Carcinoma timico: lenvatinib è la nuova arma


Per i pazienti con carcinoma timico, rara patologia neoplastica maligna e progressiva dopo la chemioterapia a base di platino arriva un nuovo trattamento con lenvatinib

Per i pazienti con carcinoma timico, rara patologia neoplastica maligna e progressiva dopo la chemioterapia a base di platino arriva un nuovo trattamento con lenvatinib

I pazienti con carcinoma timico, rara patologia neoplastica maligna, e malattia progressiva a seguito del trattamento con chemioterapia a base di platino possono ora avere una nuova opzione di trattamento grazie a lenvatinib, secondo i risultati dello studio REMORA di fase 2 riportato a Barcellona, durante il Congresso 2019.

Attualmente, il trattamento standard per il carcinoma timico è la chemioterapia a base di platino, ma non esiste un trattamento standard per i pazienti che manifestano progressione della malattia a seguito di questa terapia.

La scoperta

Rapporti provenienti da diversi studi suggeriscono che gli inibitori multi-target rivolti principalmente al recettore del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGFR) hanno attività anti-tumorale in diversi tipi di cancro, con una tossicità gestibile.

Questo dato ha spinto Shoichi Itoh, del Dipartimento di Oncologia toracica dello Hyogo Cancer Center di Hyogo (Giappone) e un team di ricercatori giapponesi a studiare l’efficacia di lenvatinib, un nuovo inibitore multi-target del VEGFR e degli elementi chiave di altre pathway nello sviluppo del carcinoma timico, come il fibroblast growth factor (FGFR), RET, c-Kit, etc.

Itoh e il suo team hanno pertanto condotto il trial multicentrico di fase 2 REMORA, in aperto, a braccio singolo allo scopo di valutare l’efficacia e la sicurezza di lenvatinib in pazienti con carcinoma timico avanzato o metastatico.

I pazienti eleggibili avevano un carcinoma timico istologicamente confermato, con progressione della malattia dopo almeno una precedente chemioterapia a base di platino, un performance status ECOG pari a 0 o 1, lesioni misurabili e adeguata funzione d’organo.

Un totale di 42 pazienti sono stati arruolati da 8 istituti in tutto il Giappone i quali sono stati trattati con 24 mg di lenvatinib per os una volta al giorno fino alla progressione o allo comparsa di tossicità inaccettabili.

L’endpoint primario era il tasso di risposta obiettiva (ORR) mediante revisione radiologica indipendente. Lo studio ha utilizzato un disegno SWOG (Cancer Research Network) a due fasi, che ha fornito una potenza dell’80% con una dimensione del campione di 40, un errore alfa unilaterale del 5%, una soglia ORR del 10% e un ORR atteso del 25%.

Ottenute risposte parziali e malattie stabili

Con un follow-up mediano di 15,5 mesi e un intervallo interquartile (IQR) 13,1-17,5, l’ORR è stato del 38,1% (IC al 90% 25,6-52,0), soddisfacendo così l’endpoint primario. La migliore risposta complessiva ha incluso 16 risposte parziali e 24 pazienti con malattia stabile.

Eventi avversi correlati al trattamento frequentemente riportati di qualsiasi grado hanno incluso ipertensione, diarrea , sindrome mano-piede, proteinuria, ipotiroidismo e riduzione della conta piastrinica.

Le conclusioni

I ricercatori hanno concluso che l’efficacia e la sicurezza di lenvatinib nei pazienti con carcinoma timico avanzato o metastatico è stata confermata.

I risultati di questo studio suggeriscono che lenvatinib potrebbe diventare una delle opzioni di trattamento standard nei pazienti con carcinoma timico avanzato o metastatico precedentemente trattato con chemioterapia a base di platino.