Rinosinusite cronica associata a polipi nasali: omalizumab efficace


Rinosinusite cronica associata a polipi nasali: risultati incoraggianti con omalizumab secondo due trial multicentrici di fase 3

Rinosinusite cronica associata a polipi nasali: risultati incoraggianti con omalizumab secondo due trial multicentrici di fase 3

Novartis ha recentemente reso di pubblico dominio i risultati principali relativi a due trial multicentrici di fase 3 sul trattamento con omalizumab di pazienti affetti da rinosinusite cronica associata a polipi nasali, non responder in modo soddisfacente al trattamento standard-of-care con corticosteroidi intranasali.

Omalizumab, noto farmaco biologico iniettabile, già approvato nel trattamento dell’asma, avente la capacità di inibire le IgE, ha soddisfatto sia gli endpoint co-primari che quelli secondari principali nel due trial di fase 3 POLYP 1 e POLYP 2.

Informazioni sulla rinosinusite cronica associata a polipi nasali
È determinata dall’infiammazione del naso e dei seni paranasali, associata alla presenza di polipi nasali (non cancerosi) a livello dei seni nasali o della cavità nasale. I pazienti che ne sono affetti possono avere uno o più polipi e le loro dimensioni possono variare da valori microscopici fino ad alcuni centimetri.

Tra i sintomi noti abbiamo l’ostruzione nasale, la congestione nasale, la produzione di copiosa secrezione nasale, il dolore facciale e la perdita dell’odorato.

La diagnosi di questa condizione è effettuata mediante endoscopia. Inoltre, può essere associata ad asma, fibrosi cistica, e sensitività all’acido acetilsalicilico.

Cenni sugli studi POLYP 1 e POLYP 2
Gli studi POLYP 1 e 2 sono due studi replicati di fase 3, disegnati allo scopo di determinare l’efficacia e la sicurezza di omalizumab rispetto a placebo in pazienti adulti con rinosinusite cronica associata a polipi nasali con risposta non soddisfacente al trattamento standard-of-care. Entrambi gli studi erano randomizzati, multicentrici, in doppio cieco e controllati vs. placebo.

POLYP 1 aveva reclutato 138 pazienti mentre POLYP 2 ne aveva reclutati 127, con o senza storia pregressa di chirurgia. Gli outcome primari di entrambi gli studi erano rappresentati dalla variazione, rispetto al basale, del punteggio medio giornaliero NCS (nasal congestion score) a 24 settimane, e dalla variazione, sempre rispetto al basale, del punteggio NPS (nasal polyp score) a 24 settimane. I pazienti di entrambi i trial sono stati  randomizzati al trattamento con omalizumab o placebo mediante iniezione sottocute a cadenza quindicinale o mensile.

Risultati principali
Omalizumab si è dimostrato in grado di indurre miglioramenti statisticamente significativi e clinicamente rilevanti di entrambi gli endpoint co-primari sopra indicati.

Miglioramenti di alcuni endpoint secondari chiave hanno riguardato, invece, il risultato al test SNOT-22 (Sino-Nasal Outcome Test-22) nell’ambito della valutazione della qualità della vita legata allo stato di salute (HRQoL), nonché il risultato del UPSIT (the University of Pennsylvania Smell Identification Test) per il senso dell’odorato e i punteggi relativi alla rinorrea anteriore e posteriore riferiti al gocciolamento nasale e al naso che cola.

Le implicazioni degli studi
Soddisfazione per i risultati ottenuti è stata espressa dal dr. John Tsai, Capo della R&S globale e Chief Medical Officer di Novartis: “I risultati preliminari degli studi POLYP-1 e 2 sono incoraggianti e si aggiungono ai dati ormai consolidati di efficacia di omalizumab nell’asma severo allergico e nell’orticaria spontanea cronica. (…) Quanto osservato da questi trial registrativi fornisce ulteriori evidenze a favore del ruolo delle IgE in alcune condizioni infiammatorie e respiratorie. Omalizumab riduce il tasso di IgE libere e, in questi studi, ha ridotto in modo sostanziale le dimensioni dei polipi nasali e la sintomatologia associata che impatta la qualità della vita nei pazienti con rinosinusite cronica associata a polipi nasali”.

Informazioni su omalizumab e sui prossimi step di ricerca nella rinosinusite cronica
Omalizumab rappresenta il solo anticorpo monoclonale approvato per bloccare le IgE. Attraverso la riduzione delle IgE libere, la down-regolazione dei recettori per le IgE ad affinità elevata e la limitazione della degranulazione delle mastocellule, omalizumab minimizza il rilascio di mediatori attraverso la cascata infiammatoria allergica.

Disponibile per via iniettiva, omalizumab è approvato, attualmente, per il trattamento dell’asma allergico severo persistente in più di 90 paesi (nei paesi UE dal 2005). Inoltre, il farmaco è approvato per il trattamento dell’orticaria spontanea cronica in più di 80 paesi (compresi quelli UE).

In aggiunta, una formulazione liquida di omalizumab in siringhe pre-riempite è stata approvata in ambito UE e in più di 10 paesi extra-UE, come Canada, Usa e Australia.

L’indicazione all’impiego in auto-somministrazione per omalizumab in siringhe pre-riempite è stata accordata da EU lo scorso anno.

Gli studi clinici registrativi finalizzati ad ottenere l’approvazione di omalizumab per l’impiego nella rinosinusite cronica associata a polipi nasali sono in fase di chiusura e il comunicato stampa ha reso noto che risultati più dettagliati a aggiuntivi a quelli già conosciuti, relativamente agli endpoint primari e secondari dei due trial, saranno presentati nei prossimi appuntamenti congressuali scientifici di settore.