Linfoma primitivo sistema nervoso centrale: testato nuovo farmaco


Linfoma primitivo del sistema nervoso centrale: testata al San Raffaele l’efficacia di un farmaco sperimentale

Linfoma primitivo del sistema nervoso centrale: testata al San Raffaele l’efficacia di un farmaco sperimentale

Un farmaco antitumorale sperimentale dimostra oggi la sua sicurezza e i primi segni di efficacia nel trattamento dei linfomi primitivi del sistema nervoso centrale, tumori del sangue altamente aggressivi che rimangono confinati all’interno del cervello e che oggi mancano di una terapia efficace. Sono questi i risultati di uno studio pilota chiamato INGRID condotto su 12 pazienti all’IRCCS Ospedale San Raffaele, coordinato da Andrés José María Ferreri, a capo dell’unità di ricerca clinica Linfomi, e pubblicato oggi sulle pagine della prestigiosa rivista Blood.

Il trial clinico ha visto l’impiego di una molecola messa a punto in oltre 15 anni di ricerca dal laboratorio di Angelo Corti – direttore della Divisione di Oncologia Sperimentale del San Raffaele e professore ordinario presso l’Università Vita-Salute San Raffaele – poi opzionata dalla biotech Molmed, che ha collaborato allo studio mettendola gratuitamente a disposizione dei ricercatori. I risultati ottenuti aprono la strada a trial di fase successiva, che possano testare l’efficacia dell’approccio su un numero maggiore di pazienti.

La molecola in questione, chiamata NGR-hTNF, è una versione geneticamente modificata del Fattore di Necrosi Tumorale (TNF). Il TNF è una proteina umana nota per la sua attività antitumorale, ma molto difficile da utilizzare in clinica a causa della sua elevata tossicità. L’idea del gruppo di Angelo Corti è stata quella di ingegnerizzare il TNF in modo da veicolarne dosi estremamente basse sui tumori ed esercitare un’azione più mirata. Per fare questo i ricercatori hanno geneticamente modificato la molecola del TNF in modo da consentire il riconoscimento di recettori presenti nei vasi sanguigni tumorali. «Secondo gli studi sperimentali che abbiamo condotto, la molecola così ottenuta è in grado di raggiungere i vasi tumorali, di alterarne la permeabilità e di favorire la penetrazione dei farmaci anti-tumorali e l’infiltrazione delle cellule del sistema immunitario», spiega Angelo Corti.

L’efficacia dell’NGR-hTNF nel trattamento dei tumori solidi è stato oggetto di diversi studi clinici internazionali, come quello sul mesotelioma pubblicato nel 2018, che ha visto coinvolto anche il San Raffaele. L’idea del gruppo di ricerca clinica di Andrés José María Ferreri è stata quella di utilizzare la stessa molecola per colpire i vasi tumorali in pazienti affetti da linfoma del sistema nervoso centrale (PCNSL). Si tratta del primo impiego dell’NGR-hTNF nel campo dei tumori del sangue e i risultati dello studio, appena pubblicato su Blood, sono molto promettenti.

Dodici pazienti affetti da PCNSL sono stati trattati con un protocollo che associa l’innovativa molecola al protocollo immuno-chemioterapico R-CHOP, di norma usato per linfomi aggressivi che si manifestano in altre parti del corpo, ma poco efficace nei linfomi cerebrali primitivi a causa della barriera ematoencefalica. Questa barriera agisce infatti come un filtro e impedisce ai farmaci chemioterapici e immunoterapici di raggiungere le cellule tumorali in sufficiente quantità. Grazie a tecniche avanzate di imaging cerebrale, i ricercatori hanno però dimostrato che NGR-hTNF, colpendo i vasi tumorali, è in grado di aumentare la permeabilità della barriera nei tumori e di permettere così il passaggio dei farmaci. Ben 9 pazienti su 12 hanno presentato una rapida e sostanziale regressione della malattia, senza tossicità rilevante.

«Questi risultati hanno di gran lunga superato le nostre aspettative iniziali», afferma Andrés José María Ferreri. «Pur trattandosi di un primo studio pilota, in cui certificare sicurezza e tollerabilità sono gli obiettivi principali, quanto ottenuto suggerisce un effetto sinergico di NGR-hTNF con la chemioterapia e apre la strada a ulteriori ricerche, che testino l’efficacia di questo trattamento su campioni più ampi».

Lo studio è stato possibile grazie ai fondi della Leukemia and Lymphoma Society e al sostegno di Molmed SpA, che ha fornito gratuitamente il farmaco. La scoperta originale della molecola NGR-hTNF è stata possibile grazie al sostegno di AIRC.

La malattia

I linfomi primitivi del sistema nervoso centrale (PCNSL) derivano da una proliferazione anomala di un tipo di globuli bianchi – i linfociti di tipo B – nel sistema nervoso centrale.  Sono tumori piuttosto rari, che costituiscono circa lo 0.5-1% di tutti i tumori cerebrali, e di difficile studio dal punto di vista biologico-molecolare, essendo confinati unicamente nel cervello. Ciò ha reso, nel corso degli anni, faticoso il confronto tra diverse opzioni di trattamento su ampie casistiche e ha prodotto una sostanziale mancanza di consenso sulla migliore terapia da utilizzare in questa rara neoplasia.

A ciò si aggiunge il fatto che i protocolli classici utilizzati per trattare i linfomi in altre parti del corpo – come il protocollo chemio-immunoterapico R-CHOP – non sono attivi nei linfomi cerebrali primitivi a causa della barriera ematoencefalica, che impedisce ai farmaci di raggiungere il sistema nervoso centrale, dove si trova il tumore. I pazienti affetti da PCNSL vengono oggi trattati con chemioterapia ad alto dosaggio (il farmaco più usato è il metotrexato), perché solo raggiungendo una notevole concentrazione nel sangue il farmaco supera in quantità sufficienti la barriera ematoencefalica. Una terapia che si associa però ad alte tossicità e che necessita l’ospedalizzazione per almeno 10 giorni al mese.