Ranitidina, l’esperto: “Allarme ingiustificato”


Ranitidina, Tortora (Policlinico Gemelli): “Allarme ingiustificato, evidenze cancerogene solo negli animali, stia tranquillo chi usa gastroprotettori”

Ranitidina, Tortora (Policlinico Gemelli): “Allarme ingiustificato, evidenze cancerogene solo negli animali, stia tranquillo chi usa gastroprotettori”

“L’Aifa si è mossa, come è giusto che faccia, in maniera cautelativa. Ma non siamo di fronte a un allarme: stiamo parlando della presenza, in una piccolissima quantità, contenuta in una sostanza, la Ndma (N-nitrosodimetilammina), riscontrata come contaminante del principio attivo ranitidina che può essere annoverato tra i probabili cancerogeni. Non stiamo parlando del fatto che la ranitidina sia tossica o cancerogena“.

È la precisazione rilasciata all’agenzia Dire (www.dire.it) da Giampaolo Tortora, direttore del Comprehensive Cancer Center della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma, interpellato sul ritiro dal mercato da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco di alcuni lotti di medicinali (tra cui Buscopan Antiacido e Zantac) a causa della presenza di una impurità, la ranitidina, potenzialmente cancerogena.

“Va fatta una seconda precisazione- prosegue Tortora- dire ‘probabile cancerogeno’ non deve immediatamente spaventare, perché bisognerebbe sapere qual è la qualificazione della Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) delle sostanze cancerogene. Intanto: le sostanze cancerogene per l’uomo, i ‘cancerogeni certi’, sono quelli del Gruppo 1 (circa 120); poi c’è un Gruppo 2, costituito dai cosiddetti ‘cancerogeni probabili e possibili’ (2A e 2B). Alcune evidenze sono state riscontrate nei ‘probabili’ negli animali, ma non nell’uomo, mentre nei ‘possibili’ tali evidenze sono molto limitate sia negli animali sia negli uomini”. Rientrare nel gruppo sostanze ‘probabili o possibili’, allora, non deve far scattare un “allarme immediato internazionale”.

Secondo Tortora si tratta semplicemente di “qualcosa che è sotto attenzione e che si sta studiando- aggiunge- e in molti casi le informazioni sono relative agli animali, analizzati in nei laboratori, e non all’uomo”.

Quanto al ritiro dal mercato dei medicinali deciso da Aifa, l’esperto tiene ancora a precisare che “stiamo parlando di un contaminante, ritrovato nella ranitidina, che è sotto attenzione perché rientra nella classifica dello Iarc tra i ‘probabili cancerogeni’, per i quali c’è una dimostrazione negli animali e non ancora nell’uomo“. Sui possibili rischi legati alla quantità e ai tempi di assunzione della sostanza, la comunità scientifica ancora non si è espressa e ci sarà bisogno di tempo. “Negli animali ci sono molte evidenze di tossicità per il fegato- racconta ancora all’agenzia Dire Tortora- ma la Iarc non stabilisce dosi e tempi in merito al possibile rischio di assunzione della sostanza. Evidentemente stiamo allora parlando della possibilità di una ‘intossicazione’ acuta di un sovradosaggio di questa sostanza, perché essendo un piccolo contaminante nessuno ne potrà assumere in quantità enorme, a meno che qualcuno la purifichi e la somministri come agente tossico. Ed è successo, ci sono stati anche dei casi in questo senso, ma qui si tratta di criminalità ed è un altro discorso”. La ranitidina, così come i sartani (famiglia di antipertensivi), sono sostanze da tipico uso prolungato e molte persone le utilizzano per anni come gastroprotettori, spesso “anche impropriamente- dice il direttore del Comprehensive Cancer Center della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma- per questo c’è giustamente attenzione da parte di un ente importante di sorveglianza come l’Aifa, perché questo piccolo contaminante, assunto tutti i giorni e per periodi molto prolungati, anche se non sappiamo la dose, potrebbe produrre l’effetto cancerogeno. A questo è dovuto il ritiro”.

Si sente di tranquillizzare chi da anni fa uso di Buscopan Antiacido o Zantac? “Diciamo che c’è un abuso di queste sostanze- risponde Tortora all’agenzia Dire- c’è chi le usa quotidianamente, come se fossero vitamine, perché ‘fanno bene’. Ma non è strettamente necessario e sarebbe utile che ci fosse il parere di un medico. In merito alla sostanza sotto esame in questi giorni, ricordo che si può ritrovare anche nell’acqua del rubinetto, che può essere prodotta nella lavorazione delle carni, quindi finire anche negli insaccati. Non è una sostanza tossica appena scoperta per la quale c’è un rischio immediato di impego acuto”.

Nelle ultime ore sui social network si sono infine diffuse liste di farmaci che nulla hanno a che vedere con quelli oggetto dei provvedimenti restrittivi disposti nei giorni scorsi da Aifa. “Dopo questa prima fase di ‘allarme’, ora è sicuramente importante tranquillizzare. Sui social sono circolate delle liste di farmaci che l’Aifa ha puntualmente definito ‘fake’, come si usa dire oggi- commenta Tortora- Si è scatenato il delirio, allora è bene ricondurre tutto nei limiti dell’attenzione scientifica. È il momento di mettere ordine nelle notizie e lasciar fare agli studiosi e agli scienziati che si occupano di questo, per poi trarre le giuste conclusioni. Tante volte è successo che farmaci sono stati ritirati e poi rimessi in commercio, oppure che ne è stato smentito il rischio- conclude- Ci vuole semplicemente il tempo per studiare”.