Apnee notturne: manipolazione mandibola è la soluzione


Manipolazione della mandibola alternativa all’intervento chirurgico secondo l’odontoiatra nei casi di bambini che russano o soffrono di apnee notturne

Manipolazione della mandibola alternativa all'intervento chirurgico secondo l'odontoiatra nei casi di bambini che russano o soffrono di apnee notturne

È molto comune il bambino che di notte russava in apnea, un piccolo “inquieto che tira calci, testate, si muove, si scopre, va in giro per la stanza e chiama la mamma per infilarsi nel lettone”. Spesso queste sono azioni che consideriamo normali, “vengono generalmente raccontate con un sorriso mentre andrebbero prese con molta attenzione”. A dirlo è Edoardo Bernkopf, medico chirurgo specialista in Odontoiatria che, intervistato dall’agenzia Dire (www.dire.it), illustra il suo contributo originale a questo tipo di problematiche sperimentate dall’universo dei più piccoli.

Solitamente è l’adenotonsillectomia “la soluzione” scelta dalle famiglie per ovviare al problema. Un intervento “chirurgico demolitivo che passa per la rimozione delle tonsille e delle adenoidi”, a cui Bernkopf propone “un’alternativa ortodontica: grazie alla manipolazione della mandibola è possibile “risolvere quel conflitto che esiste tra la lingua e la parete faringea, che genera il russare e l’apnea”.

Un trattamento, la manipolazione della mandibola, che “magari in epoca posteriore, nel 90% dei casi andrebbe comunque fatto- puntualizza il medico- per questo possiamo dire con serenità alle famiglie che suddetto tipo di trattamento è gratuito, in quanto le spese a cui la famiglia va incontro sono costi che avrebbe comunque affrontato per motivi puramente ortodontici”.

La pratica ortodontica proposta da Bernkopf “non è rivolta soltanto all’apnea e al russare, ma anzitutto a risolvere la situazione sfavorevole dell’occlusione nella bocca del bambino- continua il medico- che rinforza, secondo un’ipotesi abbastanza logica, il disturbo respiratorio ma anche le otiti ricorrenti”. Alcuni bambini, infatti, “sperimentano un’otite che, anche se adeguatamente trattata con antibiotici, ricompare dopo un mese senza comprenderne il perché”.

A detta dello studioso ciò può accadere poiché sussiste “una predisposizione di quell’orecchio verso questa patologia”. Il trattamento di manipolazione mandibolare incide, dunque, “nel conflitto che si può instaurare tra il condilo mandibolare e la tromba di Eustachio e- aggiunge lo specialista- rimuovendo questa predisposizione facciamo sì che quel batterio vada per la sua strada senza fermarsi sull’orecchio del bambino”. Da oltre vent’anni la pratica ortodontica come alternativa alla ‘via’ chirurgica “è studiata e trattata su ‘American journal of respiratory and critical care medicine’, la più importante rivista di patologia respiratoria al mondo”. Gli studi di Bernkopf sull’otite ricorrente, invece, sono stati recentemente pubblicati su una rivista con impact factor.

Il campanello d’allarme sull’otite, poi, non riguarda i bambini soltanto. “Una bocca formata in maniera sfavorevole, infatti, ce la portiamo dietro dalla nascita alla morte”. Nell’adulto “l’otite è senza dubbio più rara, ma quella predisposizione strutturale sottostante se non viene rimossa ricompare e può portare a vertigini, acufeni, tappi di cerume, dolori all’orecchio e prurito cronico”. Tutti disturbi che chi li sperimenta solitamente, conclude lo specialista, “li conserva nel lungo periodo, perché tuttora, di fatto, la vera causa continua ad essere sconosciuta”.