Geologia: Inqua torna in Italia dopo 70 anni


Inqua, il Congresso mondiale delle scienze del Quaternario, torna in Italia dopo 70 anni: appuntamento a Roma nel 2023

L’Italia ha ottenuto l’organizzazione del prossimo congresso Inqua nel 2023, che si terrà all’interno del campus dell’Università La Sapienza e vedrà la partecipazione del Cnr e dell’Associazione italiana per lo studio del Quaternario (Aiqua) nell’organizzazione pratica e scientifica. Il successo italiano è stato annunciato formalmente nella cerimonia di chiusura del XX congresso Inqua a Dublino, in Irlanda, lo scorso 31 luglio dopo che l’International Council aveva votato a favore della proposta italiana, in competizione con quella indiana.

Portare in Italia il congresso mondiale delle scienze del Quaternario (la più recente delle epoche geologiche e quella nella quale ancora viviamo) è stato un grande risultato per tutta la comunità dei quaternaristi italiani, per le scienze della Terra e per le scienze naturali più in generale. Lo studio del Quaternario, cioè dell’epoca in cui è comparso l’uomo ed in cui il territorio è diventato quello che è attraverso l’alternarsi di fasi glaciali e interglaciali, è fondamentale per la ricostruzione dei processi naturali in atto, per discriminare tra cambiamenti globali indotti dall’uomo e variabilità naturale, per capire quali risorse sono realmente rinnovabili e quali no. che studia il passato geologico recente

Nel 2023 ricorrerà anche il settantesimo anniversario del primo e unico congresso Inqua tenuto in Italia, a Roma e a Pisa nel 1953. Insigni studiosi italiani hanno infatti fatto scuola per lo studio del Quaternario già a partire dalla seconda metà del secolo scorso. La comunità scientifica attuale riesce ancora oggi ad avere grandi riconoscimenti, nonostante la scarsità di fondi e di infrastrutture di cui gode rispetto a colleghi sia di paesi economicamente più sviluppati sia di paesi in forte ascesa politica e sociale.

L’Inqua, l’Unione internazionale per la ricerche sul Quaternario, è stata fondata nel 1928 da un gruppo di ricercatori con il fine di migliorare la comprensione dei cambiamenti ambientali durante le ere glaciali attraverso la ricerca interdisciplinare. Oggi più di 35 paesi membri contribuiscono alle attività di INQUA, attraverso delle quote di affiliazione e l’attività dei delegati nazionali. Per l’Italia, è il Cnr l’ente nazionale di riferimento affiliato ed il delegato nazionale è il Prof. Francesco Chiocci (Sapienza, Università di Roma; associato Cnr-Igag).

Questo risultato è il frutto del lavoro di gruppo della comunità quaternaristica italiana che prima ha preparato un Bid molto forte e competitivo in tutti i suoi punti e poi a Dublino, sede del convegno Inqua 2019, ha convinto la maggioranza delle nazioni votanti  a scegliere l’Italia e Roma per il prossimo convegno. Il risultato del lavoro di squadra è stato evidente ed è stato ottenuto dalla capacità tutta italiana nella collaborazione internazionale e nel coinvolgimento di molti nelle istituzioni Inqua e nei progetti internazionali. Le belle presentazioni da parte degli italiani hanno sicuramente aiutato ad ottenere questo traguardo. Oltre a questo, a Dublino il Quaternario italiano ha ottenuto numerosi altri riconoscimenti in termini di rappresentatività nelle commissioni e nel consiglio di presidenza di Inqua, oltre al Honorary Felloship Awards per Giuseppe Orombelli. In vista del prossimo congresso a Roma gli impegni sono molti. Molti ricercatori Cnr, afferenti a diversi istituti Cnr (Igag; Igg; Irsa) fanno parte del comitato organizzatore e del comitato scientifico e certamente lavoreranno affinchè le molteplici attività che il Cnr svolge nell’ambito delle scienze del Quaternario trovino le modalità più adeguate per essere valorizzate.

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