Emicrania cronica: le donne sono più a rischio


Emicrania cronica: ne soffre il 14% della popolazione mondiale ma la patologia, invalidante, colpisce tre volte di più le donne. Sperimentato un nuovo farmaco

Emicrania cronica: ne soffre il 14% della popolazione mondiale ma la patologia, invalidante, colpisce tre volte di più le donne. Sperimentato un nuovo farmaco

Il 14% della popolazione mondiale (secondo fonti Iss 2018), con una prevalenza tre volte maggiore nelle donnesono affette da emicrania cronica, con un inevitabile peggioramento della qualita’ della vita e aggravamento sui costi diretti e indiretti sostenuti dalla societa’. Per questo l’emicrania, che e’ una sindrome neurologica, viene ormai considerata un importante problema di salute pubblica. Generalmente le persone lamentano di essere colpite dai 15 fino addirittura ai 30 attacchi al mese.

Un quinto circa di questa popolazione emicranica presenta episodi con aura con conseguenti disturbi neurologici visivi, sensitivi o di linguaggio che anticipano l’attacco. Intanto e’ in esame al Senato una legge, gia’ passata alla Camera, atta a riconoscere appunto la cefalea primaria cronica come malattia sociale.

Per capire meglio di cosa si tratta e i trial clinici in corso al Policlinico Universitario Campus Bio-medico di Roma, l’agenzia di stampa Dire (www.dire.it) ha intervistato Fabrizio Vernieri, responsabile del Centro Cefalee del nosocomio romano.

– Quanti tipi di cefalee esistono e quali sono i sintomi piu’ comuni?

“Esistono oltre 300 tipi di cefalee che bisogna distinguere in cefalee primarie e secondarie. Per poter fare una corretta classificazione e’ necessario prestare attenzione ai sintomi che il paziente lamenta. Tra i sintomi associati alla forma piu’ severa di emicranica e maggiormente invalidante si riconoscono: la nausea, l’aumentata sensibilita’ alla luce e ai rumori, che solitamente si aggravano con il movimento. Tutti questi fattori devono essere considerati per porre una corretta diagnosi”.

– Sembra crescere il numero di persone, in particolar modo le donne, che soffrono di emicrania cronica. Quando puo’ definirsi tale e da quali fattori puo’ dipendere?

“L’emicrania e’ molto piu’ frequente nel sesso femminile, il rapporto infatti e’ di circa 3 a 1. Inoltre, l’emicrania cronica rappresenta una vera e propria disabilita’ quando i pazienti presentano attacchi con una frequenza che oscilla dai 15 ai 30 giorni al mese. Tali attacchi sono deleteri per i pazienti sia nell’ambito della vita sociale che lavorativa”.

– Al Campus Bio-medico e’ in corso una sperimentazione con un nuovo farmaco. Puo’ dirci qualcosa?

“Stiamo trattando dei pazienti con un gruppo di farmaci che sono gli anticorpi monoclonali verso il recettore del Cgrp o verso il Cgrp stesso. Abbiamo condotto dei trial scientifici, delle sperimentazioni cliniche con questi farmaci, e stiamo attualmente somministrando questi farmaci a pazienti con emicrania cronica o comunque affetti da emicrania ad alta frequenza che sono risultati resistenti alle comuni terapie di prevenzione. Attualmente si stanno somministrando ai pazienti questi farmaci in attesa che vengano messi in commercio per avere dalla ‘vita reale’ delle evidenze di efficacia e anche di sicurezza”.

– E’ in esame al Senato il riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale. Questo cosa significhera’ per molti pazienti che soffrono di questa patologia?

“E’ una legge fondamentale per questo tipo di pazienti che soffrono di emicrania cronica, dunque contraddistinta da attacchi frequenti dai 15 ai 30 giorni al mese e che si distinguono in emicrania cronica, cefalea quotidiana, cefalea a grappolo cronica, tutte situazioni che comunque condizionano fortemente l’attivita’ sociale e lavorativa di questi pazienti. E’ importante che venga riconosciuta come malattia sociale”.