Melanoma: in Piemonte oltre mille nuovi casi l’anno


Melanoma: in Piemonte oltre 1.100 nuovi casi l’anno. Il 90% dei pazienti riesce però a sconfiggere la malattia ed è vivo a cinque anni dalla diagnosi

Melanoma, picco di casi fra i 40 e i 60 anni. Con l'arrivo dell'estate è bene prepararsi al sole secondo gli esperti di Sidemast

Il 90% dei cittadini del Piemonte colpiti dal melanoma riesce a sconfiggere la malattia ed è vivo a cinque anni dalla diagnosi. Un risultato sopra la media nazionale (che si attesta all’86%) e impensabile fino a pochi anni fa. Questo successo è stato ottenuto soprattutto grazie all’introduzione di nuove e più efficaci terapie. Ciò nonostante, riferisce il portale Il Ritratto della Salute, questa grave forma di tumore della pelle risulta in forte crescita in tutta la Penisola.

Solo in Piemonte lo scorso anno ha colpito 1.150 persone (600 uomini e 550 donne) e ha provocato più di 160 decessi. Sono questi alcuni dati emersi dalla tappa di “Mela Talk”, che si è svolta venerdì scorso a Torino (Hotel NH Collection, Piazza Carlina). Il progetto è realizzato con il contributo incondizionato di Bristol-Myers Squibb, prevede un ciclo di incontri rivolti ai pazienti su tutto il territorio nazionale.

“Nella Regione Subalpina vivono oltre 10mila persone con un melanoma – afferma la prof.ssa Paola Queirolo, responsabile scientifico di ‘Mela Talk’ e Direttore Divisione melanoma, sarcoma e tumori rari presso l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano -. Si tratta di una delle più pericolose neoplasie della pelle che è stata l’apripista per la sperimentazione di nuove cure. Oggi, infatti, abbiamo a disposizione l’immuno-oncologia e le terapie a bersaglio molecolare che garantiscono alti tassi di guarigione. Ben 93% dei pazienti con meno di 44 anni è vivo a cinque anni. L’incremento della sopravvivenza porta nuovi bisogni per questa particolare categoria di persone. Il nostro sistema sanitario, sia a livello nazionale che regionale, deve saper farsi carico dei bisogni dei malati e dei loro caregiver”. Per questo è nato il tour nazionale ‘Mela Talk’, che vuole far emergere il punto di vista dei pazienti sulla malattia e sul percorso terapeutico, dando rilievo anche all’impatto psicologico legato al cancro”. “Vogliamo offrire un reale supporto a chi è costretto ad affrontare numerose sfide quotidiane – aggiunge il prof. Massimo Aglietta, Direttore dell’Oncologia Medica IRCCS di Candiolo -. Bisogna creare un dialogo tra i vari specialisti che compongono il team di cura e quindi oncologi, dermatologi, nutrizionisti e psico-oncologi. Al tempo stesso, nei nostri incontri, cerchiamo di facilitare l’interazione con pazienti e familiari attraverso modalità espressive differenti e coinvolgenti come monologhi, rappresentazioni teatrali, videoclip e presentazioni tradizionali. Abbiamo poi realizzato, e presentato anche a Torino, una speciale graphic recorder che riesce a trasformare le opinioni di clinici e malati in semplici disegni artistici”. La tappa piemontese di ‘Mela Talk’ gode del patrocinio di A.I.Ma.Me. (Associazione Italiana Malati di Melanoma), APaIM (Associazione Pazienti Italia Melanoma), Associazione Melanoma Italia Onlus e Emme Rouge Onlus. In tutta Italia il numero di nuovi casi di melanoma è raddoppiato negli ultimi quindici anni. Nel 2018 ha colpito oltre 13mila persone. “Il nostro principale obiettivo deve essere l’aumento delle diagnosi precoci – sottolinea la prof.ssa Maria Teresa Fierro, Direttore della Dermatologia AOU Citta della Salute e della Scienza di Torino -. Sono quindi necessarie nuove campagne informative rivolte all’intera popolazione, in particolare ai giovani. Va, infatti, ricordato che il melanoma è il terzo tumore più diffuso tra gli under 50. Il controllo regolare dei nei, attraverso la loro mappatura, rappresenta un importante esame salvavita. E questo vale soprattutto nelle persone più esposte all’insorgenza della neoplasia. E’ stato dimostrato come chi presenta più di 100 nei corre un rischio di melanoma sei volte superiore”.

“Non va sottovalutata anche l’importanza della prevenzione primaria – conclude la prof.ssa Queirolo -. La scorretta esposizione al sole rimane il principale fattore di rischio e, quindi, è sempre necessario utilizzare una crema solare protettiva quando trascorriamo molte ore sotto il sole. Si tratta di una regola che va sempre rispettata, anche in questi ultimissimi giorni d’estate. Infine i raggi UV non vanno sottovalutati anche quando ci troviamo in montagna per una camminata o per le primissime sciate”.