Pelle del viso più giovane con le onde d’urto


Un viso più giovane con le onde d’urto: un nuovo protocollo che prevede anche peeling e due maschere in una sola seduta restituisce luminosità alla pelle

Un viso più giovane con le onde d'urto: un nuovo protocollo che prevede anche peeling e due maschere in una sola seduta restituisce luminosità alla pelle

Restituire al viso luminosità e compattezza in tre mosse. Si basa su onde d’urto, peeling e maschere il nuovo protocollo per il ringiovanimento della pelle del volto. Tre elementi, una sola seduta. La medicina estetica compie un passo in avanti, semplificando i trattamenti, ma mantenendo la profondità dell’intervento.

«L’utilizzo delle onde d’urto, dopo una piccola preparazione con una leggera esfoliazione, unita a due maschere – l’una lenitiva e l’altra protettiva – apre di fatto una nuova frontiera alla cura del proprio viso», premette Patrizia Gilardino, chirurgo estetico di Milano. «È un trattamento che svolge un’azione di base: innanzitutto rinfresca il volto. Grazie ad un’azione complessiva di rivitalizzazione cellulare e di stimolazione della produzione del collagene, porta ad un rinnovamento superficiale della pelle, la ricompatta e, agendo sul tono muscolare, ha un effetto di risollevamento. Tenendo conto della stagione estiva, è possibile evitare il peeling iniziale, che richiede qualche particolare attenzione per l’esposizione al sole, anche se l’effetto si attenua un po’».

La combinazione dei tre passaggi ne fa anche un trattamento efficace anche per reidratare il viso dopo lunghe esposizioni al sole. «I raggi solari tendono a seccare la pelle, indurirla e inspessirla: questo trattamento permette di reidratarla. Quindi è particolarmente indicato nel periodo post vacanze». Non certo ultimo, «per la sua struttura e semplicità, può rappresentare anche un trattamento di mantenimento, magari inserito in un percorso più complesso e articolato. L’azione del peeling, delle onde d’urto e delle maschere non risolve situazioni particolari, ma è un’ottima base per avere sempre un viso luminoso. Per specifiche situazioni, si interviene in modo puntale creando così un percorso di cura personalizzato».

Il trattamento. Si inizia con il peeling, ovvero «un’esfoliazione leggera per togliere le cellule morte e liberare i pori della pelle», spiega Gilardino. Quindi si procede con le onde d’urto, trattamento consolidato in medicina estetica per la capacità di ringiovanire la pelle. «La vera novità del protocollo è nel gel conduttore, non più inerte, ma addizionato di principi ristrutturanti che possono a penetrare meglio grazie alle onde d’urto. Il risultato è quindi amplificato: da una parte abbiamo le onde d’urto che, agendo direttamente sul metabolismo cellulare, hanno un effetto rigenerativo importante e permettono di restituire tonicità alla pelle; dall’altra questi principi rigeneranti contenuti nel gel che le stesse onde permettono di far penetrare», spiega la dottoressa. «Rispetto a trattamenti simili, le onde d’urto hanno il vantaggio di non essere invasive, azzerano praticamente la comparsa di eventuali effetti collaterali.

Con il vantaggio aggiuntivo che i risultati sono visibili fin da subito». Terzo passaggio, le due maschere. «Nei casi di pelle particolarmente delicata, è possibile anticipare la maschera lenitiva prima del trattamento con onde d’urto e con quella protettiva dopo il trattamento», precisa Gilardino.

Per situazioni più particolari, gli interventi sono più puntuali. «Ad esempio, per le rughe che si formano sulla fronte o nella zona della glabella è indicato il botulino; per uniformare la zona del collo sono più indicati i led; mentre, per un rilassamento del viso più pronunciato, è necessario agire più in profondità, magari con un trattamento con ultrasuoni focalizzati».

Non esiste una ricetta capace di risolvere tutti i problemi: «Ogni situazione deve essere attentamente valutata – ribadisce Gilardino -. Di certo, questo protocollo rappresenta una buona base anche per valorizzare maggiormente trattamenti successivi e più mirati».

Al di là dei trattamenti, per conservare la pelle del viso bastano dei piccoli accorgimenti quotidiani. «Pulizia, nutrimento e idratazione. E quando ci si espone al sole, occorre proteggerla bene», raccomanda Gilardino. «Per ogni tipo di trattamento è sempre bene affidarsi ad un medico esperto».

Patrizia Gilardino. Laureata in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Milano nel 1988, Patrizia Gilardino si è specializzata nella Scuola di Chirurgia Plastica Ricostruttiva dell’Università degli Studi di Milano nel 1993. Iscritta all’Ordine dei Medici di Milano dal 1989, ha lavorato fino al 2003 all’Unità Funzionale di Chirurgia Plastica dell’Ospedale Multimedica di Sesto San Giovanni. Esercita la libera professione al Poliambulatorio della Guardia di Finanza di Milano, al Centro Dermatologico Europeo, nel proprio studio di via Colonna a Milano e nello studio di via Colombo 44 a Piacenza. È membro della Società di verifica e controllo di qualità e della Società americana di chirurgia plastica. È socio Sicpre (Società italiana di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica) ed è iscritta all’Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe) www.gilardinochirurgiaestetica.eu.