Prodotti bio nel carrello di 2 italiani su 3


Il boom del bio in Italia: quasi due consumatori su tre (64%) acquistano prodotti alimentari biologici per un giro d’affari di 5,8 miliardi di euro secondo Coldiretti

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Quasi due italiani su tre (64%) acquistano prodotti alimentari biologici regolarmente (22%) o occasionalmente (42%) con una tendenza che si è costantemente rafforzata nel tempo. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ presentata in occasione del Sana di Bologna, il Salone internazionale  del biologico e del naturale, dove fino al 9 settembre è presenta per la prima volta il mercato di Campagna Amica degli agricoltori biologici italiani provenienti da tutta la Penisola per far conoscere i prodotti bio dei diversi territori italiani, dalle specialità sopravvissute al sisma a quelle salvate dal rischio di estinzione, ma ci saranno anche le eccellenze del Made in Italy e le innovazioni green.

I consumi di prodotti biologici degli italiani hanno raggiunto nel 2018 il valore di 3,6 miliardi con un aumento del 178% nel corso dell’ultimo ma la tendenza positiva – sottolinea la Coldiretti – continua anche nel 2019 con le vendite nella grande distribuzione organizzata in aumento del 5% nel primo semestre secondo Nomisma.

Si tratta in realtà della punta dell’iceberg della decisa svolta green a tavola con quasi sei italiani su dieci (59%) che secondo Coldiretti/Ixe’ hanno fatto la spesa dal contadino almeno una volta al mese nell’ultimo anno in frantoi, malghe, cantine, aziende, agriturismi o mercati degli agricoltori per acquistare prodotti locali a chilometri zero direttamente dai produttori che non devono percorrere lunghe distanze con mezzi inquinanti. Ma c’è anche un 33% degli italiani chi si impegna con i propri comportamenti di acquisto a sostenere la biodiversità, per salvare prodotti a rischio di estinzione.

Una attenzione che ha spinto l’agricoltura nazionale a diventare la più green d’Europa con l’Italia che è l’unico Paese al mondo con 5155 prodotti alimentari tradizionali censiti, 297 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg ed ha fatto la scelta di vietare le coltivazioni Ogm e la carne agli ormoni a tutela della biodiversità e della sicurezza alimentare. L’Italia è leader europeo nel numero di imprese che coltivano biologico con quasi 79mila operatori coinvolti e circa 2 milioni di terreno coltivati. L’incidenza della superficie biologica in Italia – conclude la Coldiretti – ha raggiunto nel 2018 il 15,5% di quella totale nazionale, e questo posiziona l’Italia di gran lunga al di sopra della media dell’Unione Europea. Ma l’Italia ha anche conquistato in pochi anni il primato mondiale nei mercati contadini davanti agli Usa e Francia con la più vasta rete di vendita diretta degli agricoltori organizzata con propria insegna del mondo grazie alla Fondazione Campagna Amica alla quale fanno riferimento oltre 8mila agricoltori. La spinta verso la sostenibilità dell’agricoltura italiana non ha solo un valore ambientale ma è anche il vero valore aggiunto delle produzioni Made in Italy” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “investire sulla distintività è una condizione necessaria per le imprese agricole di distinguersi in termini di qualità e affrontare così il mercato globalizzato”.

Nei mercati e nelle fattorie di Campagna Amica si trovano prodotti locali del territorio, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo. Ai mercati degli agricoltori si deve anche un’azione di recupero importante della biodiversità – continua la Coldiretti – con l’offerta di opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione. Un’azione formalizzata con i prodotti presenti nell’elenco dei “Sigilli” di Campagna Amica alcuni dei quali rigorosamente certificati biologici – sottolinea la Coldiretti – possono essere acquistati al Sana, dalla Liquirizia dop della Calabria al Bergamotto, dal Carciofo di Pertosa all’Aglio di Caraglio, dal Pecorino a Latte Crudo Abbucciato, il Raviggiolo del Mugello a latte vaccino, la Mela Parmena dorata d’estate o le uova di gallina Padovana Ciuffata e molto altro. E non manca la solidarietà con i prodotti salvati dalle scosse nelle aziende terremotate, le fattorie sociali, i laboratori didattici per i bambini e all’orto biologico, sinergico e biodinamico per educare le nuove generazioni al rispetto dell’ambiente e alla sana alimentazione.

Giro d’affari da 5,8 miliardi di euro

Sale così a 5,8 miliardi di giro di affari del biologico, tra consumi nazionali ed esportazioni, con un aumento record del 264% degli ultimi dieci anni.  Le esportazioni – sottolinea la Coldiretti – hanno raggiunto il valore di 2,3 miliardi per effetto di un crescita impetuosa con un balzo del 597% nell’ultimo decennio ma è stato sostenuto anche l’aumento dei consumi interni che hanno raggiunto il valore di 3,6 miliardi con un aumento del 178% nello stesso periodo. La tendenza positiva – precisa la Coldiretti – continua anche nel 2019 con le vendite nella grande distribuzione organizzata in aumento del 5% nel primo semestre. La crescita del mercato spinge la produzione con l’Italia che – riferisce la Coldiretti – è leader europeo nel numero di imprese che coltivano biologico con quasi 79mila operatori coinvolti con un incremento rispetto all’anno precedente di oltre il 4% secondo i dati SINAB. Sono invece circa 2 milioni di terreno coltivati bio nel 2018 con un incremento rispetto al 2017 di quasi il 3%; dal 2010 gli ettari di superficie biologica coltivata sono aumentati di oltre il 75%, e il numero degli operatori del settore di oltre il 65%. L’incidenza della superficie biologica in Italia – conclude la Coldiretti – ha raggiunto nel 2018 il 15,5% di quella totale nazionale, e questo posiziona l’Italia di gran lunga al di sopra della media dell’Unione Europea ma i dati confermano anche il primato dell’Italia in Europa per quanto riguarda il numero di operatori.