Poliziotti uccisi a Trieste: scontro Chef Rubio-Salvini


Due agenti uccisi a Trieste, Chef Rubio e la polemica social: “Poliziotti impreparati, Salvini & Co. responsabili di queste morti”

Due agenti uccisi a Trieste, Chef Rubio e la polemica social: “Poliziotti impreparati, Salvini & Co. responsabili di queste morti”

“Inammissibile che un ladro riesca a disarmare un agente. Le colpe di questa ennesima tragedia evitabile risiedono nei vertici di un sistema stantio che manda a morire giovani impreparati fisicamente e psicologicamente. Io non mi sento sicuro in mano vostra”.

Con questo tweet, spiega l’Agenzia Dire (www.dire.it) Chef Rubio infiamma la polemica sui social dopo la morte dei due poliziotti per la sparatoria nella questura di Trieste.

Chef Rubio parla di “omicidio di stato” e punta il dito “non contro la Polizia” ma contro i politici, “nullafacenti che li mettete e ci mettete in pericolo”: “i colpevoli sono sopra, non sotto” scrive sui social.

A stretto giro, la replica social di Salvini: “Anche in un momento di lutto come questo, chef Rubio non perde occasione. Evidentemente i fumi di quello che cucina gli danneggiano le attivita’ cerebrali . E’ da ieri che insulta”, dice Matteo Salvini replicando a Rubio secondo il quale “Matteo Salvini & Co” sono “responsabili di queste morti”.

“Rubio doveva tacere, doveva dimostrare rispetto per le vittime. Nessuno può parlare delle forze dell’ordine e permettersi di dire un’enormità come ‘non mi fido di loro’. Ci sono valori su cui non si lanciano provocazioni”. Lo afferma anche la deputata Debora Serracchiani, commentando il tweet di Chef Rubio sui due poliziotti uccisi a Trieste.
“Una tragedia come questa impone compostezza e solidarietà operante – aggiunge Serracchiani – e non è un’occasione per prendersi una fetta di visibilità mediatica. Davanti allo strazio della morte si comprendono solo le reazioni delle famiglie colpite”.

Cosa è successo a Trieste

Alejandro Augusto Stephan Meran è l’uomo che ieri pomeriggio ha ucciso due poliziotti, l’agente scelto Matteo Demenego e l’agente Pierluigi Rotta, dentro la Questura di Trieste, dopo aver sottratto a quest’ultimo l’arma d’ordinanza.

Alejandro Augusto sarebbe l’autore della rapina ai danni di una donna in via Carducci, scaraventata a terra e derubata del motorino.

A segnalare il fatto alla sala operativa della Questura è stato il fratello del rapinatore, Carlysle Stephen Meran, cui il congiunto l’avrebbe rivelato. Lo stesso Carlyse ha accompagnato i poliziotti a domicilio del fratello e a recuperare il motorino, specificando che “il congiunto soffriva di disturbi psichici, pur non essendo allo stato seguito dai servizi di igiene mentale di questo capoluogo”, continua il comunicato, e per questo al fermo era presente anche il personale del 118.

Il ricercato accompagnato in Questura assieme al fratello “appariva pacato e collaborativo”. Dentro l’ufficio della Prevenzione generale, Alejandro Augusto, ha chiesto di andare in bagno, e nell’uscire è riuscito a prendere la pistola a Rotta, sparandogli al petto e all’addome.

Demenego, accorso per vedere cosa stesse accadendo, a sua volta viene colpito alla clavicola e al fianco sinistro, e alla schiena. Il fratello dell’aggressore, preso dalla paura e temendo per la propria vita, si è barricato dentro l’ufficio, bloccando la porta con una scrivania; non sentendo più spari, è poi scappato nei sotterranei della Questura, dove è stato e bloccato dagli agenti.

L’omicida, impossessatosi anche della pistola di Demenego, in un primo momento ha cercato di salire ai piani superiori sparando, poi è sceso, riuscendo a guadagnare l’uscita attraverso l’atrio, sparando verso i “piantoni” (e ferendone uno alla mano), i quali hanno risposto al fuoco.

All’esterno il malvivente prima ha cercato di aprire una volante parcheggiata, poi ha sparato nuovamente verso gli agenti della Squadra mobile, seduti nella loro automobile. Anche loro hanno risposto al fuoco, colpendo Alejandro Augusto all’inguine, e riuscendo a sopraffarlo e a disarmarlo. Una delle pistole recuperate addosso all’omicida, precisa la nota, aveva esaurito i suoi 15 colpi, l’altra aveva il “cane” armato.

Il dominicano, comunque, non è stato colpito in parti vitali, ed è ora ricoverato all’ospedale Cattinara (dove è già stato interrogato dai magistrati). Sono stati vani invece i tentativi di rianimare Demenego e Rotta, i cui corpi sono rimasti in Questura fino a tarda notte. Il terzo agente colpito è ricoverato anche lui al Cattinara per l’intervento chirurgico alla mano.