Caos Isa: commercialisti scioperano due giorni


Sciopero dei commercialisti lunedì e martedì prossimo: continuano a chiedere al governo la disapplicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa)

ISA: necessario rinvio al prossimo periodo d’imposta. Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro ha chiesto la proroga al prossimo anno degli indici sintetici di affidabilità fiscale

Lo sciopero di lunedì e martedì prossimo resta confermato. I commercialisti continuano a chiedere al governo la disapplicazione degli indici sintetici di affidabilita’ fiscale (Isa) perché sono inefficaci. Lo ribadisce Daniele Virgillito, presidente dell’Unione dei giovani commercialisti, intervistato dalla Dire (www.dire.it).

“Non abbiamo avuto inviti ufficiali a partecipare, ma c’e’ stata una piccola apertura, il Mef ha risposto al Question time in commissione Finanze alla Camera sulla problematica degli Isa, spiegando che se l’indice risulta basso l’accertamento nei confronti del contribuente non e’ automatico”. I commercialisti si aspettano l’avvio di tavoli di confronto con gli operatori del settore e di essere auditi in Parlamento. “In concreto non e’ arrivato nulla, lo sciopero e’ confermato”, insiste il presidente dell’associazione.

Perché gli Isa sono inaffidabili? “E’ uno strumento da perfezionare, e’ una sintesi tra due banche dati. Nessuno vuole bloccare l’evoluzione degli studi di settore, ma questa evoluzione deve partire quando il sistema e’ pronto e adesso non lo è”.

Virgillito interviene anche sul pacchetto fiscale annunciato dal premier Conte che spinge sulla lotta all’evasione fiscale e sul disincentivare l’uso del contante. “Abbiamo scritto al presidente Conte perche’ il nostro spirito non e’ quello di assecondare comportamenti verso l’evasione o l’elusione fiscale, anzi. Pero’ bisogna sempre considerare i problemi di applicazione, le misure andrebbero testate e gli operatori coinvolti altrimenti si finisce come con la fatturazione elettronica sulla quale il governo fu costretto a fare una moratoria nella fase iniziale perche’ gli uffici non erano pronti”.

Insomma, conclude il presidente dei giovani commercialisti, “vogliamo essere ascoltati perche’ lanciare dei provvedimenti spot che non guardano al sistema crea il delirio”.