Virgilio Sieni rilegge Lucrezio, a Fabbrica Europa “La natura delle cose”


A distanza di 10 anni dal debutto, Virgilio Sieni riallestisce il suo acclamato “La natura delle cose”, tratto dal poema filosofico-enciclopedico di Lucrezio “De rerum natura”, in programma per Fabbrica Europa il 30 e 31 maggio al Teatro della Pergola di Firenze

"La natura delle cose" di Virgilio Sieni. Foto Dario Lasagni
“La natura delle cose” di Virgilio Sieni. Foto Dario Lasagni

A 10 anni dal debutto, Virgilio Sieni riallestisce il suo acclamato “La natura delle cose”, tratto dal poema filosofico-enciclopedico di Lucrezio “De rerum natura”, in programma per Fabbrica Europa il 30 e 31 maggio al Teatro della Pergola di Firenze.

La drammaturgia è stata elaborata a partire dal testo di Lucrezio; a questo scopo Virgilio Sieni si è avvalso della prestigiosa collaborazione di Giorgio Agamben, tra i più importanti e originali filosofi del nostro tempo, noto e tradotto a livello mondiale. La musica è una creazione originale di Francesco Giomi, compositore e direttore del centro Tempo Reale di Firenze. Il testo dello spettacolo è stato letto e registrato dalla celebre cantante Nada, che per la prima volta offre il suo contributo vocale in uno spettacolo coreografico.

 La natura delle cose di Virgilio Sieni, foto paolo Porto
“La natura delle cose” di Virgilio Sieni, foto Paolo Porto

Così Virgilio Sieni nelle note sullo spettacolo: « Attraverso una partitura di elementi sottili, dove la luce sembra sostituirsi al corpo e il senso del vuoto all’apparizione di corpi trasfigurati e galleggianti, si apre uno squarcio su un corpo unico che abita la scena: un corpo che comprende altri corpi, altre forme; che lancia messaggi di pace e che si rivolge all’ascolto, alla democrazia e alla libertà della tecnica, al senso laico del mistero. Una complessa macchina fisica che permette a Venere, presenza umana e pupazzo allo stesso tempo, di muoversi in una prolungata sospensione corporea, per poi discendere lentamente, fino a terra.

Su questi temi lo spettacolo incontra lo spirito e gli intenti del filosofo latino, riflettendo sull’oggi. Lucrezio dà vita a un discorso scientifico sul movimento degli atomi e dei corpuscoli per arrivare a individuare all’interno delle cose una dialettica tra delizia e orrore, tra nascita e morte, tra voluttà e disgregazione, legando a un’analisi materialistica della realtà lo sviluppo necessario dell’etica e del sentimento; così la danza, partendo dalla costruzione coreografica e dalla riflessione sul movimento del corpo nella scena, arriva a definire una poesia fisica che richiama uno sguardo pronto ad aprirsi su accadimenti estremi e impressionanti, che sfuggono al dominio della razionalità. 

È in questa dimensione che i corpi si mostrano allo stesso tempo ricoperti di simulacri e denudati, e si mostrano nel loro atto di genesi e di costruzione, nel loro formarsi e trasformarsi; qui la pelle si espone al vuoto, fondando un tempo che si apre alla sospensione e affermando decisamente, con Lucrezio, che “nulla nasce da nulla” ».