Cadute anziani: una su quattro porta alla morte


Il 25% delle cadute nell’anziano provoca la morte in un anno: a spiegare il fenomeno e cosa si può fare per la prevenzione è Anna Pagano, geriatra e fisiatra dell’Icot sede di Latina

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Sembra strano, ma in cima alla lista dei problemi clinici più seri degli anziani, ci sono soprattutto le cadute e l’equilibrio instabile che causano tassi di mortalità e morbidità elevati. In più questo comporta successivamente una limitazione della mobilità e problemi psicologici soprattutto la paura che muovendosi ci si possa far male nuovamente con forti limitazioni della vita sociale.

A spiegare all’agenzia Dire (www.dire.it) il fenomeno e come possono essere prevedute le cadute dell’anziano, è Anna Pagano, geriatra e fisiatra dell’Icot sede di Latina.

– Uno degli eventi avversi più comuni, in ospedale come a casa è il rischio di cadute nell’anziano. Da dati diffusi dal ministero sembra che il 78% delle cadute nei pazienti fragili è prevedibile. Quali sono le cause e le conseguenze di questo fenomeno? 

“Sono molteplici le cause delle cadute nell’anziano. Possiamo riassumerle in fattori intrinseci legati allo stato di salute della persona e a fattori estrinseci legati piuttosto alla struttura dell’abitazione. I primi riguardano la paura di cadere perchè spesso, quando una persona cade, ha paura che questo accada una seconda volta e ancora altri hanno a che vedere con l’osteopenia, la sarcopenia, i disturbi dell’apparato vestibolare e la somministrazione di polifarmacoterapie. Rientrano in questa prima categoria anche eventi cardiovascolari importanti e diabete che possono favorire le cadute. Un altro fattore da tenere in considerazione è l’isolamento sociale. L’anziano che vive da solo cade più facilmente ed è anche per questo che è definito fragile. Mentre per quanto riguarda i fattori estrinseci va considerato l’illuminazione, i pavimenti scivolosi ed irregolari, la presenza di cavi elettrici e prolunghe o i tappeti che, se presenti, devono essere però fissati a terra. Attenzione anche alle scale poco illuminate e a possedere dei supporti all’interno dei bagni come maniglioni o barre che aiutano l’anziano ad alzarsi dal water o ad appoggiarsi quando fa la doccia. Altrettanto importante avere scarpe adeguate e allacciate o a strappo. Le cadute possono provocare le fratture. Frattura che nel 5% dei casi genera un evento mortale in fase acuta e nella fetta che va dal 15 al 25% provoca addirittura un evento mortale entro un anno. E nel 30% dei casi una disabilità con percentuali sovrapponibili a quelle dell’ictus e della neoplasia mammaria. Dunque è molto importante prendere dei provvedimenti che mirino a ridurre il rischio di caduta. Va effettuato poi un controllo rigido della terapia somministrata all’anziano, soprattutto nel caso di benzodiazepine, oppiodi e antidepressivi. L’anziano fragile deve essere aiutato sia a non cadere che a non ricadere, scongiurando il rischio di fratture. Questo obiettivo si può raggiungere attraverso l’attività motoria e con l’uso di farmaci specifici laddove ci siano delle patologie”.

 Il paziente caduto è da ritenere a rischio di ulteriore caduta? 

“Sì se non si tengono in conto e non si valutano adeguatamente i fattori di rischio”.

– Quanto è importante l’individuazione dei fattori di rischio? 

“Come già detto va tenuto conto lo stato di salute del paziente e la struttura abitativa. Molto importante è fare soprattutto un monitoraggio della popolazione a rischio di caduta. Una volta individuati i pazienti a rischio è bene sottoporli a screening che devono essere eseguiti da professionisti che non solo individuino le patologie, ma che siano in grado di intercettare le cause che hanno dato luogo all’evento fratturativo. Occupandomi di osteoporosi so che il paziente può cadere anche perchè si rompe il femore. Dopo una frattura è importante impostare una farmacologia che ne prevenga ulteriore rischio di cadute”.

– Che ruolo gioca la formazione degli operatori sanitari? 

“E’ fondamentale perchè il paziente che è caduto e si è fratturato deve essere valutato per scongiurare le ricadute. I professionisti sanitari devono essere formati in tal senso e devono saper affrontare rischi relativi all’osteoporosi, alla sarcopenia, la riduzione della forza del muscolo ma anche il movimento, l’equilibrio e la velocità del cammino. Dico questo perchè test hanno dimostrato che un anziano che cammina più lentamente può cadere perchè si riscontra nel muscolo una riduzione della forza”.

– Quanto è importante per questi pazienti eseguire sessioni di riabilitazione? 

“Eseguire sessioni di riabilitazione è importante sia nel paziente fratturato, post acuzie che nel post chirurgico perchè offre la possibilità al soggetto di recuperare la forza, l’articolarità, a tornare a deambulare in maniera corretta nonchè da un supporto psicologico ad affrontare la paura di cadere nuovamente. Ma la riabilitazione è importante anche nei soggetti non operati perchè lavora sul trofismo muscolare e migliore anche il coordinamento, l’equilibrio. Direi di più che la riabilitazione nella persona anziana non è solo prevenzione, ma anche terapia in quanto riduce la disabilità. E quest’ultima è da scongiurare perchè porta alla limitazione dell’autonomia nelle attività della vita quotidiana”.

 Donna in menopausa e osteoporosi, come trattarla per evitare la fragilità ossea e abbassare il rischio di fratture?

“L’osteoporosi post menopausa ma anche osteoporosi in generale. Si può fare molto in termini di prevenzione attraverso l’attività fisica sotto carico come ballare, saltare e camminare. E poi una supplementazione di calcio e vitamina D sono consigliabili. Inoltre una donna è a rischio di osteoporosi quando ha una storia di familiarità per questa patologia, per cadute, se soffre di patologie tiroidee, se diabetica, se assume terapie cortisoniche. E ancora se la paziente soffre di malassorbimento intestinale, se è celiaca, se intollerante a lattosio o se è stata isterectomizzata. E’ emerso inoltre che le donne che sono state colpite da neoplasie della mammella hanno assunto farmaci che si sono rivelati fragilizzanti per l’osso. In questo caso è obbligatorio valutare il caso al fine di ridurre al minimo la perdita ossea. Il mio consiglio, se si è davanti a diagnosi di osteoporosi, è quella di rivolgersi a centri specializzati per somministrare i farmaci appropriati e controllare che il soggetto sia aderente alla terapia prescritta. Bisogna evitare il fumo e ridurre l’alcol al massimo un bicchiere al giorno. Va detto che il SSN seguendo la nota del 79 bis offre agli utenti la rimborsabilità del farmaco a seconda del sesso, dell’età e della diagnosi”.