Microfibre dalla lavatrice al mare: colpa dei tessuti


Le microfribre dei tessuti dalla lavatrice finiscono in mare: Marevivo lancia una campagna per sensibilizzare sul problema inquinamento

Le microfibre dei tessuti dalla lavatrice finiscono in mare: Marevivo lancia una campagna per sensibilizzare sul problema inquinamento

Sensibilizzare sul problema delle microplastiche rilasciate dai tessuti sintetici in lavatrice e dirette in mare.

Con questo obiettivo Marevivo lancia la campagna #stopmicrofibre sottolineando come le microplastiche siano ormai ovunque: al primo posto i frammenti liberati dai tessuti, tra i più diffusi nell’ambiente marino.

Secondo quanto emerso dallo studio “Evaluation of microplastic release caused by textile washing processes of synthetic fabrics” De Falco,F., et al., pubblicato su Environmental Pollution (2017): un solo carico di una lavatrice con 5 kg di materiale in poliestere produce tra i 6 e i 17,7 milioni di microfibre di dimensioni inferiori ai 5 mm che si riversano in mare dove vengono ingerite dagli organismi marini, entrando così nella catena alimentare.

Le microfibre sono sempre più spesso trovate negli organismi filtratori acquatici come mitili e ostriche, ma anche nello stomaco di pesci ed uccelli marini, nei sedimenti, nel sale da cucina e nell’acqua in bottiglia. Lo ha dimostrato il recente studio pubblicato da Orb Media che ha denunciato come negli Stati Uniti il 94% dei campioni d’acqua esaminati siano contaminati dalla presenza di fibre di plastica.

Una ricerca della Ellen Mc Arthur Foundation dimostra che ogni secondo l’equivalente di un camion della spazzatura pieno di indumenti viene gettato via, causando non solo una perdita economica ma anche il rilascio nell’ambiente di miliardi di microfibre. Bisognerebbe, allora, usare più a lungo i capi acquistati, riciclarli correttamente e, come suggerisce lo studio del CNR di Biella, effettuare lavaggi usando programmi a basse temperature, detergenti liquidi e una velocità della centrifuga ridotta.

«Quella delle microfibre rilasciate dai tessuti è un’altra emergenza da non sottovalutare – spiega Raffaella Giugni, responsabile relazioni istituzionali di Marevivo – È indispensabile investire sulla ricerca e l’innovazione del settore tessile e migliorare il trattamento delle acque reflue. Chiediamo alle aziende di progettare sistemi di filtraggio più efficaci per lavatrici e, a tutti, di ridurre quanto più possibile gli acquisti, di riciclare e riusare».