Dieta chetogenica: l’App Ketonet aiuta a gestirla


Ketonet è l’App che aiuta a gestire con facilità la dieta chetogenica: creata dall’associazione Italiana Glut1, l’Applicazione permette di monitorare e variare l’alimentazione, sotto costante controllo medico

reata dall’associazione Italiana Glut1, l’Applicazione permette di monitorare e variare l’alimentazione, sotto costante controllo medico

Può un’App sullo smartphone o sul tablet aiutare chi è affetto da una malattia genetica rara a vivere meglio? Assolutamente sì. A dimostrarlo è l’Associazione Italiana Glut1, tra le Associazioni Amiche di Fondazione Telethon, che ormai da più di un anno ha realizzato, insieme al Politecnico di Milano e al supporto dell’Università degli Studi di Pavia, l’applicazione Ketonet.

Scaricando gratuitamente Ketonet sul proprio dispositivo mobile, sia con sistema operativo IOS che Android, è possibile per chi è affetto dal Deficit del Glut1 (malattia genetica rara che compromette il normale transito del glucosio dal sangue al cervello e che comporta epilessia farmaco-resistente, atassia e disturbi del movimento e ritardo dello sviluppo psicomotorio), gestire con facilità e semi autonomia la dieta chetogenica, unico trattamento esistente per questa patologia.

Estremamente rigida e perennemente dipendente dall’avvallo dei medici, questo tipo di dieta prevede l’assunzione di pochissimi carboidrati e proteine nell’arco della giornata e di circa il 70-80% di grassi. Attraverso Ketonet le famiglie con bambini malati o gli stessi adulti affetti dal Deficit, una volta avuta le indicazioni dagli specialisti, hanno finalmente la possibilità di gestire la dieta non più dovendo telefonare o recarsi dal medico per ogni singola modifica o dubbio, ma contattandolo in tempo reale direttamente dall’App, e inviandogli anche i propri dati clinici.

«L’App Ketonet non promuove il “fai da te”, la dieta chetogena è una vera e propria terapia e deve essere seguita sotto il costante monitoraggio di specialisti, ma  permette la personalizzazione della dieta sotto il controllo medico – spiegano dall’Associazione -. Essendo una dieta da seguire al decimo di grammo, in cui ogni piccolo modifica deve essere calcolata e deve essere scevra da ogni errore, è fondamentale avere uno strumento che agevoli ogni piccola variazione, soprattutto quando si incorre in imprevisti o in alterazioni della routine quotidiana. Un esempio? Come comportarsi se si decide di andare in vacanza e non si hanno a disposizione i consueti punti di riferimento per la spesa? O se tuo figlio improvvisamente si rifiuta di mangiare qualcosa che ha sempre gradito?».

Semplice ed intuitiva, Ketonet inoltre offre l’occasione agli utenti di confrontarsi tra loro e di darsi suggerimenti culinari, condivisi in un database di oltre 500 ricette, che vengono vagliate da un team di esperti prima della pubblicazione e che, pur rispettando il regime alimentare rigoroso chetogenico, non trascurano un altro fattore determinante dei pasti: la palatabilità, troppe volte ignorata dai medici, ma indispensabile per far sì che il mangiare sia anche un piacere e non solo un dovere.

Dopo più di un anno l’App ha già avuto più di 3.000 download. In autunno uscirà la seconda release di Ketonet con nuove funzionalità e migliorie per rendere la piattaforma sempre più funzionale, grazie ai numerosi feedback ricevuti dagli utenti. Ad oggi l’App è usata non solo da chi è affetto dal Deficit del Glut1, ma anche da chi segue la dieta chetogena per altre  patologie (come l’epilessia farmaco resistente, l’emicrania, il Parkinson, l’Alzheimer…) o, con protocolli differenti, per dimagrimento e per sport.

Non è escluso dunque che possa in futuro essere presa a modello anche per altre patologie che prevedono una dieta rigorosa. «Per tutti il cibo è vita, ma per chi è affetto dal Deficit del Glut1 lo è ancora di più. La dieta è come un farmaco salvavita da cui si dipende, è l’unica arma a nostra disposizione per combattere la malattia.  Per questo sapere di avere sempre a portata di un click specialisti pronti ad intervenire e una rete di utenti con le stesse problematiche, fa sentire le famiglie dei pazienti e i pazienti stessi più sicuri e meno soli».