Papa Francesco al Csi: “Lo sport deve far sorridere”


Centro Sportivo Italiano in udienza da Papa Francesco per il 75° anniversario. Il richiamo del Pontefice per una pratica sportiva da vivere tra gioco, fratellanza e gratuità

Centro Sportivo Italiano in udienza da Papa Francesco per il 75° anniversario. Il richiamo del Pontefice per una pratica sportiva da vivere tra gioco, fratellanza e gratuità

Lo sport è una grande scuola a condizione che lo si viva in un agonismo che non faccia perdere il sorriso”. Lo ha detto Papa Francesco durante l’udienza con i membri del Centro Sportivo Italiano, ricevuti nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, nel 75° anniversario dalla sua fondazione. Il Pontefice ha segnalato il “grande impegno di animazione sportiva” attraverso cui il Csi “porta avanti la sua missione”, quella di “offrire ai giovani, attraverso lo sport, uno stile di vita sano e positivo, che abbia alla base la visione cristiana della persona e della società”

“Lo sport, infatti – ha segnalato Papa Francesco -, è una grande scuola, a condizione che lo si viva nel controllo di sé e nel rispetto dell’altro, in un impegno per migliorarsi che insegni la dedizione e la costanza, e in un agonismo che non faccia perdere il sorriso e alleni anche ad accettare le sconfitte”. Il Papa ha poi considerato la “pratica sportiva” come “occasione di aggregazione, di crescita e di fraternità”. 

Richiamando lo Statuto del Csi, ne ha segnalato come intenda “testimoniare il valore dello sport come strumento per promuovere l’accoglienza, la salute, l’occupazione, le pari opportunità, la salvaguardia dell’ambiente, la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, la coesione e l’integrazione sociale”. Altro passaggio significativo del discorso ai dirigenti del Csi, che con il Vaticano organizza la Clericus Cup, quello sul cuore della visione cristiana dell’uomo, alla base dell’attività sportiva. “Sogniamo e vogliamo costruire un mondo sulla base di un agonismo sano, che veda sempre nell’avversario anche un amico e un fratello. Con questo atteggiamento, con questo cuore così allargato, ogni attività sportiva può essere chiamata gioco. Giocano i bambini; il gioco è l’attività della gioia, sempre”. 

E infine l’ultimo monito ai 350 rappresentanti dell’associazione riuniti in Vaticano è stato sul cammino e sulla strada da seguire. “La vostra attività deve essere ispirata alla gratuità: dare! E per questo è importante nello sport custodire la dimensione amatoriale. È molto importante, perché custodisce la gratuità, la gratuità dell’essere, del darsi”.

Il numero uno ciessino, Vittorio Bosio nel presentare il Csi al Santo Padre aveva usato queste parole: “Ci dedichiamo a tutti coloro che bussano alla nostra porta: bambine e bambini, giovani e non più giovani, abbiamo a cuore i diversamente abili, i carcerati, gli emarginati, gli immigrati. Per il Csi l’accoglienza non ha età, né condizione sociale, né terra di provenienza: è per tutti! Con il compimento dei 75 anni per noi si apre una nuova primavera: Le chiediamo di aiutarci, con il Suo paterno affetto, a tracciare idealmente la strada del nostro futuro. Il nostro impegno è semplice: facciamo sport. Il nostro modo di farlo è accogliente: forse non abbiamo mai convertito nessuno, ma abbiamo accolto tutti, bravi e meno bravi perché al centro del nostro impegno c’è la persona, non l’atleta”.

Al Pontefice il Csi, per mano del presidente nazionale, Vittorio Bosio e dell’assistente ecclesiastico nazionale, don Alessio Albertini, ha poi donato un crocefisso, “Nello” l’asinello mascotte del Csi e simbolicamente uno dei 500 zainetti contenenti prodotti per l’igiene personale, destinati alle persone bisognose, ed ai senza tetto accolti da Papa Francesco.