Spray nasale Esketamina arma contro i suicidi


Spray nasale Esketamina, un’arma contro l’idea di suicidarsi. Oggi se ne parla in un convegno a Roma: “Nell’ultimo anno 2.000 richieste d’aiuto”

Spray nasale Esketamina, un’arma contro l’idea di suicidarsi. Oggi se ne parla in un convegno a Roma: "Nell'ultimo anno 2.000 richieste d'aiuto"

Un’arma per la prevenzione dei suicidi viene dall’esketamina. “Lo spray nasale a base di esketamina, derivato della Ketamina, già commercializzato come trattamento nell’ambito della depressione, ha un effetto immediato nella riduzione dei sintomi di ideazione suicidaria. Si osserva che dopo poche ore l’ideazione suicidaria svanisce, e a distanza di 24 ore i risultati sono sorprendenti”.

A dirlo alla Dire (www.dire.it) è Maurizio Pompili, professore di Psichiatria della Sapienza e direttore del Servizio per la Prevenzione del Suicidio dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea di Roma, alla quale nell’ultimo anno si sono rivolte 2.000 persone. Lo studio sulle ‘Evidenze e prospettive della terapia con esketamina nella depressione maggiore con ideazione suicidaria’ sarà presentato dalla ricercatrice statunitense Carla Canuso al Convegno Internazionale di Suicidologia e Salute pubblica, in programma oggi e domani nel Rettorato della Sapienza.

Il pericolo cannabis

Tra le novità di questa edizione il pericolo cannabis. “Fumare da adolescenti triplica il rischio di suicidio da adulti. L’uso di cannabis abituale può provocare molti disturbi psichiatrici, inducendo depressione o causando condizioni psicotiche. Il ruolo della cannabis è complesso, lo conosciamo bene dal punto di vista dei sintomi psicotici- sottolinea lo studioso- meno in ambito depressivo e del rischio suicidario”.

Chi sono le persone a rischio di ideazione suicidaria?

“Sono coloro che lo dicono in maniera esplicita- spiega Pompili- ad esempio pronunciano frasi come ‘Mollo tutto’ o ‘La vita non vale la pena di essere vissuta’. Possono avere cambiamenti repentini dell’umore, mostrarsi indecisi, provati, tristi, angosciati, e poi sono improvvisamente risollevati quando la decisione è presa. Possono avere disturbi del sonno e mostrare cambiamenti in altre abitudini, come dell’appetito e dell’igiene. Può capitare anche che inizino a dar via le loro cose più care, mettono a posto i propri affari, fanno il testamento, si rifugiano nell’abuso di sostanze, si sentono intrappolati o si ritirano dagli affetti. Ci sono elementi premonitori importanti”.

Da tempo Pompili si batte per fornire un cambiamento culturale foriero di una maggiore comprensione della mente suicida. “Nella mia relazione proporrò il tema delle lacrime quale elemento emblematico e chiaro della sofferenza della mente suicida. Il pianto denota una richiesta di aiuto che deve venire dagli esperti e dalle persone comuni. Le lacrime sono l’elemento che contraddistingue una crisi che non si risolve piangendo, ma deve essere gestita nell’ambito della terapia. Le lacrime devono essere considerate per quello che fanno risuonare all’interno del terapeuta. In questa sensibilità tra terapeuta e paziente nasce uno sfondo umano che fa perdere potenza al suicidio. Quando l’individuo si sente accolto il rischio suicidario si affievolisce, al pari del bambino quando viene compreso dallo sguardo e dalla tenerezza del genitore. Una società più attenta potrebbe ridurre molto il rischio suicidio”.

Secondo i dati sono due le fasce di popolazione maggiormente a rischio, quelle di età media 45-50 anni e 20-30 anni. “Le donne sono più rappresentate nei tentativi di suicidio”. Al convegno oggi parteciperà Giacomo Rizzolatti, scopritore dei neuroni specchio, a cui sarà conferito il premio alla carriera. “È un personaggio emblematico che sottolinea il ruolo dei neuroni nel mettersi nei panni dell’altro – conclude Pompili – elemento fondamentale per prevenire il suicidio, altrimenti non si percepisce la sofferenza quale motore del rischio di suicidio”.