Telefonia: per fatture a 28 giorni arrivano i rimborsi


Fatture a 28 giorni: dopo la delibera AGCOM le compagnie telefoniche iniziano a rimborsare i clienti con promozioni. Ma il Codacons avverte: meglio non fidarsi

Fatture a 28 giorni: dopo la delibera AGCOM le compagnie telefoniche iniziano a rimborsare i clienti con promozioni. Ma il Codacons avverte: meglio non fidarsi

Le compagnie telefoniche si sono arrese sul fronte della battaglia sulle fatture a 28 giorni e, da qualche giorno, stanno inviando messaggi ai propri clienti in cui informano circa la possibilità di ottenere un rimborso per la pratica ritenuta illegittima dall’Agcom.

Ai consumatori i gestori offrono diverse opzioni come forma di rimborso per le fatture a 28 giorni, come giga gratuiti per la connessione Internet o minuti aggiuntivi del traffico voce. “Tutte possibilità – sottolinea il Codacons – che non hanno costi per gli operatori e non comportano da parte loro l’esborso di denaro in favore dei consumatori. Chi tuttavia accerta l’offerta delle compagnie telefoniche, deve rinunciare al diritto a richiedere la restituzione di quanto previsto dalla delibera AGCOM che ha ordinato ai gestori di provvedere al ristoro delle somme ingiustamente percepite per effetto delle fatture a 28 giorni”.

“Con tale operazione le aziende telefoniche gettano fumo negli occhi dei consumatori, perché il rischio concreto è che, accettando le offerte di questi giorni, i clienti ottengano meno di quanto spetta loro di diritto per effetto delle decisioni dell’Agcom – spiega il presidente Carlo Rienzi –. Le proposte dei gestori sono estremamente “furbe”, perché difficilmente quantificabili in termini monetari e perché a costo “zero” grazie a giga e minuti gratis che non impongono l’erogazione materiale di denaro in favore dei clienti, mentre il rimborso spettante agli utenti dovrebbe essere compreso tra i 30 e i 50 euro”.

“Per tale motivo invitiamo i consumatori a non accettare le offerte inviate in questi giorni dalle compagnie telefoniche, a meno che non risultino palesemente vantaggiose e quantificabili in almeno 300 euro, ossia 10 volte il rimborso minimo spettante di 30 euro, in attesa della decisione del Consiglio di Stato sulla questione dei rimborsi, prevista per il prossimo 4 luglio” conclude Rienzi.