Pestaggi in carcere a San Gimignano: indagati 15 agenti


Pestaggi in carcere a San Gimignano, indagati dalla Procura di Siena 15 agenti. Il Ministero della Giustizia ne sospende 4 con un provvedimento di interdizione inviato da parte dell’autorità giudiziaria

Pestaggi in carcere a San Gimignano, indagati dalla Procura di Siena 15 agenti. Il Ministero della Giustizia ne sospende 4

Sospensione immediata per quattro poliziotti penitenziari in servizio a San Gimignano, in provincia di Siena, che hanno ricevuto un provvedimento di interdizione da parte dell’autorità giudiziaria e avvio di “doverose” valutazioni disciplinari per i quindici che hanno ricevuto un avviso di garanzia. E’ la decisione del ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria sulla base di quanto emerso da un’inchiesta della Procura della Repubblica di Siena.

Dall’attività di indagine, svolta in collaborazione con la stessa Polizia Penitenziaria, sono infatti emersi casi di presunti maltrattamenti ad opera di agenti in servizio presso la Casa di Reclusione di San Gimignano: tra le accuse mosse nei confronti degli agenti servizio presso il carcere del Senese c’è anche il reato di tortura. L’avviso di garanzia da parte dell’autorità giudiziaria è arrivato a 15 agenti, per quattro dei quali è scattato la sospensione. Il pestaggio, che sarebbe avvenuto l’11 ottobre 2018, riguarda  un cittadino tunisino di 31 anni.

Indagine su 15 poliziotti dopo denuncia detenuti

“L’indagine, complessa e delicata – spiega una nota del ministero della Giustizia – ha interessato 15 poliziotti penitenziari in servizio presso l’istituto toscano e trae origine dalla denuncia fatta da alcuni detenuti su presunti pestaggi avvenuti all’interno del carcere. Le accuse formulate dalla Procura di Siena vanno dalle minacce alle lesioni aggravate, al falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale, alla tortura”.

Prosegue poi la nota, riportata dall’Agenzia Dire (www.dire.it): “Nell’avviare l’iter dei provvedimenti amministrativi di propria competenza, il Dap confida in un accurato e pronto accertamento da parte della magistratura, ma al tempo stesso esprime la massima fiducia nei confronti dell’operato e della professionalità degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria che svolgono in maniera eticamente impeccabile il loro lavoro”.