Conti deposito restano rifugio per gli italiani


Conti deposito: confermata la passione degli investitori italiani, da sempre poco avvezzi ad addentrarsi nel mondo della finanza strutturata

Conti deposito: confermata la passione degli investitori italiani, da sempre poco avvezzi ad addentrarsi nel mondo della finanza strutturata

La volatilità dei mercati, così come le violente accelerate dello spread o la crisi economica che sta toccando molte delle attività produttive, continuano a spingere gli investitori italiani verso un porto considerato sicuro: i conti deposito. Ad aumentare la cautela dei risparmiatori contribuiscono anche le tensioni avvertite sul fronte politico interno e l’attesa di una presa di posizione (si auspica a favore di un allentamento del credito) da parte della Fed. I conti deposito restano dunque una passione dell’investitore nostrano, da sempre poco avvezzo ad addentrarsi nel mondo della finanza strutturata o mettere in portafoglio strumenti più complicati e difficili da tenere sotto controllo. Il rendimento dei conti deposito invece viene deciso in anticipo, nel momento in cui la somma viene depositata, e gode della garanzia dello Stato (almeno fino a 100mila euro).

Boom delle richieste dei depositi 15-20mila euro

Il più recente Osservatorio Conti Deposito di ConfrontaConti.it, che prende in esame il primo semestre di quest’anno, conferma questo panorama. Da gennaio a giugno la performance che spicca maggiormente è quella registrata dai depositi il cui importo è compreso nella fascia tra 15.001 e 20mila euro: la quota relativa è balzata al 35,8% dal 20,4% registrato nella seconda metà del 2018. Si tratta di un massimo storico, che va confrontato con il trend registrato da questa fascia dal 2010, sempre di poco superiore all’8%, con l’eccezione – appunto – dell’accelerazione al 20,4% registrata nel secondo semestre del 2018 dall’8% dei primi sei mesi. Se possiamo azzardare, si tratta della conferma della direzione che stanno prendendo i risparmi degli italiani. Nello stesso periodo sono ulteriormente calati i conti deposito con importi sopra i 50mila euroscesi al nuovo minimo storico di 24,4% nel semestre a giugno dal 30,4% registrato negli ultimi sei mesi dello scorso anno. Un movimento che potrebbe riflettere gli effetti di una crisi prolungata, che costringe questa categoria di risparmiatori a intaccare il capitale, o il desiderio di puntare su altri mercati ritenuti altrettanto sicuri (come l’immobiliare) per cogliere l’opportunità del mix tassi bassi-prezzi bassi.

Nuovi minimi storici anche per i conti deposito il cui importo è compreso tra i 20.001 e i 50mila euro (al 16,5% dal 19,6% del semestre a dicembre) e per quelli nella fascia 10.001-15mila (al2% dal 2,4%). Segno negativo anche per i conti deposito più piccoli: al 12,7% dal 16,1% per quelli tra 5.001 e 10mila e all’8,7% dall’11,1% quelli sotto i 5mila euro.

Il risveglio dei depositi non vincolati

Tutti movimenti che si sono tradotti anche in un leggero, ma significativo, cambio di strategia adottata dagli investitori. In questo primo semestre del 2019 le richieste di apertura hanno registrato infatti un aumento, al 15,9% dal 10,9% dei sei mesi a tutto dicembredei conti deposito non vincolati: rendono leggermente di meno ma, chi sceglie questa opzione, può rapidamente ‘girare’ il denaro. Di conseguente le richieste di depositi vincolati sono scese all’84,1% del totale dall’89,1%. Stesso discorso emerge guardando il grafico delle richieste per durata di investimento, che ha visto nel semestre preso in considerazione un balzo al 47,5% del totale (dal 38,8%) di chi ha scelto una durata compresa tra 7 mesi e un anno. Sono rimaste stabili quelle oltre i 36 mesi (14,6%), mentre sono scese al 7,9% (dall’8,3%) quelle della fascia 25-36 mesi e al 19,4% (dal 24%) quelle della fascia 13-24 mesi.

Poco mossa la tabella che prende in esame l’età dei richiedenti dei conti depositosempre dominata dagli investitori compresi nella fasce di età 41-55 anni (al 36,2% dal 39,5%) e oltre 55 anni (al 38,3% dal 38%).