emanato una "sospensione di gradimento" nei confronti del capo ultrà

Con una nota ufficiale pubblicata sul sito della società, l’Hellas Verona ha reso nota la sua decisione: il capo ultrà neo fascista Luca Castellini non potrà più mettere piede allo stadio della squadra fino giugno 2030. 

Hellas Verona FC “comunica di aver adottato nei confronti del Signor Luca Castellini una misura interdittiva che, proporzionata alla gravità dei fatti, alla luce di quanto previsto dagli artt. 6 e 7 del Codice Comportamentale, essendosi trattato di un comportamento basato su considerazioni ed espressioni gravemente contrarie a quelle che contraddistinguono i principi etici ed i valori del nostro Club, prevede la sospensione di gradimento nei confronti del Signor Luca Castellini da parte di Hellas Verona FC sino al 30 giugno 2030″, si legge nella nota.

La presa di posizione da parte della società, spiega l’Agenzia Dire (www.dire.it) era stata sollecitata, ieri, anche dal ministro dello sport Vincenzo Spadafora, il quale si era rivolto, oltre all’Hellas Verona, al primo cittadino di Verona.

Mozione per diffidare Balotelli

Diffidare legalmente il calciatore Mario Balotelli e “tutti coloro che attaccano Verona diffamandola ingiustamente“. Questa la richiesta contenuta dalla mozione presentata ieri dal consigliere comunale veronese Andrea Bacciga (Battiti per Verona), dopo quando accaduto domenica durante la partita tra Hellas Verona e Brescia.

Secondo la mozione, Balotelli sarebbe uscito dal campo accusando la tifoseria del Verona di aver intonato cori razzisti ma “nessuno presente allo stadio udiva tali ululati, né il pubblico presente, né la panchina del Brescia né i giornalisti presenti”. In seguito all’avvenimento, che ha portato anche ad una sospensione della partita, “iniziava subito una campagna mediatica contro la città di Verona”. Di qui la mozione, che recita: “Non è più accettabile che Verona sia messa sul banco degli imputati pur quando, come in questo caso, non è accaduto nulla“.

Una mozione a difesa di Verona, per una “condanna politica per chi diffama la città”. L’iniziativa è partita dal consigliere comunale veronese Andrea Bacciga (Battiti per Verona), seguito da altri quattro: “La mozione l’ho presentata io– spiega all’agenzia Dire- su richiesta di molti cittadini e firmata anche da altri consiglieri”.

La mozione impegna, si legge, “il sindaco, l’assessore e gli uffici legali del Comune a diffidare legalmente e/o adire le vie giudiziali nei confronti del calciatore (Mario Balotelli, ndr) e di tutti coloro che attaccano Verona diffamandola ingiustamente”. Al contrario di quanto denunciato dal calciatore e dai media, in occasione della partita con il Brescia “non c’è stato nessun caso di razzismo”, anche perché “il razzismo negli stadi non esiste”, precisa Bacciga. Che domenica era allo stadio: “Allo stadio non si è sentito nessun ululato. Mi sembra che sia stata una sorta di costruzione ad hoc, messa ad arte per diffamare ingiustamente Verona. Se come dicono c’è stato un ululato di 10 persone, non si capisce come abbia fatto Balotelli a sentirlo. L’ha sentito solo lui. Sembra quasi fatto apposta per screditare Verona”. Per il consigliere veronese “negli stadi non c’è un problema razzismo, a Verona o in nel resto del Paese. L’Italia storicamente non è mai stata razzista. Non c’è mai stato un reale sentimento di odio o di razzismo. Inquadrare l’ulutato fatto allo stadio in cui, se c’è stato, in questo caso fatto da 10 persone, come razzismo sinceramente vuol dire volere vedere il razzismo ovunque”.

L’ululato, per il consigliere di Verona, “è una sorta di sfottò, di ingiuria, personalmente non lo vedo più offensivo di un figlio di… o di un testa di…. Sono epiteti ingiuriosi, allo stadio capita che esistano. Lo stadio zona franca? No. Se lanci una bottiglia in strada non succede nulla, allo stadio rischi il Daspo. All’interno degli impianti ci sono migliaia di telecamere, un controllo capillare. Non riesco a capire dove sia questa zona franca. C’è invece un pensiero dittatoriale del politicamente corretto, per cui se una tifoseria X, per esempio quella del Livorno, espone falce e martello o la faccia di Che Guevara, o scrive ‘Veronesi tutti appesi’, non succede nulla. Se 10 persone del Verona fanno un ululato, Verona viene dipinta come città razzista e piena di odio”. Se ci fosse la possibilità, il consigliere di ‘Battiti per Verona’ incontrerebbe Balotelli? Non avrei problemi a incontrarlo, sinceramente non ci tengo particolarmente, non è tra i miei desideri più grandi”.

Codacons chiede provvedimenti esemplari

Serve una punizione esemplare nei confronti del tifo violento e razzista, e la decisione di chiudere un settore dello stadio ‘Bentegodi’ di Verona per una sola giornata è un provvedimento ridicolo che rischia di lanciare il messaggio che le autorità sportive sono complici del tifo razzista.  Lo afferma il Codacons, dopo il vergognoso episodio dei cori razzisti verso l’attaccante del Brescia Mario Balotelli e la bufera per le dichiarazioni dell’ultrà Castellini.

Contro il razzismo nel mondo del calcio servono interventi seri e non di facciata – attacca il Codacons – Le prossime partite di campionato in programma allo stadio di Verona devono essere giocate a porte chiuse, almeno fino a fine anno, come punizione verso i tifosi violenti e perché simili episodi non si ripetano più.

Serve inoltre che le istituzioni locali e quelle sportive prendano nettamente le distanze da quanto avvenuto perché finora quanto è stato detto e fatto non appare sufficiente: in tal senso siamo pronti a qualsiasi iniziativa in favore della legalità, compreso il boicottaggio della città di Verona se non si dissocerà in modo netto dal razzismo e non allontanerà i tifosi violenti dallo stadio e dal mondo del calcio.