Rimborsabilità farmaci, Aimo chiede tavolo con AIFA


Per Aimo, l’Associazione italiana medici oculisti, serve un tavolo con l’Agenzia Italiana del Farmaco su rimborsabilità e appropriatezza dei farmaci

Per Aimo, l'Associazione italiana medici oculisti, serve un tavolo con l'Agenzia Italiana del Farmaco su rimborsabilità e appropriatezza dei farmaci

Un tavolo tecnico con Aifa sui criteri di rimborsabilità e di appropriatezza in particolare dei farmaci innovativi, ma in generale anche di tutte le altre terapie delle varie branche specialistiche. E’ quanto richiesto da Aimo-Associazione italiana medici oculisti, che ha partecipato oggi, insieme ad altre società scientifiche, all’incontro che si è tenuto presso la commissione Igiene e Sanità del Senato per discutere dell’edizione 2018 del Rapporto sull’uso dei farmaci in Italia presentato nei giorni scorsi a Roma, presso l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

“Un grazie – scrive Aimo, come riferisce la Dire (www.dire.it) – va al senatore Pierpaolo Silieri, presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato e al presidente di Senior Italia Federanziani, Roberto Messina, che hanno organizzato questa importantissima riunione che ha avuto lo scopo di fare da congiunzione tra le società scientifiche e le istituzioni e quindi di portare la parola dei medici nella ‘stanza dei bottoni’. Per l’oftalmologia è necessario fare al più presto chiarezza sulla situazione delle terapie intravitreali per le patologie maculari e vascolari, problematica recentemente tornata alla ribalta delle cronache per il caso Avastin/Lucentis che interessa in Italia decine di migliaia di persone, prevalentemente anziane”.

“Abbiamo poi individuato- spiega ancora Aimo- le 4 patologie che più frequentemente incidono sulla spesa sanitaria in oftalmologia. Si parte dall’occhio secco, sempre più frequente nella popolazione in attività lavorativa, sia per il maggior inquinamento ambientale sia per il sempre maggior uso, spesso indiscriminato, degli strumenti digitali, oltre che da possibili errori nella correzione dei vizi di rifrazione demandati a chi fa abuso della professione. C’è poi la cheratite neurotrofica, per cui il SSN nazionale ha messo a disposizione un presidio farmacologico estremamente oneroso di cui si fa carico purché venga prescritto in alcuni centri, il che complica ulteriormente lo stato psico-fisico dei pazienti costretti a migrazioni per la salute, ma che non è ripetibile nel tempo, se non a carico del paziente. Abbiamo ricordato poi il glaucoma cronico dell’adulto, patologia erroneamente legata alla sola pressione oculare, che ne è sicuramente il principale fattore di rischio ma che invece di fatto è una neuropatia ottica, che affligge una quota rilevante della popolazione e che spesso passa misconosciuta, basti pensare che in uno stadio come il Maracaná ben 2.000 spettatori ne sono affetti senza saperlo. Infine, la maculopatia. Ogni anno in Italia si registrano circa 63.000 nuovi casi che interessano il 2% circa della popolazione. La terapia si basa su iniezioni endovitreali di farmaci anti Vegf. A parte la annosa e discussa diatriba Avastin-Lucentis, il nocciolo della questione è che le terapie non hanno un seguito uniforme da parte delle Regioni. Ognuna decide liberamente come e quanto rimborsare e chi può eseguire queste terapie. Questo determina gravi discrepanze di trattamento nel territorio nazionale”.

“Per tutto questo- aggiunge l’Associazione italiana medici oculisti- appare importante che Aifa apra le porte alle società scientifiche al fine di ascoltare la loro voce per uniformare i trattamenti e contribuire a ridurre la spesa farmaceutica così da dirottare altrove i risparmi ottenuti”.

Infine, “come già ben osservato dai colleghi di Medicina generale, la frase da loro riportata ‘Tutti vogliono fare i medici’ ben si addice alla nostra specialità, in quanto novelli laureati in branche afferenti le scienze fisiche e matematiche, gli optometristi, si arrogano spesso diritti riguardo alla prevenzione e alla cura quando queste sono prerogative di assoluta ed esclusiva pertinenza medica. Abbiamo ribadito con forza la necessità di sottolineare questo al ministro della Salute” conclude Aimo.